Presentata la Relazione sanitaria annuale 2017 delle cinque aree del Dipartimento che opera su tutto il territorio della provincia di Ragusa.
Presentata il 24 luglio conferenza stampa, la 22^ Relazione Sanitaria delle attività realizzate nel corso del 2017 dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria di Ragusa.
«Le attività del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Ragusa – ha aperto i lavori della conferenza stampa dr. Salvatore Lombardo, direttore amministrativo dell’Asp, portando anche i saluti del Commissario, dr. Salvatore Lucio Ficarra, e del Direttore Sanitario, dr. Emanuele Cassarrà, assenti, entrambi, per motivi istituzionali, – hanno una grande rilevanza per il nostro benessere: sono infatti tutte dedicate alla tutela della salute delle persone, dell’ambiente e degli animali. La prevenzione e la sorveglianza di sanità pubblica sono essenziali anche per la qualità di alimenti e la loro produzione, rappresentando un presidio di sicurezza sanitaria per cittadini e imprese del territorio. Fanno ben sperare anche i dati che confermano una diminuzione di morti a causa di tumori al seno e al colon».
Il dr. Francesco Blangiardi, Capo Dipartimento Prevenzione ha avuto parole di stima e apprezzamento per il dr. Riccardo Gafà, per lo straordinario lavoro che riesce a fare, ogni anno, nell’elaborazione e stesura della Relazione Sanitaria – «un lavoro prezioso che fornisce in modo dettagliato, preciso e puntuale, il quadro di salute della popolazione iblea. Un documento che seve come analisi e punto di partenza per migliorare le condizione di salute dei cittadini. Molti dati e informazioni: tasso di natalità, la sicurezza alimentare, gli screening e, in ultimo l’importante progetto pilota di screening delle malattie cardio vascolari che potrebbe diventare modello per tutta la regione siciliana. Un altro studio di rilevante importanza è quello condotto dall’ARPA – Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente – sulla valutazione della pressione ambientale determinata dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari nelle produzione agricole che mira, in conformità con le Direttive dell’Unione Europea alla progressiva riduzione dei rischi e degli impatti negativi sulla salute umana e dell’ambiente, derivanti dall’uso di sostanze che, comunque, continuano a essere indispensabili per le rese qualitative e quantitativa delle moderne produzioni agricole. Un altro ambito peculiare delle attività del Dipartimento è quello delle vaccinazioni che offrono alla popolazione le azioni di Sanità Pubblica per evitare, eliminare o controllare le malattie infettive prevenibili, appunto, con le vaccinazioni.
Le attività rappresentano uno dei principali strumenti per la protezione individuale e collettiva, come anche la sorveglianza a delle malattie infettive e cronico degenerative della prevenzione dei comportamenti a rischio.»
«Due tabelle di statistica anno 1996 e 2017, messe a confronto, fanno emergere come sia diminuita la percentuale di morti per tumore al seno e al colon, di contro, è in aumento la percentuale delle morti per patologie cardio vascolari» ha dichiarato il dr. Riccardo Gafà, responsabile della “Biostatistica Medica” prima di snocciolare tutti i dati contenuti nella relazione.
I dati demografici della provincia di Ragusa relativi all’anno 2017 presentano una popolazione media di 322.048 abitanti di cui 159.735 maschi e 162.313 femmine.
I nati durante l’anno sono stati 2.854 con una prevalenza di maschi (1.446) rispetto alle femmine (1.408) con un tasso grezzo di natalità di 8.86 riferito alla popolazione della Provincia che risulta superiore al tasso di natalità per 1000 abitanti della popolazione italiana ed in aumento rispetto all’anno scorso ( 8.75).
Negli ospedali della provincia sono nati 3.298 bambini, un numero superiore ai bambini nati da genitori residenti, il che presuppone una fascia di utenza degli ospedali della provincia che proviene sempre più dalle province confinanti.
Il comune con il tasso di natalità più alto quello di Acate con 11,02 %.
