La realizzazione di un coordinamento regionale multidisciplinare per la prevenzione delle fratture da fragilità è stata valutata positivamente dal dott. Mario Bentivegna, responsabile del Centro Integrato Ospedale / Territorio di Reumatologia dell’ASP 7 di Ragusa.
Dolore e affaticamento insostenibili, sono alcuni dei sintomi nei quali si traducono le fratture da fragilità, eventi che colpiscono uomini e donne e costituiscono un enorme problema di salute pubblica in tutto il mondo, soprattutto negli ultimi anni in considerazione del progressivo aumento dell’età media della popolazione generale. Si tratta di un grave ostacolo all’invecchiamento in buona salute, che può compromettere l’indipendenza e la qualità della vita dei 4 milioni di persone che convivono con l’osteoporosi in Italia.
Pare che una donna su tre e uomo su 5 sopra i 50 anni, svilupperà una frattura da fragilità. Questa è causata dalla rottura di un osso fragile del nostro scheletro e si differenzia da quella da trauma perché non è causata da un evento tale da giustificare una simile lesione. A rompersi infatti non è un osso sano ma sono segmenti indeboliti, di frequente a seguito di un processo osteoporotico, ma non solo. Sono le conseguenze di una ridotta resistenza (vedi glossario) dello scheletro, in seguito a un’alterazione della quantità e/o della qualità del tessuto osseo (osteoporosi), una situazione resa particolarmente insidiosa per il fatto che spesso è asintomatica, fino al manifestarsi della frattura da fragilità. Colpisce più di frequente vertebre, collo del femore, avambraccio/ep
Lo abbiamo intervistato in occasione del 7° Congresso CReI – Collegio dei Reumatologi italiani Sicilia svolto a Giardini Naxos lo scorso fine settimana su iniziativa del dott. Aldo Molica Colella.
L’intervista è di Salvo Falcone; il congresso è stato organizzato da AV Eventi e Formazione.
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