Dott.ssa Paola Daniela Virgilio
PhD in Scienze Sociali e Giuridiche,
Pedagogista, Trapani
Abstract
L’Unione Europea definisce con l’acronimo ELET (Early Leaving from Education and Training) il fenomeno dell’abbandono dell’istruzione scolastica o della formazione professionale e con NEET (Not in Education, Employment or Training) l’indicatore atto a individuare la quota di popolazione, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, che non sia occupata o inserita in un percorso di istruzione o di formazione. La dispersione scolastica è un fenomeno complesso che riconosce varie cause socio-economiche; è una responsabilità comune di individui ed istituzioni, nell’intento di promuovere strategie efficaci, che potrebbe trovare un fattore di prevenzione nel rapporto fondamentale fra gli studenti e gli insegnanti, uniti dal comune interesse di favorire un percorso formativo proficuo per tutti; il TVD si è rivelato uno strumento molto utile ed efficace per comprendere meglio le difficoltà ed i disagi degli studenti.
The European Union defines the phenomenon of abandonment of school education or professional training with the acronym ELET (Early Leaving from Education and Training) and with NEET (Not in Education, Employment or Training) the indicator suitable for identifying the share of the population, aged between 15 and 29, who is not employed or engaged in education or training. School dropout is a complex phenomenon that recognizes various socio-economic causes; it is a common responsibility of individuals and institutions, with the aim of promoting effective strategies, which could find a prevention factor in the fundamental relationship between students and teachers, united by the common interest of promoting a profitable training path for all; the TVD proved to be a very useful and effective tool for better understanding the difficulties and discomforts of students.
———————————————————————————————————————
La dispersione formativa è un fenomeno complesso e multifattoriale che coinvolge una serie di problematiche sociali ed individuali, influenzando direttamente l’abbandono dei percorsi d’istruzione e le opportunità future dei giovani. Questo problema pone una serie di interrogativi critici su quale sia la responsabilità principale di tale fenomeno e se questa sia il risultato di scelte individuali, di lacune del sistema educativo o di una combinazione di entrambe.
In Italia, sono state da tempo introdotte due regole fondamentali; la primo è l’Obbligo di Istruzione: riformulata nel 2006, prevede che l’istruzione obbligatoria duri almeno 10 anni, quindi riguarda la fascia di studenti di età compresa tra i 6 e i 16 anni; la seconda è il Diritto-Dovere all’Istruzione: introdotta nel 2005, prevede il proseguimento del percorso formativo per ulteriori 2 anni o, in alternativa, fino al conseguimento di una qualifica professionale di durata almeno triennale, entro il 18° anno di età. Il concetto di diritto-dovere completa, quindi, l’obbligo di istruzione e la parola “dovere”, cioè obbligo, unita a “diritto” garantisce l’opportunità di raggiungere, in linea anche con le indicazioni dell’Unione Europea, i livelli culturali necessari per sviluppare capacità e competenze generali e specifiche in linea con attitudini e desideri personali, al fine di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Tutto ciò delinea un quadro complesso e stratificato di responsabilità ed impegno educativi che, sebbene nascano dall’intento di guidare gli studenti attraverso validi percorsi formativi, possono risultare confusi e poco chiari per gli interessati, rendendo più complesso il fenomeno dell’allontanamento dei ragazzi dagli studi.
La terminologia utilizzata per descrivere la dispersione formativa, in Italia, è variegata e riflette diverse sfumature del fenomeno. Termini come “dispersione”, “abbandono”, “dispersione scolastica” e “dispersione formativa” offrono diverse angolazioni da cui affrontare il problema; tuttavia, questa diversità terminologica può generare confusione e ambiguità, rendendo difficile una comprensione chiara e condivisa del fenomeno.
In questo scenario, l’Unione Europea ha introdotto indicatori come l’ELET (Early Leaving from Education and Training) e il NEET (Not in Employment, Education, or Training) per misurare e confrontare la dispersione formativa tra i diversi Paesi membri. Sebbene questi indicatori offrano uno strumento utile per analizzare il fenomeno, presentano anche limiti metodologici e interpretativi che ne riducono l’applicabilità e la capacità di catturare la complessità del fenomeno.
L’abbandono precoce degli studi ha conseguenze gravi e durature, compromettendo le opportunità di inserimento lavorativo, aumentando il rischio di esclusione sociale e riducendo la fiducia nelle istituzioni. Queste conseguenze si riflettono anche a livello macroeconomico, con impatti significativi sulla spesa pubblica e sullo sviluppo socioeconomico del paese.