Il numero annuale di decessi è stato di 3274 di cui 1.594 maschi e 1.680 femmine; per il terzo anno di seguito il numero delle donne decedute supera quello degli uomini. Il tasso grezzo di mortalità è di 10,17 per mille abitanti, al di sotto del tasso di mortalità per 1000 abitanti relativo alla popolazione italiana che è di 10.70 . La differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità comporta un saldo negativo di – 1,30 il più alto valore di sempre. Il saldo attivo in provincia è mantenuto da quattro comuni su dodici: Vittoria, Acate, Santa Croce, Pozzallo.
Per quanto riguarda l’analisi dei dati di mortalità per causa specifica si evidenzia come le malattie dell’apparato cardiovascolare, in accordo al dato nazionale, rappresentano per entrambi i sessi la principale causa di morte.
Il tasso di mortalità per tale patologia per 10.000 abitanti è di 39,46 nei maschi e di 52,37 nelle femmine. La seconda causa di morte è invece rappresentata dai tumori con un tasso di mortalità per 10.000 abitanti di 26,62 per i maschi e di 18,36 per le femmine. Anche in questo caso, in accordo al dato nazionale, il tasso maschile prevale su quello femminile mentre entrambi si mantengono ben al di sotto dei valori riferiti alla popolazione nazionale (maschi 34.8; femmine 19.2 nel 2011 ultimo dato pubblicato dall’ISTAT).
La vita media della popolazione provinciale è di 78,21 anni per i maschi e 82,82 anni per le femmine. Come nel resto d’Italia le femmine vivono almeno 5 anni in più rispetto agli uomini.
Con un trend in aumento nell’ultimo decennio.
Gli ultracentenari al 31 dicembre del 2016 erano nella Provincia 54; 14 maschi e 40 femmine e tale valore è diminuito di 1 unità rispetto al 2016 (55).
La mortalità infantile (entro i primi 12 mesi di vita) si attesta sul valore di 3,30 su 1000 nati, in lieve aumento rispetto al 2016 (2,85), dovuto a 2 decessi in più.
La mortalità neonatale (cioè entro i primi 28 giorni di vita) è di 2,10 x 1000 nati. Anche questo un valore in lieve aumento rispetto al 2016 ma bassissimo nel confronto con le altre nazioni europee.
Analizzando i dati di mortalità per causa nel decennio dal 2008 al 2017 si evince quanto segue:
1. la mortalità per malattie dell’apparato cardiovascolare è aumentata per gli uomini dal 34,4 x 10.000 abitanti al 39,4 x 10.000 e per le donne da 43,95 a 52,3 x 10.000.
2. in diminuzione la mortalità pel tumore del polmone da 8,00 x 10.000 a 7,32 (uomini) e da 2,2 a 1,85 x 10.000 (donne).
3. la mortalità per tumore dell’utero è diminuita dal 1,3 a 1,1 x 10.000.
4. stabile la mortalità per i tumori della mammella catalunyafarm.com.
5. in diminuzione anche i tumori del colon retto da 3,3 a 2,3 (uomini) e da 2,5 a 2,3 (donne).
6. in decremento i tumori dello stomaco, in aumento quelli del fegato.
7. In aumento il tumore alla prostata, 3,00 vs. 3,44 x 10.000.
8. I tumori nel loro complesso sono aumentati di poco per gli uomini (da 26,3 (2008) a 26,6 (2017) x 10.000 ab.); in aumento per le donne 19,7 e 22,5.
9. in netta diminuzione i SUICIDI 23 nel 2008 – (16 m 7 f), contro 17 (14m – 3 f) nel 2017.
10. Nessun OMICIDIO nel 2017; 1 nel 2011, 2 nel 2012, 3 nel 2013 e 2014.
11. In netta diminuzione i deceduti per INCIDENTI STRADALI 35 (26m – 9 f) nel 2008,contro i 15 del 2017 (12 m – 3 f).
12. In lieve aumento la mortalità per INCIDENTI DOMESTICI, 54 in totale (19 uomini e 36 donne) nel 2008 rispetto a 56 (19 m e 37 f) nel 2017.
