Dott. Roberto Urso
Ortopedia e Traumatologia
Ospedale Maggiore di Bologna
ABSTRACT
Il campo della chirurgia della mano è un settore estremamente vasto, così come può essere piccolo il segmento interessato. La mano e il polso sono costellati da una miriade di possibili lesioni e, quasi sempre, il pensiero va alla traumatologia. E cioè alle lesioni ossee, le lesioni tendinee o quelle vascolo-nervose che molto spesso vengono provocate da insulti traumatici di tipo motociclistico, sportivo o da infortuni lavorativi. Questa branca è, invece, anche interessata, seppur in forma minore, dalle lesioni di tipo neoplastico che, come i grandi segmenti o i tumori non visibili, vanno trattati con la stessa importanza e precisione. In questa sessione si parlerà di una neoplasia abbastanza rara, ma che spesso porta, nonostante la sua natura, a mal interpretazioni e spesso a indicazioni medico-chirurgiche non corrette. Vedremo, quindi, un case report inerente una neoformazione della famiglia degli emangiomi.
Gli emangiomi:
L’emangioma cutaneo è un neoplasia appartenente agli angiomi cutanei; è un tumore benigno che si sviluppa e cresce in modo autonomo e afinalistico dalle cellule endoteliali dei nostri vasi sanguigni e l’emangioma capillare appartiene a questa categoria, presentando quasi sempre come una macchia o “voglia” della pelle.
Il suo sviluppo può essere sia precoce che tardivo; precoce perché spesso presente nel nascituro in forma di una o più piccole areole di color rosso vinaccia scuro, che il più delle volte tende a scomparire dopo poco tempo dalla nascita, i quali rappresentano circa il 30% degli emangiomi; tardivo, in quanto da piccola areola può, nel tempo, assumere dimensioni maggiori.
Un emangioma tardivo può evolvere da semplice macchia rosso scura a massa molto più grande assumendo una consistenza paragonabile ad una piccola spugna, con crescita estremamente veloce raggiungendo spesso dimensioni fino a 6-8 cm. Hanno uno sviluppo che può essere sottocutaneo o extracorporeo.
Nell’età adolescenziale il più delle volte tendono a regredire spontaneamente. E il trattamento molto spesso non è di tipo chirurgico, ma qui tratteremo una forma in paziente di mezza età sviluppatosi in modo assolutamente anomalo rispetto ai vari emangiomi che siamo abituati a vedere nelle nostre esperienze cliniche e in considerazione del fatto che le possibilità chirurgiche sono rare, in quanto la regressione della neoplasia è nella maggior parte dei casi, spontanea.
Case report:
Donna di circa 55-60 anni: al dito indice della mano destra presenza da anni di piccola macchia cutanea color rosso vinaccia di minime dimensioni, circa 2 mm di diametro. Nel corso di un tempo estremamente breve, circa 30- 35 giorni, la neoformazione ha iniziato una crescita esponenziale fino ad arrivare alla forma ovulare e di misura di circa 4 cm per 3 cm.
La caratteristica più importante, oltre alla dimensione assunta in breve tempo, era l’aspetto di tipo lobato e la sua importante vascolarizzazione che lo portava al sanguinamento appena veniva toccato o grattato. Tant’è che la paziente si trovò costretta a mantenerlo sempre bendato sia per proteggersi dai sanguinamenti, sia per coprire una forma neoplastica avente un brutto aspetto. Un’altra caratteristica era la totale assenza di dolore e la perfetta funzionalità del dito della mano con una flesso-estensione assolutamente conservata ma che.
Causa le dimensioni, portavano sempre al traumatismo dell’emangioma con relativo sanguinamento. Come si vede dalla figura 1 il quadro clinico che si presentò non era di bell’aspetto, con una dimensione importante, con un aspetto vascolarizzato e una crescita estremamente veloce. La paziente fu sottoposta a vari esami clinici e laboratoristici preparativi all’intervento, escludendo dalla anamnesi familiarità per malattie tumorali.
E una valutazione anestesiologica determinò la scelta dell’anestesia di tipo plessico, invece che locale, in quanto una chirurgia applicata ad un segmento così piccolo imponeva una ischemizzazione di una porzione più alta della semplice mano, così che il campo chirurgico potesse essere esteso fino al gomito nel caso che si fosse reso necessario un approccio più vasto di quanto in realtà fu fatto. Sul campo chirurgico, con laccio alla radice dell’arto, si potè manovrare la neoplasia liberamente, senza rischi di sanguinamento attivo che avrebbero potuto compromettere la visione in toto dell’intervento.
Sollevato il tumore ci si rese conto che lo stesso era cresciuto partendo da quella unica piccola macchia della pelle che la paziente aveva sempre avuto. Una vera e propria evaginazione di tessuto. La parte interessata era partente dal punto di passaggio del fascio vascolonervoso mediale del dito e, il rischio, era quello di una possibile interessamento del ramo sensitivo del dito.
La enucleazione fu estremamente semplice e la zona di nascita del tumore fu cauterizzata e applicato solo un punto di sutura. Una normale medicazione fu posizionata a fine intervento e al risveglio dell’arto interessato non si ebbero danni di tipo neurologico. La neoformazione fu poi inviata al laboratorio per eseguire una biopsia mirata, la cui risposta fu di “emangioma capillare lobulato”, quindi una neoplasia benigna, asportata in toto e che non ha lasciato strascichi clinici alla paziente, la quale, dopo pochi giorni, ha ricominciato le sue ordinarie attività lavorative.