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La sanità in Regione Toscana prima del Covid-19, indagine Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

La fotografia della performance della sanità in Toscana nel 2019 può apparire, in questo momento, un argomento poco attuale, in considerazione della situazione di emergenza e delle decisioni da prendere per la ripresa del sistema sanitario, tuttavia rappresenta un importante punto di riferimento. Si sente spesso parlare della sanità prima e dopo il Covid-19, ecco che (ri)conoscere le performance ottenute prima del Covid-19 può fornire spunti di riflessione interessanti per la ripartenza dei servizi verso una “nuova normalità”. Alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa le direzioni aziendali, i direttori di zona-distretto e dei presidi ospedalieri si sono incontrati in maniera virtuale per riflettere sui risultati ottenuti nel 2019, con i commenti di Carlo Tomassini, direttore del dipartimento Sanità della Regione Toscana; Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna; Milena Vainieri, docente responsabile del Laboratorio MeS – Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dei ricercatori del laboratorio e dei dirigenti regionali toscani.

La sanità toscana prima del Covid-19

Per i 255 indicatori di valutazione calcolati a maggio 2019, la Regione Toscana mostra una performance complessiva buona; la maggior parte dei pallini, che rappresentano indicatori compositi, è posizionata nelle fasce centrali del bersaglio (figura 1).

Le performance che hanno conquistato il centro del bersaglio 2019 riguardano la capacità di governare la domanda attraverso l’analisi dei tassi di ospedalizzazione (C1) dei ricoveri per acuti, segnale che il sistema sanitario riesce a rispondere alle esigenze di cura dei propri assistiti al di fuori dell’ospedale e l’efficienza prescrittiva farmaceutica (F12), rappresentata dal ricorso ai farmaci a brevetto scaduto, ottenuta grazie al monitoraggio costante del settore regionale, in collaborazione con i dipartimenti del farmaco delle aziende sanitarie, che ha ottenuto anche miglioramenti sull’ambito meno performante relativo all’appropriato utilizzo dei farmaci (C9). Per questo gruppo di indicatori vi sono segnali positivi soprattutto per la riduzione dell’uso degli antibiotici sul territorio: si passa da 19 DDD per 1000 abitanti del 2018 a 15 DDD per 1000 abitanti; in particolare, si sono ridotti quelli in età pediatrica: da 17 a 13 DDD per 1000 abitanti. Segnale positivo per la lotta all’antibiotico-resistenza, anche in considerazione della performance media rispetto alle altre regioni del network.

Rispetto all’anno precedente, fra gli indicatori monitorati come strategie regionali migliorano le ricette dematerializzate (B24) che nel 2019 arrivano a coprire l’80% delle prescrizioni elettroniche, con livelli ancora migliorabili relativi agli specialisti con almeno una prescrizione dematerializzata, che vanno dal 60% dell’Ausl Nord Ovest al 95% della Fondazione Monasterio.  Questa copertura ha permesso di trovare un terreno fertile per poter attivare in modo più consistente le strategie di dematerializzazione durante la fase COVID.

Gli indici di performance della degenza media (C2) confermano la tenuta della performance del 2018: il “pallino” è posizionato nella fascia media poiché riflette il posizionamento rispetto alla media della degenza del 2016. E’ comunque rilevante il fatto che la Toscana registra la performance migliore d’Italia. A parità di risultati e di qualità (confermata dagli altri indicatori), questo indicatore di efficienza mette in evidenza la capacità di organizzare il percorso di cura attivando in modo tempestivo i collegamenti con gli altri setting assistenziali (come ad esempio l’assistenza domiciliare o le cure intermedie). Positivi anche gli indicatori di appropriatezza medica, chirurgica e di qualità, a conferma dei risultati già ottenuti gli anni precedenti.

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