In Italia, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni nel ridurre l’ELET, il Paese continua a confrontarsi con tassi elevati di dispersione formativa e di NEET, con significative disparità di genere, condizione migratoria e geografica. Questa situazione richiede l’adozione di strategie e politiche pubbliche mirate e integrate per affrontare le sfide specifiche e promuovere la realizzazione del percorso di istruzione e l’inclusione sociale dei giovani.
La dispersione formativa rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio olistico e integrato. È fondamentale riconoscere la responsabilità condivisa tra individui e istituzioni nel promuovere il successo formativo e sviluppare strategie efficaci e sostenibili per contrastare il fenomeno. Questo impegno congiunto è essenziale per realizzare una società più equa, inclusiva e resiliente, dove ogni giovane abbia l’opportunità di realizzare il proprio potenziale e contribuire al benessere collettivo.
A mio parere, il futuro si costruisce in larga misura all’interno dell’esperienza scolastica e nel sistema complesso di relazioni verticali e orizzontali che la caratterizzano. Questo assioma sottolinea l’importanza cruciale della scuola come contesto formativo e sociale, in cui gli studenti non solo acquisiscono conoscenze e competenze, ma sviluppano anche le proprie identità, relazioni e prospettive sul mondo.
L’analisi delle condizioni che favoriscono o impediscono situazioni di disagio degli studenti ha evidenziato una serie di fattori chiave; da un lato, variabili individuali come lo status migratorio, la situazione occupazionale dei genitori e l’esperienza di separazioni o divorzi familiari possono contribuire a determinare situazioni di disagio scolastico; dall’altro lato, i fattori di prevenzione del disagio sono spesso contestuali e riguardano la qualità delle relazioni tra gli studenti e gli insegnanti. La soddisfazione per le competenze degli insegnanti, la percezione della loro capacità di comprendere le esigenze degli studenti e l’attenzione che dedicano loro sono elementi chiave che possono contribuire a ridurre i rischi di disagio ed abbandono.
In questo contesto, il TVD (Tempo di Vita Della scuola) si è rivelato uno strumento prezioso per esplorare i significati che gli studenti attribuiscono alla vita scolastica e per identificare le aree di difficoltà che ne caratterizzano l’esperienza. Questi risultati offrono spunti fondamentali per sviluppare interventi mirati che promuovano il benessere scolastico e il successo formativo e che supportino gli insegnanti nel migliorare le proprie pratiche educative e didattiche.
Da questo riscontro risulta, infatti, come un significativo numero di studenti manifesti un disagio scolastico di grado medio e grave, sottolineando la necessità urgente di interventi socialmente negoziati che tengano conto delle specificità dei contesti e delle situazioni individuali.
Gli intervistati hanno descritto l’abbandono scolastico come un evento drammatico, caratterizzato da insuccessi formativi e frequenti cambiamenti di istituti o indirizzi. L’analisi delle loro narrazioni ha permesso di identificare quattro tipologie di percorsi di dispersione: isolati, impazienti, instabili e immigrati, ognuno con specifiche caratteristiche socioculturali e vissuti scolastici.
Il processo di condivisione e negoziazione dei dati che emergono, negli ultimi anni, rappresenta un momento fondamentale di riflessione e collaborazione tra ricercatori e professionisti del settore. Questo ci permette di elaborare strategie condivise per affrontare il fenomeno della dispersione scolastica, con l’obiettivo di costruire un insieme di azioni educative rilevanti ed efficaci, che coinvolgono insegnanti, dirigenti, educatori e tecnici.
In conclusione, la sfida della dispersione scolastica richiede un approccio integrato e collaborativo, che tenga conto delle complesse interazioni tra fattori individuali, contestuali e sistemici. È fondamentale investire in interventi mirati, basati su evidenze, che promuovano un ambiente scolastico inclusivo, sostenitore e rispettoso delle diversità individuali, al fine di garantire a tutti gli studenti opportunità di apprendimento e sviluppo ottimali.
Bibliografia
- ABRAMCZYK L.W. (1995), I Gruppi Focali come strumento di ricerca e valutazione, in T. Vecchiato, La valutazione dei servizi sociali e sanitari, (pp. 136-148) Padova, Fondazione Zancan.
