Sindrome dolorosa che può manifestarsi in seguito a un trauma, l’algodistrofia si presenta spesso associato a edema.
L’eziopatogenesi dell’algodistrofia rimane un punto interrogativo. Si suppone che ci sarebbe un contemporaneo malfunzionamento contemporaneo di più sistemi del corpo umano, tra cui il sistema nervoso, il sistema immunitario e il sistema circolatorio.
Autore
Dott. Roberto Urso – Dirigente Medico U.O. di Ortopedia e Traumatologia Ospedale Maggiore, Bologna.
[dropcap color=”#008185″ font=”0″]L’[/dropcap]algodistrofia è una patologia estremamente invalidante a causa del continuo e persistente dolore che coinvolge generalmente le articolazioni più distali del corpo umano e che generalmente è associato ad un edema.
Nell’ambito delle diverse definizioni, la catalogazione è stata per lungo tempo caotica: trofoneurosi simpatica, distrofia simpatica, causalgia minore, atrofia o Sindrome di Sudeck, algoneurodistrofia, atrofia ossea acuta, osteoporosi dolorosa, osteoporosi da non uso.
In considerazione degli studi compiuti e che la malattia coinvolge prevalentemente le articolazioni più distali, si è giunti a quella che viene internazionalmente riconosciuta come la definizione più corretta, la Complex Regional Pain Syndrome (CRPS) ovvero la Sindrome Regionale Dolorosa Complessa.
Le donne, in un rapporto sfavorevole di 7/3 su 10 casi, sono maggiormente colpite rispetto agli uomini e la fascia di età varia dai 50 ai 70 anni. Anche la popolazione più giovane ne può essere affetta, il più delle volte a causa di malattie concomitanti che coinvolgono il metabolismo osseo ed-nederland.com.
La massa ossea varia a seconda delle sollecitazioni meccaniche e l’immobilizzazione prolungata di un’articolazione contribuisce a una rapida diminuzione della componente minerale e della matrice ossea, tant’è che la stessa massa ossea può ridursi fino al 30-40%.
Distorsioni, contusioni, lesioni da schiacciamento, interventi chirurgici possono essere considerati tra i fattori scatenanti nell’insorgenza della malattia poiché obbligano all’immobilità momentanea delle articolazioni coinvolte.
È pur vero che ogni genere di malattia cronica può essere la causa di una osteopenia, ma lo sono anche la malnutrizione, l’uso di terapia steroidea, le complicazioni da tumori del midollo osseo, il mieloma, le leucemie, i linfomi e la mastocitosi sistemica. Nella classica atrofia da non uso (CRPS). L’osteopenia è di più facile inquadramento, in quanto conosciuta proprio per il “non uso”. L’arto, a seguito di una immobilizzazione, può presentare i segni tipici, dolorosi e continui della patologia, che vengono aggravati dal carico o dal semplice contatto con le lenzuola.
L’eziopatogenesi da flogosi neurogena è tutt’oggi molto discussa, ma di fatto è un’aumentata risposta infiammatoria determinata da quei recettori coinvolti nella gestione del dolore e dell’infiammazione che aumentano la sensibilità nella regione corporea interessata.
A livello terapeutico l’inizio della mobilizzazione, il ripristino del flusso sanguigno rallentato, l’alimentazione corretta, l’uso dei bifosfonati, la magneto-terapia con una corretta fisioterapia, rappresentano l’unico modo per porre rimedio alla sindrome dolorosa.