Di Salvo Falcone Il raggiungimento del benessere del paziente affetto da lesioni cutanee croniche vascolari è possibile con un imprescindibile ragionamento multi-specialistico. Parte da questa considerazione l’importante congresso su “La gestione delle lesioni cutanee croniche vascolari, approccio multidisciplinare: dalla diagnostica alla terapia” in programma al “Grand Hotel Tiziano” di Lecce il prossimo 21 Settembre su iniziativa del dott. Luciano Allegretti, con l’organizzazione di AV Eventi e Formazione e la presidenza onoraria del prof. Raffaele Pulli. Per scendere nei dettagli dell’atteso evento formativo, che prevede anche un ampio riferimento all’uso della Ossigenoterapia Iperbarica considerata fondamentale nella accelerazione del processo di remissione del paziente, abbiamo intervistato proprio il dott. Luciano Allegretti, presidente del Congresso, angiologo specializzato nel trattamento di ulcere vascolari e direttore Scientifico e Consulente del Centro Iperbarico Nike di Lecce, struttura diretta dal dott. Franco Micalella che vede l’efficace azione della dott.ssa Lucy Pati. D – Quali obiettivi intendete raggiungere con questo congresso? R – Partendo dal presupposto che queste lesioni rappresentano di fatto una patologia di alto rilevo clinico e sociale, con profonde ripercussioni in termini sociologici ed economici, l’evento formativo, accreditato dall’Agenas e quindi dal Ministero della Salute, intende divulgare, secondo la letteratura scientifica e l’esperienza clinica dei professionisti del settore, le migliori pratiche in essere nella gestione delle lesioni cutanee croniche vascolari negli arti inferiori. Quando parliamo di gestione, ci riferiamo ad una diagnosi accurata e alla tempestività degli interventi terapeutici della patologia responsabile della lesione; questo non può prescindere dalla conoscenza dei meccanismi di riparazione, da una attenta diagnosi vascolare, da una diagnostica per immagini e dalla conoscenza approfondita della patologia clinica. Si farà un riferimento, anche, ad alcuni dei possibili aspetti terapeutici, sino al mantenimento e follow-up del paziente ulceroso. Insomma, si tratta di un mini corso con un iter didattico ben definito, in cui ciascun relatore esporrà, nell’ambito delle proprie competenze, gli aspetti più performanti finalizzati a far rendere più fruibile la problematica delle lesioni croniche. D – Quali criteri vanno seguiti nell’iter diagnostico-terapeutico? R – Chi opera in questo campo, così come previsto nell’ambito della medicina delle evidenze, si avvale di Linee Guida e Raccomandazioni delle Società Scientifiche dedicate. In ogni modo, prima di intraprendere il trattamento risolutivo, il paziente è sottoposto ad una valutazione clinica globale, attraverso la raccolta anamnestica mirata, la diagnostica strumentale e laboratoristica per studiare gli aspetti ostativi del ritardo della remissione: il fine è accertare l’eziologia della lesione e proseguire con trattamenti mirati alla remissione. Una volta inquadrato il paziente, si considera la clinica della lesione classificandola come ulcera cutanea arteriosa, venosa o mista, non infrequente anche su base immunologica come nel caso delle vasculiti. Il trattamento eziologico può essere semplicemente medico, quindi internistico o chirurgico sino ad affrontare situazioni cliniche più complesse in cui i due approcci sono combinati. Non da meno l’approccio nutrizionale dedicato e lo stile di vita devono mirare ad una condotta impeccabile. Dopo aver individuato e operato sulla noxa patogena, lo scopo dello specialista in wound care, il “vulnologo”, è quello di creare le migliori condizioni del letto della lesione per poter giungere a remissione. D – Vi soffermerete anche sugli aspetti sociologici di questo tipo di paziente, per quali ragioni? R – L’impatto che l’ulcera vascolare determina sulla qualità di vita del paziente è ampiamente documentata: l’impatto fisico della gamba ulcerata, l’impatto occupazionale e sociale, l’impatto psicologico e l’impatto dei trattamenti dell’ulcera, sono tutte problematiche attive in questa categoria di pazienti cronici. Ciò, infatti, è quanto viene riportato anche dal Journal of Vascular Surgery che definisce la qualità di vita come un concetto ampio, multidimensionale, e soggettivo che ricopre un numero di dimensioni comunemente descritte dai pazienti. Infatti, nei pazienti con ulcere agli arti inferiori la condizione molto spesso è cronica (mesi, anni, addirittura decenni) dolorosa e debilitante. Un individuo con ulcere vascolari croniche può avere un corteo sintomatologico piuttosto ampio ed importate in cui abbiamo la compromissione della mobilità, del sonno e delle normali attività quotidiane oltre che la presenza di odore ed essudato e, per questo, la compromissione della qualità di vita. L’esclusione dalla rete sociale è data soprattutto da sintomi fisici come l’odore, l’essudato, oltre che dal dolore e l’impatto psicologico dato dalle ferite antiestetiche, che spesso compromettono la mobilità e l’incapacità di mantenere una adeguata igiene personale, portando così ad imbarazzo e conseguente isolamento sociale. Ecco che ritorna la questione degli operatori sanitari che devono sforzarsi di curare la persona nella sua interezza, il che significa: riconoscere e gestire il dolore e ciò che ne consegue, la sofferenza psico-sociale, oltre che ad ottimizzare la cura delle lesioni. D – Quali i fattori predisponenti? R – Come ampiamente detto la lesione cutanea cronica ha diverse cause sottostanti e l’ulcera cutanea è solo l’espressione epifenomenica di un quadro clinico più ampio. Tra le più comuni riconosciamo la sottostimata prevenzione soprattutto quando associata malattia diabetica cronicamente scompensata, l’ipertensione arteriosa, obesità, mal nutrizione, patologie autoimmuni ma anche iatrogene, quindi dovuta a farmaci (tra questi la terapia con idrossiurea per le MDO, terapie cortisoniche a lungo termine, farmaci citotossici) e non da meno la mancata adesione alle terapia profilattiche e ai consigli erogati anche sotto forma di prescrizione (ad esempio nutrizione, presidi elasto-compressivi, molto spesso boicottati per la scarsa tolleranza da parte del paziente). D – In quali termini si può parlare di prevenzione? R- L’importanza della presenza del MMG è fondamentale proprio per questo motivo. Qualora attuata da parte del protagonista della scena, può far garantire sia l’inquadramento clinico del paziente e l’eventuale progressione della malattia vascolare e quindi la manifestazione più temibile che è appunto l’ulcera cutanea. D – L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) quale contributo può dare? R – L’OTI è un valido, sicuro e sostanziale aiuto alla terapia medica e chirurgica nel trattamento delle LCC. E’ una terapia non cruenta, riconosciuta dal SSN per la patologia ulcerosa e secondo le attuali normative è effettuata in totale sicurezza dei pazienti e degli operatori che operano in campo iperbarico. L’OTI, mette il medico prescrittore nelle condizioni di poter agevolare il … Leggi tutto Lesioni cutanee croniche vascolari. Il 21 Settembre, a Lecce, il congresso voluto dal dott. Luciano Allegretti
Copia e incolla questo URL nel tuo sito WordPress per farne l'embed
Copia e incolla questo codice nel tuo sito per farne l'embed