Virgilio Paola Daniela, Pedagogista, PhD student at University of Cordoba, Faculty of Legal and Social Science.
Jiménez Fanjul N. – PhD from the University of Córdoba (UCO) in the Social and Legal Sciences program. Professor of Didacties of Mathematics Teaching. Department of Mathematics. Universidad de Córdoba (UCO), Córdoba, Spain.
Renda N. – Psichiatra, Ser.T. ASP TP
Schifano M. – Psicologo, responsabile U.O. Psicologia clinica e di Comunità ASP TP
Maz Machado A. -PhD in Mathematics from the University of Granada (UGR). Professor of Didacties of Mathematics. Department of Mathematics. Universidad de Córdoba (UCO), Córdoba, Spain.
Abstract
According to some studies, the borderline cognitive functioning exists significantly within (clinical) population, especially during childhood and adolescence. That’s why we need to examine further the problem.
This article analyzes the current scientific literature, focusing on relationships between borderline cognitive functioning and mental disability.
The purpose of the study is to offer a psychopedagogical analysis of the problem, from pre-school age up to adulthood.
The review aims to provide a clear picture of the probability of developing psychiatric problems, by comparing children and adolescents affected by borderline intellectual problems with young people whose IQ is greater than 80.
Alcuni studi dimostrano che il funzionamento cognitivo borderline è significativamente presente nelle popolazioni cliniche specialmente nell’infanzia e nell’adolescenza. Ciò giustifica la necessità di ulteriori analisi del problema. Quest’ articolo esamina la letteratura attuale e si concentra sui collegamenti tra il funzionamento cognitivo borderline e il ritardo mentale e propone una riflessione psicopedagogica del problema in età prescolare, scolare e adulta. Il contributo è una riflessione sulle probabilità che hanno i bambini e gli adolescenti con Funzionamento Intellettivo Borderlinedi sviluppare problemi di natura psichiatrica rispetto a giovanissimi con QI superiori a 80.
Introduzione
Il funzionamento intellettivo borderline, posto per definizione come una sorta di limbo, un confine tra intelligenza normale e ritardo mentale (e.g. Vianello et al., 2014), costituisce una popolazione a cui oggi è necessario prestare grande attenzione. Una quota non trascurabile dei soggetti che approdano alla cura specialistica, segnalati dalle scuole, evidenziano una significativa correlazione tra il funzionamento intellettivo al limite ed una evoluzione verso la patologia psichiatrica e la deriva sociale (Biaggini 2004).
La fragilità emotiva e intellettiva espone bambini e adolescenti con funzionamento intellettivo borderlinea rischi di implicazioni psicopatologiche, poiché sperimentano l’insuccesso scolastico che provoca in loro un grave stress emotivo. In alcuni casi, talvolta, sfocia in comportamenti e psicopatologie con componenti di aggressività, e stati d’ansia. A scuola, in classe, i problemi riscontrati dagli insegnanti sono legati a: lentezza, scarso rendimento in tutte le discipline, scarsa capacità mnestica, iperattività, difficoltà di lettura e scrittura, disattenzione, atteggiamento rigido e poco adattivoed alterazioni affettive che, come dicevamo, si manifestano, in alcuni casi, con impulsività e aggressività. Nei casi più complessi i soggetti con Funzionamento Intellettivo Borderline presentano una comorbidità altissima con i disturbi psichiatrici (Wallander, J.L., Dekker, M.C., &Koot, H. M. 2003);
Approfondimento
Il funzionamento cognitivo limite (o borderline) delinea un quadro che va dall’ipoevoluzione nell’organizzazione cognitiva, immaturità psicoaffettiva e difficoltà ad acquisire un pensiero flessibile – fondamentale per risolvere operazioni mentali complesse, a casi di compromissioni maggiori che possono riguardare anche l’area del linguaggio.
I bambini e gli adolescenti che presentano un Funzionamento Cognitivo Limite rientrano nella categoria dei Bisogni Educativi Speciali (BES).Nei casi in cui si ottenga un punteggio di QI che si attesta nella fascia borderline è necessario ottenere un profilo di funzionamento allargato anche alla valutazione del linguaggio, delle funzioni esecutive, delle abilità visuo-spaziali, della lettura, della scrittura, delle abilità di calcolo, della comprensione del testo e del problemsolving; ma occorre anche escludere la presenza di eventuali disturbi del neurosviluppo e/o condizioni mediche associate (es. sindrome di Prader Willi).
