Nell’isola evitabile il 38% dei casi, criticità nell’assistenza. Mortalità perinatale altissima.
Rimane ancora alto in Italia il numero di Mortalità perinatale entro la prima settimana di vita. I primi risultati del progetto SPItOSS, che si è concluso dopo tre anni di lavoro e ha coinvolto tre regioni italiane. Ha mostrato che ogni 1000 bambini nati si registrano 4 morti in Sicilia, 3,5 in Lombardia e 2,9 in Toscana.
Rispetto alla mortalità materna – si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – si tratta di un evento di gran lunga più frequente: 1800 morti perinatali contro 40 morti materne per anno.
Gli esperti che hanno eseguito le indagini confidenziali a livello regionale e nazionale hanno anche valutato la evitabilità dei decessi. Risulta pari a zero in Toscana, 11% in Lombardia e 38% in Sicilia.
In quest’ultima regione sono state evidenziate più frequentemente criticità sia nella qualità che nell’organizzazione dell’assistenza ostestrica e neonatale. L’appropriatezza della gestione di diabete e ipertensione in gravidanza e dello screening dei difetti di accrescimento fetale insieme alle indicazioni all’induzione del travaglio e al taglio cesareo. Queste sono tra le principali criticità di pertinenza ostetrica.
La qualità dell’assistenza rianimatoria neonatale, ma anche la mancata sorveglianza dei neonati ricoverati in regime di rooming-in. Anche la mancata informazione delle madri ricoverate circa i segnali di allarme per i quali occorre chiedere assistenza per il neonato sono alcune delle criticità segnalate in ambito neonatale.
I dati raccolti collocano l’Italia in linea con Paesi come la Francia e il Regno Unito, che hanno sistemi socio-sanitari analoghi al nostro ed evidenziano una variabilità per area geografica. Questa penalizza il Sud del Paese. Il Progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale è coordinato dall’Iss. Finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute