Le protesi totali al gomito saranno oggetto il prossimo 7 e 8 febbraio del Rome Elbow 2020. Il corso è giunto all’XI° edizione e che per il secondo anno consecutivo ospiterà un Cadaver Lab dedicato.
Una due giorni teorico-pratica a cura della Sapienza Università di Roma e del Policlinico di Roma Umberto I. Richiama circa 150 giovani chirurghi provenienti da tutta Italia, che potranno assistere e sperimentare personalmente le più avanzate tecniche di impianto su reali preparati anatomici. Non solo attraverso teoriche lezioni frontali.
“Solo di recente – spiega il Professor Giuseppe Giannicola della Sapienza, presidente del corso – è stato possibile realizzare corsi pratici hands-on presso alcune strutture ospedaliere universitarie. Ciò comporta un importante avanzamento nella formazione dei giovani chirurghi italiani, fino ad ora costretti a praticare questo tipo di esperienze soltanto all’estero. Con questo corso si vuole riportare lo studio delle lezioni e delle tecniche chirurgiche pratiche sul cadavere nella sua sede naturale e più appropriata, l’Università, come avveniva in passato e come avviene in altri Paesi occidentali”.
Nella maggior parte dei casi si accede ad un intervento di sostituzione totale dell’articolazione del gomito.
In presenza di dolore invalidante e cronico o di rigidità e instabilità dell’articolazione, che impedisce ai pazienti lo svolgimento di una normale vita quotidiana. Gli obiettivi sono molteplici e riguardano soprattutto la risoluzione (pressoché totale) del dolore. Dolore dovuto alla lesione cartilaginee dell’articolazione e la restituzione della mobilità.
Principalmente dovuta alle conseguenze di patologie degenerative ed infiammatorie, primitive o post-traumatiche, l’accesso alla sostituzione totale dell’articolazione del gomito è previsto soprattutto per le fasce meno giovani della popolazione.
“Per quanto l’impianto di una protesi totale del gomito sia un evento non frequente – spiega Giannicola – è necessario che sia applicabile in tutti gli ospedali e non solo nei centri di riferimento del gomito come accade oggi. Questo perché riguardando principalmente pazienti anziani, è necessario che questi possano accedere all’intervento in qualsiasi ospedale e non doversi spostare lontano da casa per doverlo fare. È bene quindi che ci siano giovani che si avvicinano a questi interventi e che sappiano mettere una protesi in un ospedale di una provincia qualunque”.
L’appuntamento è patrocinato da SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia).
“La SIOT, attraverso il patrocinio a questa tipologia di corsi hand-on, – spiega il presidente Francesco Falez – intende favorire una nuova idea nella formazione tecnica dei giovani chirurghi italiani, avviando un nuovo percorso più pratico e non più basato solo sugli aspetti teorici”.
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