Tra i primi passaggi più significativi ed importanti bisogna sottolineare la necessità di escludere la presenza di un disturbo del linguaggio, tenendo a mente la natura biunivoca della relazione tra linguaggio e lettura: il linguaggio, infatti, è necessario per imparare a leggere (Carroll e Snowling, 2004) e il tempo dedicato alla lettura influenzerà lo sviluppo di un adeguato bagaglio lessicale che, a sua volta, influirà sull’efficienza della lettura (Chilosi, Lami, Pizzoli, Pignatti, D’Alessandro, Gruppioni, Cipriani e Brizzolara, 2003).
Sarà anche necessario escludere la presenza di un deficit dell’attenzione/iperattività o l’eventuale compromissione delle funzioni esecutive (es: abilità di pianificazione, programmazione ed esecuzione, controllo e memoria di lavoro).
Considerata, inoltre, la frequente comorbidità con il disturbo evolutivo della coordinazione motoria (DCD) (presente in misura variabile tra il 35 e il 47%, secondo lo studio di Kadesjo e Gillberg, 2001) sarà opportuno, anche, escludere con anamnesi e valutazione clinica, la presenza di elementi riconducibili a difficoltà di coordinazione motoria.
E infine, potrà essere utile e/o necessario escludere la presenza di un disturbo non verbale dell’apprendimento (NVLD), caratterizzato da difficoltà cognitive specifiche di natura visuo-spaziale (es: nell’incolonnamento dei numeri, nella lettura direzionale da sinistra a destra, nella lettura e riproduzione di segni aritmetici, nei riporti e nelle procedure, nell’operare con figure-regole geometriche, in geografia).
Infine va considerato che bambini ed adolescenti con disturbi del neurosviluppo sono in larga misura esposti: ad insuccessi scolastici, frustrazioni, difficoltà emotive e comportamentali (e.g. Nestler&Goldbeck, 2011), superiori livelli di ansia (e.g. Alesi et al., 2015). In considerazione di ciò il profilo psicologico va allargato agli aspetti emotivi-relazionali ed al fondamentale ruolo che questi aspetti hanno nella prognosi (Kempe, Gustafson e Samuelsson, 2011).
Il compito degli specialisti è di: valutare il soggetto nella sua complessità emotiva e neuropsicologica, escludere patologie neurologiche o sensoriali (visive/uditive), fornire un inquadramento diagnostico preciso (comprensivo di codifica secondo la classificazione ICD-10 e/o DSM-5), individuare un profilo di funzionamento dal quale si possano ricavare indicazioni per la personalizzazione delle strategie didattiche e delle modalità valutative (Termine e Stella, 2013).
L’insegnante potrà trarre dal profilo funzionale tutti gli elementi utili a calibrare la metodologia didattica, come previsto dalla Direttiva MIUR del 27.12.2012.
È importante, inoltre, sottolineare che le diverse tipologie di
Funzionamento Intellettivo Limite o Borderlinesono strettamente legate alla loro origine (da Vianello et al., 2014), ovvero:
• Funzionamento Intellettivo Borderline “naturale”, non dovuto a cause biologiche o ambientali;
• Funzionamento Intellettivo Borderline per cause biologiche genetiche, suddiviso in:
o Sindromi genetiche come Prader-Willi, Turner, Klinefelter, Cornelia De Lange, Noonan, XXX, Distrofia muscolare di Duchenne;
o Autismo ad alto funzionamento o sindrome di Asperger;
• Funzionamento Intellettivo Borderline per cause biologiche non genetiche, suddivise in:
o Prenatale e perinatale;
o Postnatale;
• Funzionamento Intellettivo Borderline dovuto a svantaggio socioculturale (comprese le situazioni in cui le differenze si trasformano in carenze, come in certe immigrazioni);
• Funzionamento Intellettivo Borderline dovuto a inibizione intellettiva (es. caso recente di psicopatologia ossessivo-compulsiva);
• Funzionamento Intellettivo Borderline causato da effetti indiretti:
o Disturbi specifici di apprendimento;
o Deficit di attenzione con o senza iperattività;
o Disturbi della comunicazione.
Nel Funzionamento Intellettivo Borderline o Limite è frequente la comorbidità con altri disturbi o condizioni cliniche, per esempio di tipo psichiatrico. Nei casi di comorbidità del Funzionamento Intellettivo Borderline e del Deficit dell’Attenzione” (ADHD) la prevalenza di disturbi psichiatrici è circa il 40% (e.g. Rose et al., 2008; Vianello et al., 2014).
Secondo recenti studi, infatti, il Funzionamento Intellettivo Limite (FIL)riguarderebbe circa il 13% della popolazione. I dati europei più attendibili, raccolti su un campione di quasi 8.500 adulti, indicano una prevalenza di 1 persona su 8 (Hassiotis 2008).
La complessità del FIL è legata anche all’elevata vulnerabilità psicopatologica: diversi studi hanno rilevato una prevalenza di disturbi psichiatrici significativamente più alta rispetto alla popolazione generale, soprattutto disturbi d’ansia (Virgilio et al, 2018), di personalità e disturbi correlati all’abuso di sostanze. Sono stati ripetutamente rilevati tassi più alti anche di emarginazione, sfruttamento, abuso, rischio d’abbandono, tentativi di suicidio, ricorso a terapie psicofarmacologiche e a servizi territoriali di assistenza, inclusi quelli d’emergenza.
Uno studio olandese ha rilevato che la presenza di FIL nei pazienti psichiatrici è molto più elevata di quanto non sia normalmente ritenuto dalla maggior parte degli stessi psichiatri. Lo studio ha previsto lo screening per FIL e disabilità intellettiva di grado lieve in 208 pazienti ricoverati presso reparti psichiatrici: il 43,8% del campione è risultato positivo e ha mostrato associazioni non tanto a una specifica diagnosi psichiatrica quanto al maggior numero di ricoveri e interventi obbligatori. Questi fattori prognostici negativi possono dipendere sia dalla presenza di FIL ma anche dalla sua inadeguata o intempestiva identificazione (Nieuwenhuis 2017).
Conclusioni
Un profilo funzionale preciso, completo e attento, una larga condivisione scientifica ed interdisciplinare dei criteri per una diagnosi specialistica servono a garantire il diritto alla personalizzazione (medicina di precisione) clinica, didattica e valutativa. In ambito educativo ciò aiuta il compito dell’insegnante, chiamato alla piena espressione della sua professionalità.
La diagnosi differenziale tra Funzionamento Intellettivo Limite e Ritardo mentale (un QI di 70 o inferiore) è particolarmente difficile quando è complicata dalla coesistenza di alcuni disturbi mentali (per es., schizofrenia), pertanto la frequente comorbidità con altri disturbi o condizioni cliniche suggerisce maggiori ricerche e studi in questo ambito, soprattutto c’è da comprendere meglio quali e quanti sono i rischi, in età adulta, di sviluppare problemi di salute mentale, un maggiore rischio di disturbi psichiatrici (e.g. Gigi et al., 2014; Einfield et al., 2011; Hassiotis et al., 2008; Nouwens et al., 2016), di uso e abuso di alcool o droghe (e.g. Gigi et al., 2014), di comportamenti suicidari, di esposizione ad ambienti poco stimolanti e svantaggio socio-economico e culturale (e.g. Emerson et al., 2010; Vianello, DiNuovo, & Lanfranchi, 2014). La ricerca futura può aiutare a mettere in evidenza i possibili ostacoli incontrati nelle diverse fasi di sviluppo e guidare i cambiamenti nei servizi, nelle attività, nei percorsi educativi di supporto per rispondere meglio ai bisogni dei bambini e degli adolescenti con Funzionamento Intellettivo Borderline.
Bibliografia
• American Psychiatric Association – APA (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders, Fifth Edition (DSM-5). Washington, D.C.: APA.
• Brennan, L., Barton, M., Chen, C. M., Green, J., & Fein, D. (2015). Detecting subgroups in children diagnosed with pervasive developmental disorder – not otherwise Specified. Journal of Autism and Developmental Disorders, 45(5), 1329–1344. doi:10.1007/s10803-014-2295-3
• Carroll, J.M., Snowling, M.J. (2004). Language and phonological skills in children at high risk of reading difficulties. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 45(3), 631-640.
• Chen, C. Y., Lawlor, J. P., Duggan, A. K., Hardy, J. B., & Eaton, W. W. (2006). Mild cognitive impairment in early life and mental health problems in adulthood. American Journal of Public Health, 96(10), 1772–1778. doi:10.2105/AJPH.2004.057075
• Chilosi, A.M., Lami, L., Pizzoli, C., Pignatti, B., D’Alessandro, D., Gruppioni, B., Cipriani, P., Brizzolara, D. (2003). Profili neuropsicologici nella dislessia evolutiva. Psicologia Clinica dello Sviluppo, 2(7), 269-285.
