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Il paziente fragile in Reumatologia, intervista al prof. Giovanni Minisola

Individuazione e gestione del paziente fragile, quali sono le nuove terapie farmacologiche? Ne abbiamo parlato con il prof. Giovanni Minisola, Direttore UOC di Reumatologia Ospedale “San Camillo-Forlanini” Roma, in occasione dell’8 Focus Reumatologico dal tema “Gestione delle malattie reumatologiche nell’era del post-covid” svoltosi il 9 e 10 dicembre 2022 all’Hotel Poggio del Sole di Ragusa. Il congresso è stato organizzato da AV Eventi e Formazione con la responsabilità scientifica del dott. Mario Bentivegna, responsabile del Centro Integrato Ospedale/Territorio di Reumatologia presso l’Ospedale di Scicli e Coordinatore della Rete Reumatologica ASP 7 di Ragusa. L’intervista è stata realizzata dal direttore di Medicalive Magazine, Salvo Falcone. Vai allo special per vedere tutte le altre interviste realizzate durante l’8° Focus Reumatologico  

Connettivite e LES, intervista al prof. Carlo Perricone

Connettivite e LES, dalla diagnosi alla terapia più personalizzata. Ne abbiamo parlato con il prof. Carlo Perricone, Professore Associato di Reumatologia presso Università di Perugia, in occasione dell’8 Focus Reumatologico dal tema “Gestione delle malattie reumatologiche nell’era del post-covid” svoltosi il 9 e 10 dicembre 2022 all’Hotel Poggio del Sole di Ragusa. Il congresso è stato organizzato da AV Eventi e Formazione con la responsabilità scientifica del dott. Mario Bentivegna, responsabile del Centro Integrato Ospedale/Territorio di Reumatologia presso l’Ospedale di Scicli e Coordinatore della Rete Reumatologica ASP 7 di Ragusa. L’intervista è stata realizzata dal direttore di Medicalive Magazine, Salvo Falcone. Vai allo special per vedere tutte le altre interviste realizzate durante l’8° Focus Reumatologico

Protesi del ginocchio: quando farla? intervista al prof. Giuseppe Sessa

Artrosi, protesi al ginocchio. Quando farla? intervista al prof. Giuseppe Sessa

Quando eseguire la protesi del ginocchio in un soggetto alle prese con la Gonartosi e quando è preferibile ricorrere alla semplice terapia conservativa per evitare la deriva chirurgica stessa? Ne abbiamo parlato in questa video intervista con il prof. Giuseppe Sessa, past president della SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), Professore Universitario Ordinario Direttore UOC di Ortopedia e Traumatologia presso il Policlinico “Vittorio Emanuele” di Catania. Se il ginocchio è gravemente danneggiato dall’artrosi in tutti i suoi comparti, può risultare difficoltoso anche semplicemente camminare o salire le scale e si avverte dolore continuo anche a riposo. In questi casi i trattamenti non chirurgici per la gonartrosi non sono più efficaci e bisogna prendere in considerazione la protesi totale del ginocchio. L’intervento di protesi totale del ginocchio è sicuro, elimina il dolore e corregge anche eventuali deformità della gamba. Dopo questo intervento, potrai riprendere la tua vita di sempre e le normali attività. L’osteoartrosi, la patologia articolare più frequente, insorge spesso nei soggetti di età compresa fra i 40 e i 50 anni di età e, in certa misura, colpisce quasi tutti una volta raggiunti gli 80 anni di età. Prima dei 40 anni, i soggetti di sesso maschile hanno maggiori probabilità di sviluppare osteoartrite rispetto a quelli di sesso femminile, spesso a causa di traumi o deformità. Molte persone mostrano segni di osteoartrite alla radiografia (spesso al raggiungimento dei 40 anni), ma solo la metà di tali soggetti presenta dei sintomi. Tra i 40 e i 70 anni, le donne sviluppano la malattia più frequentemente degli uomini. Dopo i 70 anni, la patologia si sviluppa nella stessa misura in entrambi i sessi. Il prof. Sessa si sofferma sulle caratteristiche del paziente cui eseguire la protesi del ginocchio. La video intervista è stata realizzata dal direttore di Medicalive Magazine, Salvo Falcone, in occasione del 1° congresso delle “Giornate Centro-Meridionali dell’artrosi” con focus diretto sulla Gonartrosi svoltosi a Matera. L’evento è stato organizzato da AV Eventi e Formazione con la responsabilità scientifica del prof. Biagio Moretti, Docente universitario, vicepresidente della SIOT, Società italiana di ortopedia e traumatologia e Direttore della UOC Universitaria e Scuola di specializzazione di Ortopedia e Traumatologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Policlinico” di Bari. [divide]Guarda qui tutte le altre video interviste realizzate al 1° congresso delle “Giornate Centro-Meridionali dell’artrosi” di Matera