- ACOCELLA I. (2008), Il focus group: teoria e tecnica, Franco Angeli, Milano.
- ALBANESI C. (2004), I focus group, Carocci, Roma.
- ALLULLI G. (2010), Politiche europee della formazione e delle risorse umane. Dalla strategia di Lisbona a Europa 2020, pubblicazione on line.
- AMERIO P. (2009), L’action research tra psicologia sociale e politica in Ricerche di Psicologia, numero speciale, III e IV, Franco Angeli, Milano, p. 23 – 50.
- BELLOTTI C., & RACCAGNI D. (2023). Stare bene a scuola Il ruolo del dirigente nel 3-H Project (Head, Heart, Hand). Dirigenti Scuola, 81.
- BENVEGNUTO G., RESCALLI G., VISALBERGHI A. (2000), Indagine sulla dispersione scolastica, La Nuova Italia, Firenze.
- BESOZZI E. (2006), Società, cultura, educazione, Roma: Carocci.
- BESOZZI, E. (2006), Società, cultura, educazione, Roma: Carocci.
- BENZI, L. (2023). Gestione didattica e inclusione scolastica. DIRIGENTI SCUOLA, 65.
- BIANCHINI, P., & GUGLIELMINI, G. (2023). Nuovi modelli di leadership e contrasto alla dispersione: il ruolo dei DS e la metodologia del Provaci ancora Sam nel contesto territoriale di una grande città. DIRIGENTI SCUOLA, 42, 267-282.
- BOFFO, V., FEDERIGHI, P., & TORLONE, F. (2015), Educational Jobs. Youth and Employability in the Social Economy: Investigations in Italy, Malta, Portugal, Romania, Spain, United Kingdom (Vol. 2), Firenze: Firenze University Press.
- CRAIK, F.I.M., & SALTHOUSE, T.A. (2000). The handbook of aging and cognition. Psychology Press.
- CRANTON, P., & COHEN, L. (2013), “Learning through Teaching: A Narrative Analysis”, in V. Wang (a cura di), Handbook of Research on Teaching and Learning in K-20 Education, Hershey: Idea Group, pp. 17-33.
- DAGNA, P. (2023). Dalla teoria alla pratica: un percorso di formazione per contrastare la dispersione. DIRIGENTI SCUOLA, 76.
- DI PALMA, D. (2023). Strategie didattiche per contrastare e prevenire la dispersione scolastica e promuovere il benessere. DIRIGENTI SCUOLA, 42.
- DOZZA, L. (a cura di) (2007), Contesti educativi per il sociale. Approcci e strategie per il benessere individuale e di comunità, Trento: Erickson.
- FRABBONI, F., & BALDACCI, M. (a cura di) (2004), Didattica e successo formativo. Strategie per la prevenzione della dispersione scolastica, Milano: Franco Angeli.
- GNALDI, M., & RANALLI, M.G. (2011), “Proprietà degli indicatori di qualità della ricerca scientifica”, in L. Fabbris (a cura di), Criteri e indicatori per misurare l’efficacia delle attività universitarie, Padova: Cleup, pp. 279-298.
- GRANGE, T. (2011), “Differenziazione pedagogica e equità formativa nella scuola. Nuove sfide e antichi dibattiti”, in C. Piu, A. Piu & O. De Pietro (a cura di), I tempi e i luoghi della formazione, Roma: Monolite editrice, pp. 73-80.
- ILLERIS, K. (2014), Transformative learning and identity, New York: Routledge.
- MANCINI, G., & GABRIELLI, G. (2012), TVD. Test di valutazione del disagio e della dispersione scolastica, Trento: Erickson.
- MAXWELL, J. (2005), Qualitative research design. An iterative approach, Thousand Oaks: Sage.
- MEZIROW, J. (2003), Apprendimento e trasformazione. Il significato dell’esperienza e il valore della riflessione nell’apprendimento degli adulti, Milano: Raffaello Cortina Editore.
- MEZIROW, J., & Associates (2000), Learning as Transformation. Critical perspective on a theory in progress, San Francisco: Jossey-Bass.
- MEZIROW, J., TAYLOR, E., & Associates (2011), Transformative Learning in Practice. Insights from Community, Workplace, and Higher Education, New Jersey: John Wiley & Sons.
