“La plusdotazione deve essere riconosciuta come competenza e capacità. Oggi i bambini con alto potenziale intellettivo vengono spesso diagnosticati con una patologia e questa è una cosa inaccettabile, che deve cambiare”. A dichiararlo è Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), pronto ad aprire una riflessione su cosa dovrebbe essere fatto per i bambini con una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media. Lo farà in occasione del convegno a Roma per celebrare i 50 anni di attività dell’IdO, in programma dal 22 al 25 ottobre.
“Un bambino plusdotato- prosegue lo psicologo- può avere un programma di studi diverso, proprio per le sue doti naturali. Questo è un problema che la scuola deve affrontare e sa affrontare. Non possiamo avere dei bambini molto intelligenti che vengono diagnosticati come dislessici, oppositivi o con difficoltà di concentrazione e attenzione. Qualcuno parla quattro lingue e gli si dice che ha un disturbo del linguaggio. Dobbiamo rivedere questi errori- sottolinea l’esperto- e riportarli nel giusto quadro. Il bambino plusdotato ha le emozioni come gli altri bambini, ma possiede anche delle competenze in più. Queste competenze vanno messe a frutto, cosa fondamentalmente per lui. Ogni bambino deve poter lavorare con i propri strumenti e – conclude Castelbianco- deve poter crescere secondo la sua traiettoria personale”.