Artemisia Catania, il dott. Marcello Scifo anticipa i temi del 4° Congresso | VIDEO

4° Congresso Artemisia, il dott. Marcello Scifo anticipa i temi

Grande attesa per il Congresso Artemisia Catania in cui si discuterà della gestione terapeutico-farmacologica del paziente durante il periodo pandemico da Covid 19. Una situazione che ha messo ancora più in risalto la figura del MMG, che si è trovato a fronteggiare in prima persona patologie di interesse specialistico e a svolgere incombenze certificative e informatiche normalmente ad appannaggio delle strutture sanitarie pubbliche. Il Congresso Artemisia, l’Accademia del Sapere Medico, di cui è presidente il dott. Marcello Scifo che abbiamo intervistato, è organizzato da AV Eventi e Formazione e si svolgerà il 5 e 6 Novembre 2021 al Four Point Sheraton Hotel di Catania. La competenza polispecialistica e la conoscenza dei principi attivi ha permesso di svolgere con appropriatezza lo spazio prescrittivo concesso dalle normative, personalizzato sul paziente, in base alla sua anamnesi e le sue comorbidità. Il corso di alta formazione scientifica, giunto alla quarta edizione, mette nella condizione di avere un quadro complessivo degli schemi terapeutici utilizzati per paziente con infezione da Coronavirus fino alle patologie cardio-metaboliche e respiratorie più diffuse tra la popolazione. Ancora una volta la puntuale e precisa integrazione con le figure specialistiche di riferimento permette di ottenere il ”Gold Standard” nella gestione del paziente. Il rapporto intimistico che il Medico di Famiglia intrattiene con i suoi pazienti di entrambi i sessi fa si che il trattamento delle patologie uro-ginecologiche sia un punto cardine fondamentale della sua attività professionale. Per completare l’excursus di questo 4° Congresso Artemisia verrà discussa l’importanza delle varie terapie per le dislipidemie con utilizzo dell’ezetimibe da solo o in associazione con le statine, nonchè le possibili alternative nutraceutiche nei pazienti intolleranti. Questo evento rappresenta quindi, una preziosa occasione per ampliare e aggiornare il bagaglio professionale del medico di famiglia, che costituisce a tutti gli effetti un ”polispecialista”, punto di riferimento per il paziente. Inscriviti al corso di formazione seguendo  questo link: https://www.av-eventieformazione.it/medicina-generale-covid19/

I consigli di ALICe Italia per l’estate: per la prevenzione dell’ictus mantieni un peso adeguato e incrementa l’attività fisica