- MONTANARI, M. (2023). Il Dirigente scolastico come agente inclusivo nel contrasto alla dispersione e all’insuccesso formativo. Dirigenti Scuola, 94.
- MORETTI, G. (2020). Dirigenza, leadership educativa diffusa e qualità dell’inclusione. Dirigenza, leadership educativa diffusa e qualità dell’inclusione, 448-477.
- PASTA, S. (2019). Innovazione didattica e ripensamento della scuola: la necessaria risposta alla dispersione scolastica. PEDAGOGIA E VITA, (3), 109-116.
- PELIZZARI, M. (2023). La costruzione della resilienza a scuola: un percorso formativo. DIRIGENTI SCUOLA, 53.
- PIEKKARI, R., & WELCH, D. (2023). La formazione alla resilienza dei DS. DIRIGENTI SCUOLA, 57.
- RESS, A. (2007), “L’abbandono. Una sfida aperta per la scuola”, in A. Cavalli, G. Argentin (a cura di), Giovani e scuola: un’indagine sulla Fondazione per la Scuola realizzata dall’Istituto IARD, Bologna: Il Mulino, pp. 143-182.
- RIVOLTELLA, P.C. (a cura di) (2015), Smart Future. Didattica, media digitali e inclusione. Didattica, media digitali e inclusione, Milano: Franco Angeli.
- SANTACROCE, G. (2023). Il ruolo del dirigente nella gestione dei processi formativi. DIRIGENTI SCUOLA, 45.
- SHANI, A.B.(R.), GUERCI, M., & CIRELLA, S. (a cura di) (2014), Collaborative Management Research. Teoria, metodi, esperienze, Milano: Raffaello Cortina Editore.
- SILVA, G. (2023). La pedagogia del dirigente: la gestione dei processi formativi inclusivi. DIRIGENTI SCUOLA, 61.
- SILVA, J. (2023). La resilienza come competenza chiave del DS. DIRIGENTI SCUOLA, 48.
- VALLI, L., & BANI, S. (2023). La formazione dei DS nell’era digitale. DIRIGENTI SCUOLA, 70.
- VERONESI, P. (2023). La formazione alla resilienza nei percorsi formativi per DS. DIRIGENTI SCUOLA, 59.
- VIRGILIO, P. D., JIMÉNEZ FANJUL, N., CARBELLIDO ESPINOSA, M. S., & MAZ MACHADO (2020) La pedagogia della salute nell’era della globalizzazione e della digitalizzazione. Canterano, Roma: Aracne.
- WANG, V. (a cura di) (2013), Handbook of Research on Teaching and Learning in K-20 Education, Hershey: Idea Group.
- ZANETTI, M. (2023). Leadership educativa e formazione alla resilienza: percorsi formativi per DS. DIRIGENTI SCUOLA, 55.
- ZUCCOLI, A. (2023). La formazione alla resilienza: una sfida per il dirigente scolastico. DIRIGENTI SCUOLA, 51.
Biografia
Paola Daniela Virgilio, nata a Erice nel ’71, PhD in Scienze Sociali e Giuridiche, Pedagogista. Docente di Scuola Primaria, utilizzata presso L’USR Sicilia Uff. XI A.T. di Trapani per il Progetto Sistema Nazionale di Valutazione L107/20. Docente a Contratto presso l’Università di Palermo, dove insegna “Pedagogia Speciale” nei corsi TFA. Vice Presidente nazionale ANPE Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani. Vice Direttore rivista Professione Pedagogista edito La Rondine.
Impegnata nel settore della salute e della ricerca con attività di promozione della salute e riabilitazione delle funzioni cognitive. Ha redatto la legge 1/10/2015, n. 22 sull’Istituzione delle Biobanche di Ricerca in Sicilia (pubblicata sulla G.U.R.S. 3a Serie Speciale n.12 del 19-03-2016); nel 2015 ha collaborato alla stesura degli emendamenti attuativi della stessa. Per questa legge nel 2016 ha ricevuto un pubblico riconoscimento, dall’Istituto per la ricerca scientifica in Psichiatria e Neuroscienze – Brain Research Fondazione ONLUS. Studiosa di politiche dell’UE sull’innovazione e la ricerca. Esperta in supporto alla genitorialità, in invecchiamento attivo, supporto al benessere nell’adolescenza. Relatrice in seminari e convegni Nazionali e Internazionali. Molte le pubblicazioni: libri, articoli e articoli scientifici.