Dott.ssa Fabiola Rossetto
Psicologa Clinica,
esperta in Cure Palliative, Piazza Armerina (En)
Sintesi
Nella BPCO è presente una componente psicologica importante ed è compito del supporto psicologico fornire un aiuto al paziente e ai familiari per accettare la diagnosi e conviverci nel miglior modo possibile. Gli interventi prevedono: psicoeducazione per creare la compliance, gruppi di sostegno rivolti ai caregiver e terapia individuale per la gestione dello stress, derivante dalle difficoltà che la malattia comporta.
Abstract
Scopo del presente articolo è quello di valutare l’importanza dell’intervento psicologico nei pazienti affetti da BPCO. L’impatto della malattia sulla sfera psicologica si manifesta con una riduzione della QdV. L’attenzione deve essere posta ai pazienti e ai loro caregiver attraverso interventi che agiscono sull’adattamento alla malattia e sulla ricerca delle risorse personali e sociali per individuare tecniche di risoluzione dei problemi efficaci. La migliore aderenza terapeutica può essere ottenuta grazie a modelli di relazione empatica in uno scambio reciproco che consente al paziente di essere protagonista attivo nella cura.
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da persistenti sintomi respiratori e limitazioni al flusso aereo, che è dovuta ad anomalie delle vie aeree e/o alveolari solitamente causate da una significativa esposizione a particelle nocive o gas. I sintomi respiratori più comuni comprendono la dispnea, la tosse e/o produzione di espettorato. Può essere caratterizzata da periodi acuti con peggioramenti dei sintomi respiratori. Il principale fattore di rischio è il fumo di sigaretta inalato, ma contribuiscono anche altre esposizioni ambientali, anomalie genetiche, anomalo sviluppo polmonare e invecchiamento precoce. Può associarsi nella maggior parte dei pazienti a malattie croniche concomitanti, che ne aumentano la mortalità e morbidità. Sulla base delle più recenti Linee Guida Gold, sono disponibili alcuni sistemi di classificazione della gravità della BPCO (Gold, 2019).
La BPCO è un grave problema sanitario in tutto il mondo. La crescita del numero di fumatori e l’aumento del numero degli anziani sono i principali fattori responsabili della maggiore prevalenza della malattia a livello mondiale. Secondo i risultati del terzo National Health and NutritionExamination Survey, l’aspettativa di vita si riduce di 5,8 anni negli uomini di 65 anni con BPCO in stadio GOLD 4 e di altri 3,5 anni se si continua a fumare (Nhanes III, 2009).
La pandemia di Covid-19, inoltre, ha comportato un rischio particolare per le persone affette da BPCO, accentuando alcune criticità e provocando un malessere psicologico generale, generato da paura e vissuti di solitudine.
Essendo una patologia cronica, interferisce negativamente sul benessere mentale dei pazienti che ne sono affetti, determinando l’aumento dei disturbi d’ansia e dell’umore.
Nel 2006 l’American Thoracic Society e l’EuropeanRespiratory Society hanno definito la riabilitazione polmonare come un intervento multidisciplinare rivolto a pazienti affetti da patologie respiratorie croniche per ridurre i sintomi e ottimizzare lo stato funzionale. Il programma è multidisciplinare e include la funzione fisica e psicosociale (ATS/ERS, 2006).
La riabilitazione polmonare è l’insieme degli interventi che si basano sulla valutazione del paziente con terapie personalizzate in grado di migliorare la condizione fisica e psicologica delle persone affette da malattie respiratorie croniche e promuovere l’aderenza a programmi per il benessere del paziente (McCarthy et al.2015).
Questi pazienti sperimentano difficoltà psicologiche, sociali, disfunzione cognitiva e neuropsicologica; di solito diventano ansiosi e spaventati, manifestando ritiro sociale, rabbia, maggiore dipendenza nelle Adl/ Iadl e la paura e l’ansia a loro volta causano più dispnea.
I pazienti non hanno in questo caso solo bisogni fisici ma anche relazionali, richiedendo ascolto, chiarezza, contatto fisico ed emotivo, condivisione e comprensione dei loro stati d’animo. Il supporto psicologico si configura come una risorsa durante l’intero processo della malattia con un approccio centrato sulla persona (Rogers, 1951).
Lo psicologo interviene riconoscendo i bisogni del paziente, aiutandolo nel grande percorso di cambiamento fisico e psicologico che dovrà gestire inevitabilmente con la malattia. L’attività psicologica offre uno spazio protetto, importante per il paziente, in cui riconoscere le difficoltà esistenti e promuovere il processo di adattamento. In questo modo diventa possibile acquisire gli strumenti necessari per affrontare il disagio indotto dalla malattia ed in particolare, permette di apprendere, riconoscere e trattare emozioni negative, pensieri disfunzionali, comportamenti disadattivi e interiorizzare modalità efficaci di problem solving.
Lo stress della gestione della patologia agisce anche sui caregiver, infatti il carico di chi cura può portare la famiglia ad avere livelli elevati di Emotività Espressa che rappresenta un’elevata e intensa risposta emotiva alla situazione (Vaughn, 1988). Alcuni interventi possono aiutare le famiglie a ridare un senso a quello che stanno vivendo e a non sentirsi soli, come ad esempio interventi psicoeducativi per accrescere le conoscenze in merito alla malattiae gruppi di sostegno con l’obiettivo di supportare psicologicamente chi cura, evitando l’isolamento e sostenendo la rimotivazione. Il sostegno psicologico appare particolarmente importante per le famiglie, al fine di mantenere un atteggiamento di fiducia, prendere contatto con le proprie emozioni e dedicarsi del tempo per sestessi.
Per i pazienti con disturbi psicologici gravi è possibile intervenire, con una terapia individuale breve strategica che permette di costruire interventi basati su obiettivi prestabiliti e sulle caratteristiche specifiche del problema utilizzando tecniche flessibili molto efficienti ed efficaci (Watzlawick, Nardone, 1997).
Un importante contributo che consente al paziente di essere messo al centro della cura deriva dal progressivo sviluppo della Medicina Narrativa. La Consensus Conference, promossa dall’Istituto Superiore di Sanità, ha segnato una tappa fondamentale con lo scopo di produrre delle raccomandazioni per lo sviluppo futuro e l’implementazione della NBM. Questa metodologia focalizza l’attenzione sulla persona malata, intesa come soggetto portatore di bisogni psicologici, sociali, esistenziali, documentabili attraverso lo strumento della narrazione (Conferenza di consenso, 2015).
Il miglioramento dello stato di salute, dei sintomi fisici e psicologici e della QdV deriva da un aiuto multidisciplinare che combina interventi medici, psicologici, sociali e la rieducazione dello stile di vita.
Una relazione empatica con il paziente affetto da BPCO in un setting di fiducia e comprensione è un passo in avanti in grado di massimizzare l’efficacia del trattamento terapeutico.
Bibliografia
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McCarthy B, Casey D, Devane D, Murphy K, Murphy E, LacasseY. Pulmonaryrehabilitation for chronicobstructivepulmonarydisease. Cochrane DatabaseSyst Rev2015;2(2): CD003793
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Watzlawick P., Nardone G. (1997), Terapia breve strategica, Cortina Raffaello, Milano.