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I consigli di ALICe Italia per l’estate: per la prevenzione dell’ictus mantieni un peso adeguato I consigli di ALICe per la prevenzione dell’Ictus: Dieta Ricca di vegetali, cereali, frutta, olio di oliva, legumi e pesce. Povera di carni grasse, tuberi, grassi animali e insaccati. Un’alimentazione sana e variata di questo tipo, che parta dalla consolidata tradizione della nostra dieta mediterranea, può ridurre il rischio ictus fino al 20%. L’alimentazione, infatti, è stata individuata come uno dei principali fattori di rischio modificabile, fondamentale non solo per la prevenzione dell’ictus cerebrale ma anche di molte altre patologie come ipertensione, diabete, infarto, obesità e sindrome metabolica. Consumare in particolare agrumi, mele, pere e verdure a foglia contribuisce molto alla protezione: un incremento di circa 200 grammi al giorno, sia di frutta che di verdura, fa diminuire il rischio ictus rispettivamente del 32% e dell’11%. L’olio di oliva extravergine, uno dei pilastri della dieta mediterranea, contribuisce notevolmente a proteggere il sistema cardiovascolare: un aumento di 23 grammi al giorno di consumo di olio di oliva è stato inversamente associato all’incidenza dell’ictus (riduzione del rischio del 20%) e alla mortalità (riduzione del rischio dell’11%). Se da una parte ci sono sostanze da consumare con moderazione, come sodio, alcol e grassi saturi perché aumentano il rischio vascolare, per altre, al contrario, è stato sottolineato un effetto protettivo: omega3, fibre, vitamina B6 e B12, così come l’assunzione di calcio e potassio diminuiscono infatti il rischio di ictus cerebrale. Le linee guida, sia nazionali che internazionali, raccomandano di seguire adeguati stili di vita, che portino a controllare l’eccessivo peso corporeo e l’obesità, attraverso un’alimentazione sana come quella appena illustrata e un’attività fisica moderata e costante. Passeggiare, salire e scendere le scale invece di prendere l’ascensore, utilizzare la bicicletta al posto dell’auto per gli spostamenti più brevi, ballare, fare lavori domestici e giardinaggio. Queste alcune delle attività, praticabili a tutte le età, che potremmo compiere ogni giorno per mantenerci in salute, arrivando ai quei 30 minuti di attività fisica aerobica che sono sufficienti per sfruttare al meglio gli effetti protettivi del movimento La scarsa attività motoria caratterizza purtroppo tutte le fasce di età: i più giovani preferiscono passare il tempo a casa davanti al televisore, al computer o con il cellulare in mano, piuttosto che dedicarsi ai ‘vecchi giochi da cortile’ (corsa, salto alla corda, palla ecc.) o impegnarsi nello sport. Gli adulti, anche perché spesso costretti dal ritmo frenetico che oggi la società impone, svolgono lavori sedentari, hanno sempre meno tempo libero per dedicarsi ad un’attività sportiva e per spostarsi utilizzano esclusivamente i mezzi di trasporto. Gli anziani, infine, spesso incontrano difficoltà (sociali, ambientali ed economiche, oltre che quelle psico-fisiche naturali legate all’età) che inevitabilmente li allontanano da una vita fisicamente attiva. Anche una scarsa attività motoria, oggi, è infatti considerata tra i fattori di rischio più importanti per tutte le patologie cerebro-cardiovascolari. Uno stile di vita sano (che prevede di: smettere di fumare, raggiungere il peso forma, mangiare in maniera equilibrata e svolgere regolare attività fisica) incide notevolmente sull’aspettativa di vita, con la possibilità di ben 10 anni di vita in più senza malattie. Approfittando dei mesi estivi e di queste giornate calde in cui si passano molte ore all’aria aperta, A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione Italiana per la Lotta all’Ictus Cerebrale) intende anche sottolineare l’importanza dell’assunzione della vitamina D: bassi livelli di questa vitamina, infatti, vengono riscontrati nei pazienti con patologie cardio-cerebrovascolari e sono associati a un aumentato rischio per futuri eventi. Diversi studi epidemiologici hanno riscontrato che, le persone colpite da ictus, presentano una elevata incidenza di carenza di vitamina D che potrebbe essere attribuita sia alla ridotta mobilità e diminuita esposizione al sole sia a un inadeguato apporto dietetico. Si segnala, tra l’altro, una variazione stagionale nell’incidenza dell’ictus ischemico con le percentuali più basse registrate durante la stagione estiva quando l’esposizione al sole favorisce un’assunzione maggiore della vitamina D. Non bisogna però dimenticare che una esposizione eccessiva ai raggi solari rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti per l’insorgenza di tumori della pelle e del melanoma: è necessario osservare sempre alcune semplici regole come evitare l’esposizione al sole durante gli orari più caldi (tra le 12 e le 16), utilizzare le creme solari protettive e indossare indumenti come magliette, cappelli e occhiali da sole. Quindi, sole sì, ma sempre con moderazione. L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Dei 150.000 italiani circa che ne vengono colpiti ogni anno, la metà rimane con problemi di disabilità di varia entità; attualmente sono circa 1 milione i sopravvissuti con esiti di ictus più o meno invalidanti. Rimani aggiornato sui nostri corsi ECM: https://www.ecmprovider.it/