I DECEDUTI FUORI PROVINCIA nel 2017 sono stati 129 (75 uomini e 54 donne) poco più del 5×100 dei deceduti, spesso per patologie che necessitano di centri di cura specializzati non presenti nel nostro territorio.
Un capitolo della relazione si occupa del confronto dei dati della provincia di Ragusa con le altre 8 province siciliane e con 5 province italiane (2 del Nord, 2 del Centro e 1 del Sud) simili per popolazione alla nostra. Questi dati si riferiscono all’anno 2016.
IL RAFFRONTO CON LE PROVINCE SICILIANE pone la provincia di Ragusa (-0,55) al 2° posto per il saldo della popolazione, dopo Catania (- 0,16). Per il terzo anno tutte le province siciliane hanno avuto un saldo negativo della popolazione.
IL RAFFRONTO CON LE PROVINCE ITALIANE prese in considerazione (Cremona, Ferrara, Viterbo, Benevento e Catanzaro) ci pone al primo posto anche in considerazione che tutte hanno un saldo della popolazione negativo molto alto.
Il dr. Gaetano Migliorino, dirigente medico Osservatorio Epidemiologico del Dipartimento, ha presentato i risultati dello screening malattie cardiovascolari, i cui fattori di rischio sono strettamente connessi alle abitudini quotidiane: ipertensione, il fumo di sigaretta, diabete, sedentarietà.
22^ Relazione attività annuale: 2018 sull’anno 2017 e obiettivi contrattuali scheda budget.
Particolari situazioni di pericolo per la salute pubblica dal punto di vista di patologie emergenti o riemergenti rimangono alcune malattie infettive quali il morbillo e la tbc, la prima prevenibile con la vaccinazione e la seconda con la sorveglianza ed il corretto trattamento dei casi.
Il Dipartimento di Prevenzione è la struttura operativa dell’Azienda che ha come missione garantire la tutela della salute collettiva perseguendo obiettivi di promozione e tutela della salute, prevenzione degli stati morbosi e delle disabilità, miglioramento della qualità di vita, dell’ambiente e del lavoro. Si configura come una delle articolazioni dell’Azienda e si rapporta, quindi, con l’organo di direzione. Numerose le azioni volte ad individuare e rimuovere le cause di nocività e malattia di origine ambientale, umana ed animale, mediante iniziative coordinate con i Distretti, con i Dipartimenti dell’ASP, prevedendo il coinvolgimento di operatori di diverse discipline. Garantisce le funzioni di prevenzione collettiva e sanità pubblica, anche a supporto dell’autorità sanitaria locale. Tutte attività che vengono svolte dalle 5 strutture complesse:
Servizio Epidemiologia e Profilassi ( Ep);
Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPRESAL);
Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN);
Igiene degli Ambienti di Vita (SIAV);
Laboratorio di Sanità Pubblica (LSP).
Inoltre, Il Dipartimento di Prevenzione contribuisce alle attività di promozione della salute ed ha il compito di contrastare le principali patologie che colpiscono la popolazione e provocano il maggior numero di decessi, di disabilità o malattie prevenibili attraverso interventi di prevenzione primaria e secondaria.
Le aree cruciali di intervento sono: malattie cardio-cerebrovascolari, malattie neoplastiche e malattie infettive. Le malattie circolatorie – cardio e cerebrovascolari – rappresentano la prima causa di morte in entrambi i sessi. L’obesità e la sedentarietà sono condizioni morbose di rilievo nel determinismo delle patologie cronico-degenerative. Il Dipartimento di Prevenzione predispone, annualmente, la relazione sullo stato sanitario della popolazione che contiene le notizie epidemiologiche necessarie alla strutturazione dell’offerta e alla eventuale attività di prevenzione, primaria e/o secondaria (attività di screening) da implementare attraverso il controllo dei principali fattori di rischio modificabili ed interventi mirati nel contrasto a stili di vita errati (fumo, alcol, scorrette abitudini alimentari ecc.) con la collaborazione dei Medici di medicina Generale, i Pediatri di libera scelta ed altre istituzioni. Elabora e coordina la gestione del Piano Aziendale di Prevenzione.