Proseguirà il lavoro sui disturbi del sonno che fanno del Santa Maria Bianca il riferimento provinciale. Parte da Mirandola anche la “Pneumologia al domicilio” per pazienti complessi
Una importante nomina per l’Unità Operativa di Pneumologia di Mirandola: ad acquisire le funzioni direttive, dopo il pensionamento di Michele Giovannini e in attesa della selezione per l’incarico di primario, prevista entro la fine dell’anno, è la dottoressa Rosita Melara, in forza al Santa Maria Bianca dal 2005.
Un riconoscimento importante per il suo lavoro all’interno dell’UO che ha visto la creazione, nel 2012, del Centro per i Disturbi del sonno e delle sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS) dell’adulto, ‘hub’ per l’intero territorio modenese grazie al lavoro di forte integrazione con i Medici di Medicina Generale, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria, l’Ospedale di Sassuolo e il centro specialistico di Villa Pineta. La dottoressa Melara ha un’esperienza decennale nel trattamento dell’insufficienza respiratoria acuta e cronica secondaria a pneumopatia respiratorie e OSAS.
Per quanto riguarda la sindrome da apnee ostruttive nel sonno, la pneumologia di Mirandola è punto di riferimento per tutto il percorso diagnostico/terapeutico e di follow up, con circa 350 monitoraggi cardiorespiratori notturni/anno. Il percorso quindi prosegue, per casi selezionati opportunamente, con la titolazione con autoCPAP e quindi l’adattamento a ventilazione meccanica non invasiva, a cui consegue il ricontrollo con monitoraggio. Fondamentale è inoltre il follow up periodico dei pazienti seguiti in ambulatorio pneumologico in cui si controlla l’aderenza al trattamento ventilatorio e i necessari adattamenti dei parametri pressori nel corso del tempo.
A dare valore all’attività della Pneumologia mirandolese è anche l’offerta di assistenza fuori dalle mura dell’ospedale, attiva da più di vent’anni per i soggetti con problemi respiratori cronici. La Pneumologia a domicilio è rivolta a tutti quei pazienti dipendenti da dispositivi tecnologici complessi che necessitano di trattamento presso la propria residenza.
Parte dall’UO di Mirandola anche il progetto ormai consolidato di assistenza in telemedicina per persone con patologia neuromuscolare e sclerosi laterale amiotrofica: il monitoraggio costante, in remoto, dei parametri di qualità di vita consente di intervenire prontamente su eventuali criticità e allo stesso tempo di prevenire il più possibile l’ospedalizzazione, quando non necessaria, riducendo il disagio per i pazienti stessi e per le loro famiglie.