Obesità, SIPPS: Combatterla mangiando 5 volte al giorno, spuntini allineati

Obesità - SIPPS

Obesità, SIPPS: Combatterla mangiando 5 volte al giorno, spuntini allineati Obesità – SIPPS: Adulti e bambini devono mangiare cinque volte al giorno: colazione, spuntino, pranzo, spuntino e cena. Saltare una delle tappe indicate è “correlato positivamente con un aumentato rischio di obesità, perché la distribuzione giornaliera dei pasti è uno dei fattori che possono contribuire meglio alla qualità della dieta. Cinque occasioni alimentari al giorno sono dunque ideali per una corretta distribuzione di energia e nutrienti”. A garantirlo è Martina Pirola, biologa nutrizionista e referente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che salva gli spuntini dalle false credenze. Una tra tutte è che causino un incremento dell’apporto energetico giornaliero: “Non è così- ribadisce l’esperta- i due spuntini al giorno non sono un pasto in più, anzi contribuiscono a ridurre il potenziale sovraccarico digestivo e metabolico che può conseguire a un minor numero di pasti più pesanti. Gli spuntini, riducendo il senso di fame, permettono un maggiore controllo dell’appetito. Generalmente lo spuntino di metà mattina apporta un 5% dell’energia e quello di metà pomeriggio un altro 5%”. E il gelato d’estate può essere considerato un buon alleato come spuntino? “Il gelato non è cibo spazzatura- assicura la nutrizionista- e se si vuole mangiare come spuntino allora meglio se fatto in casa con yogurt e frutta fresca. In questo modo sarà uno spuntino sano e goloso. Se ci riferiamo, invece, ai gelati confezionati, questi sono un’eccezione alla dieta sana ed equilibrata”. Molto importante, secondo la studiosa, “è evitare di dare i gelati come ricompensa per un comportamento seguito dal bambino, perché così facendo si corre il rischio che siano visti come alimenti più validi rispetto ad altri, oltre ad utilizzare il cibo come premio, e si fa passare un messaggio sbagliato”. Altri esempi di spuntini validi possono essere “la frutta fresca che, con l’apporto di fibra e vitamine- continua Pirola- contribuisce a raggiungere un introito di gruppi alimentari spesso lasciati da parte. Si possono fare spremute o centrifugati o mousses. Anche lo yogurt o il pane e marmellata sono buoni spuntini”. Attenzione però agli eccessi: “Se questi break alimentari sono fatti in abbondanza o ricchi in calorie, ma carenti in nutrienti necessari, si correrà il rischio di intercorrere nel sovrappeso e nell’obesità- avverte la biologa nutrizionista- soprattutto in età pediatrica”. Nella lista degli alleati rientra inoltre la frutta a guscio. “È un ottimo spuntino se alternata ad altri, in quanto è una valida fonte di grassi buoni, ma in eccesso non va bene”. Sotto l’ombrellone si potrebbero, inoltre, “privilegiare alimenti freschi per idratarsi adeguatamente, tra cui la frutta e verdure crude come cetrioli e carote Ci vorrà un po’ di creatività per farli mangiare ai bambini- ricorda Pirola- ma con un po’ di fantasia si riesce. Si può giocare realizzando formine a stella ad esempio”. Nel pranzo estivo, infine, i panini non sono banditi, ma occorre “scegliere il pane integrale e non farcirli in maniera esagerata. Sarebbe perfetto- conclude l’esperta- se si riuscisse ad introdurre come companatico verdura, quali i pomodori, e una fetta di prosciutto cotto magro”. Pirola ha collaborato alla realizzazione del progetto ‘Nutripiatto’ della Nestlé per l’educazione alimentare dei bambini dai 4 ai 12 anni, con il supporto scientifico della SIPPS e del Campus Biomedico di Roma. Rimani aggiornato sui nostri corsi ECM: https://www.ecmprovider.it/