• Cornoldi, C., Giofrè, D., Orsini, A., Pezzuti, L. (2014). Differences in the intellectual profile of children with intellectual vs. learning disability. Research in Developmental Disabilities, 35(9), 2224- 2230.
• Didden R. Substance use and abuse in individuals with mild intellectual disability or borderline intellectual functioning: An introduction to the special section. Res Dev Disabil. 2017 Feb 17. pii: S0891-4222(17)30043-4.
• Greenspan S. Borderline intellectual functioning: an update. CurrOpin Psychiatry. 2017 Mar; 30(2):113-122.
• Hassiotis A, Strydom A, Hall I, Ali A, Lawrence-Smith G, Meltzer H, Head J, Bebbington P. Psychiatric morbidity and social functioning among adults with borderline intelligence living in private households. J Intellect Disabil Res. 2008; 52: 95-106.
• Istituto Superiore di Sanità (2011). Disturbi specifici dell’apprendimento. Consensus Conference, Roma 6-7 dicembre 2010. Roma, Sistema nazionale per le linee guida, 2011.
• Kadesjö, B., Gillberg, C. (2001). The comorbidity of ADHD in the general population of Swedish school-age children. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 42(4), 487-492.
• Kempe, C., Gustafson, S., Samuelsson, S. (2011). A longitudinal study of early reading difficulties and subsequent problem behaviors. Scandinavian Journal of Psychology, 52, 242-250.
• Kerker BD, Owens PL, Zigler E, Horwitz SM. Disturbi della salute mentale tra individui con ritardo mentale: sfide a stime di prevalenza accurate. Public Health Rep. 2004; 119: 409-417.
• Nieuwenhuis JG, Noorthoorn EO, Nijman HLI, Naarding P, Mulder CL (2017). A Blind Spot? Screening for Mild Intellectual Disability and Borderline Intellectual Functioning in Admitted Psychiatric Patients: Prevalence and Associations with Coercive Measures. PLoS One. 2017 Feb 2; 12(2):e0168847
• Salvador-Carulla L, García-Gutiérrez JC, Ruiz Gutiérrez-Colosía M, Artigas-Pallarès J, García Ibáñez J, González Pérez J et al. Borderline intellectual functioning: consensus and good practice guidelines. Rev PsiquiatrSaludMent. 2013 Jul-Sep; 6 (3):109-20.
• Termine, C., Stella, G. (2013). La diagnosi della dislessia e degli altri disturbi specifici dell’apprendimento. Torino: Edizioni Omega.
• Valentina IvancichBiaggini, Funzionamento Cognitivo Borderline in età evolutiva: un rischio sottovalutato?, in “Psicologia clinica dello sviluppo, Rivista quadrimestrale” 1/2004, pp. 29-46, doi: 10.1449/13172
• Vianello, R., Cornoldi, C. (2017). Riflessioni sul Funzionamento Intellettivo Limite o Borderline: proposta per una Discussione. Proposta di discussione a cura di Renzo Vianello e Cesare Cornoldi. Psicologia clinica dello sviluppo, 2, 257-265.
• Virgilio, P. D., & Pagano, V. (2018) Aspetti psicopedagogici dell’ansia e del panico. In Renda N. et al. (Eds.), Il Disturbo di Panico (pp. ). Milano, Italy: Alpes.
• Wallander, J.L., Dekker, M.C., &Koot, H. M. (2003). Psychopathology in children and adolescents with intellectual disability: Measurement, prevalence, course and risk. In L. M. Glidden (Ed.), International Review of Research in Mental Retardation (Vol. 36, pp. 93-134). San Diego, CA: Academic Press.
• Wieland J, Kapitein-de Haan S, Zitman FG. Psychiatric disorders in outpatients with borderline intellectual functioning: comparison with both outpatients from regular mental health care and outpatients with mild intellectual disabilities. Can J Psychiatry. 2014 Apr; 59 (4):213-9.
• Wieland J, Zitman FG. It is time to bring borderline intellectual functioning back into the main fold of classification systems. BJPsych Bull. 2016 Aug;40(4):204-6.