Coronavirus: seconda ondata possibile. Ecco le raccomandazioni dell’Associazione Italiana di Epidemiologia

Coronavirus - seconda ondata

Coronavirus: seconda ondata possibile Con la grande circolazione del virus nel mondo, una seconda ondata è possibile. L’entità dei picchi dipenderà dalla capacità di rispettare le misure individuali e collettive di protezione, dalle attività di monitoraggio quotidiano del Servizio Sanitario e dalla capacità di garantire tempestivamente l’individuazione dei casi, il tracciamento dei contatti e l’isolamento dei sospetti. A seguito di un’accurata indagine sulle criticità emerse durante la gestione delle fasi 1 e 2 dell’epidemia da parte delle ASL, l’Associazione italiana di epidemiologia ha stilato un elenco di raccomandazioni da attuare fin da subito per essere pronti a fronteggiare nel modo più efficace un’eventuale ripresa dell’epidemia: Le raccomandazioni dell’AIE, pubblicate dalla rivista Epidemiologia e Prevenzione (www.epiprev.it), prevedono di: attivare rigorose procedure operative per le diverse componenti della sorveglianza epidemiologica, al fine di uniformare in tutto il Paese la raccolta dei dati e la risposta all’epidemia (inclusa l’unificazione delle schede informative); garantire inter-operabilità dei sistemi informativi regionali – attualmente inesistente- non solo tra Regioni, ma anche con altri sistemi informativi intra-regionali; adeguare alla nuova fase le piattaforme di sorveglianza, per consentire di raccogliere le informazioni necessarie a descrivere le nuove catene di contagio (contesti di esposizione, ambiti lavorativi, esecuzione di test sierologici, ecc.); potenziare la rete di sorveglianza sindromica (sintomi influenzali) su base nazionale, basata sui medici di medicina generale, i pediatri e gli accessi al Pronto Soccorso; potenziare il profilo strutturale e tecnologico dei Dipartimenti di Prevenzione, per assicurare il mantenimento dei sistemi di monitoraggio quotidiano dei casi ed il mantenimento delle attività di contact tracing, saggiando la capacità del sistema di reggere di fronte ad un aumento considerevole dei casi tramite “stress tests” (simulazioni); predisporre una comunicazione rapida, chiara ed efficace delle misure dell’andamento epidemico, attraverso un’adeguata dashboard in ogni Regione; esplorare metodi innovativi di identificazione precoce di focolai (es clusters spazio-temporali), in modo da consentire ai Dipartimenti di Prevenzione uno spegnimento immediato, attraverso tracciamento, isolamento fiduciario e quarantena; potenziare le capacità diagnostiche in modo da garantire un’ottimale e omogenea risposta laboratoristica e un supporto alla ricerca clinica; mantenere una struttura organizzativa modulare e flessibile nelle ASL/ASP, in modo da garantire una risposta efficace in caso di risorgenza dell’epidemia; potenziare le attività di formazione per la medicina territoriale (“preparedness”); predisporre attività di sorveglianza e screening delle popolazioni ad alto rischio, attraverso una combinazione di sierologia e tamponi virologici (considerato che entrambi i metodi presentano limiti di sensibilità e specificità, è da studiare immediatamente la migliore combinazione e frequenza di applicazione nelle diverse popolazioni – RSA, personale ospedaliero, altre popolazioni a contatto con il pubblico come gli insegnanti – ed è anche urgente sottoporre ad analisi critica gli sviluppi tecnologici riguardanti i test virali sulla saliva); favorire l’accesso ai dati della sorveglianza nazionale alla comunità scientifica per promuovere le attività di ricerca, migliorare le conoscenze sui fattori di rischio di contagio e di esito e sui presidi di prevenzione e di cura; mantenere tutte le misure igieniche e comportamentali (distanziamento, mascherine, sanificazione) con campagne informative, mirate a presentare le misure di contenimento dell’epidemia come misure solidaristiche di protezione dei più vulnerabili, in particolare gli anziani; monitorare la disponibilità di dispositivi individuali di protezione. “Le misure sin qui realizzate – conclude AIE – rendono evidente che il riconoscimento tempestivo e l’interruzione precoce delle catene di contagio rappresentano la risposta più efficace per la protezione della popolazione: il tracciamento dei contatti è un’attività essenziale per il controllo dei focolai e la prevenzione di seconde ondate epidemiche. Su queste attività devono concentrarsi gli sforzi di investimento e adattamento del sistema, insieme al supporto alle attività di ricerca scientifica, anche per promuovere soluzioni alternative al lock-down, misura sociale estrema e dannosa per l’economia, nel caso in cui la recrudescenza dell’epidemia porti a un numero importante di casi”. Rimani aggiornato sui nostri corsi ECM: https://www.ecmprovider.it/

IDO, i primi 50 Anni. Programma celebrazioni

Ido - 50 anni

IDO, i primi 50 Anni. Programma celebrazioni Non cambia il programma ma solo le date. Appuntamento dal 15 al 18 aprile 2021 con il convegno nazionale che celebrerà i 50 anni di attività dell’Istituto di Ortofonologia (IdO). Quattro giornate, otto sessioni teorico-pratiche e circa 25 talk show con persone di grande rilievo nel panorama scientifico e istituzionale. ’50 anni IdO – Dall’esperienza alle proposte’ il titolo dell’appuntamento che festeggerà mezzo secolo di lavoro dell’Istituto con l’età evolutiva, riassumendo in modo concreto il suo lungo e costante impegno a favore dell’infanzia e dell’adolescenza. > > “Abbiamo atteso le disposizioni finali riguardo l’andamento della pandemia prima di prendere decisioni, anche in virtù delle centinaia di adesioni ricevute. L’organizzazione del convegno prevede sia spazi dedicati alle relazioni e talk inerenti gli argomenti del convegno, sia spazi dedicati ai giovani. In virtù delle disposizioni ministeriali bambini e adolescenti avrebbero molta difficoltà a partecipare e non ce la sentiamo di mandare a casa i 4.000 giovani che saranno presenti. Tutte le iscrizioni restano confermate, ci scusiamo per questo disagio ma comprenderete che non è dipeso dalla nostra volontà”, scrivono Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) e Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’Istituto, in una lettera inviata ai partecipanti. > > “Questo convegno arriva dopo lo scoppio di una pandemia che ha rivoluzionato le nostre vite e ha cambiato il modo di relazionarci- spiegano gli organizzatori- È necessario ricominciare a ripensare a quanto accaduto e ad aprirci a nuove visioni, affinché il confronto scientifico si accresca e il mondo psicopedagogico si arricchisca di esperienze innovative”. Per questo motivo le quattro giornate saranno un’occasione per passare dalla distanza alla presenza, otto incontri per far ripartire una riflessione a 360 gradi su come l’epidemia Covid-19 ha modificato il mondo di lavorare nella clinica e nella scuola. Cinquant’anni di esperienza servono per raccontare chi era il bambino ieri e chi è il bambino oggi, ma non solo. Si parlerà di tutto quello che gravita intorno all’età evolutiva, coinvolgendo i professionisti dell’Istituto insieme a tanti altri esperti nazionali e internazionali. Ci saranno le Società scientifiche di pediatria, molti dirigenti scolastici e numerosi rappresentati del mondo delle istituzioni e della società civile pronti ad animare i talk show a latere dei panel. Scopri i nostri corsi ECM: https://www.ecmprovider.it/

Catania, in Unità Spinale al via il servizio della biblioteca

Catania - Unità spinale

Catania, in Unità Spinale al via il servizio della biblioteca Con il primo prestito di libri ha preso il via, stamattina, l’attività della biblioteca dell’Unità Spinale Unipolare dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro. L’inaugurazione, alla presenza tra gli altri del direttore generale dott. Salvatore Giuffrida e del direttore sanitario dott.ssa Diana Cinà, e la benedizione da parte del cappellano don Mario Torracca, hanno suggellato l’avvio del servizio rivolto principalmente ai pazienti dell’USU ma aperto a tutto l’ospedale. La biblioteca si trova al piano terra dell’Unità Spinale, nell’aula attrezzata grazie ai fondi di Corri Catania edizione 2014, ed è composta da oltre 800 volumi, dai classici della letteratura alla narrativa europea e americana fino alla saggistica italiana: in gran parte donati da Mondadori, in altra misura regalati da pazienti, familiari e operatori. L’inventario dei libri e adesso la gestione del prestito sono stati possibili grazie al supporto iniziale di AUSpiCa (Associazione Unità Spinale Cannizzaro), l’impegno dei fisioterapisti Andrea Alaimo e Cristina Iannuzzi e la determinazione della dott.ssa Maria Pia Onesta, direttore dell’USU. Il dott. Giuffrida e la dott.ssa Cinà hanno espresso il loro plauso per l’iniziativa di umanizzazione che favorisce la lettura, offrendo un servizio molto utile nel corso di una prolungata degenza. La biblioteca è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle attività che possono essere svolte dai pazienti dell’Unità Spinale e che, come ha spiegato la dott.ssa Onesta, concorrono alla presa in carico globale della persona.

Premio Innovazione Digitale nella Sclerosi Multipla 2020

Sclerosi multipla - premio innovazione

Premio Innovazione Digitale nella Sclerosi Multipla 2020 Fino a mercoledì 19 ottobre Enti Universitari e Ospedalieri pubblici o privati, IRCCS pubblici o privati e Organizzazioni senza scopo di lucro con sede nel territorio italiano, potranno partecipare alla V edizione del Premio Innovazione Digitale nella Sclerosi Multipla (già Premio Merck in Neurologia). Il Premio, indetto da Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, ha ottenuto, anche quest’anno, il patrocinio della Società Italiana di Neurologia (SIN). Favorire l’adattamento e la convivenza con la patologia attraverso la Digital Technology: questo il principale obiettivo del bando. La SM è una patologia particolarmente complessa, caratterizzata generalmente da un decorso cronico e progressivamente invalidante, che può interferire pesantemente con il lavoro, il tempo libero e i normali compiti quotidiani, condizionando – in modo significativo – la qualità di vita dal punto di vista fisico e psicologico. Da non sottovalutare proprio l’impatto psicologico: per le persone con SM può diventare più complicato anche prendere parte a semplici serate con amici, andare a concerti o al cinema. Avere difficoltà nelle attività di svago come queste ha, necessariamente, un forte impatto negativo sull’umore comportando spesso un rischio di isolamento e solitudine. Merck, anche in questa edizione, mette in palio 2 premi da € 40.000 ciascunoche saranno assegnati ai due migliori progetti in base alla graduatoria definita dalla Commissione giudicatrice. I progetti potranno coinvolgere diverse figure professionali interessate alla gestione della persona con SM In qualsiasi ambito e dovranno prevederel’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative, come ad esempio software di supporto alla persona con SM (anche in specifiche fasi della vita), programmi per la gestione delle difficoltà connesse all’attività fisica, dispositivi mobili e wireless con o senza sensori indossabili (mobile health). Potranno essere valutati, inoltre, progetti che prevedano l’attivazione di percorsi preferenziali che riducano in maniera significativa il forte impatto della patologia sulla vita quotidiana delle persone con SM, sempre attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative. Sul sito www.premioinnovazionedigitalesm.it sono disponibili tutte le informazioni relative alla modalità di partecipazione e di presentazione del progetto, ai criteri e alla modalità di valutazione, alla Commissione che giudicherà i lavori e all’annuncio dei vincitori.