Ridefinire i percorsi assistenziali del paziente affetto da cancro alla prostata per garantire una presa in carico multidisciplinare e più vicina ai cittadini sul territorio. E’ l’obiettivo del progetto che coinvolge i gruppi di lavoro multidisciplinari di alcune aree (Assl) dell’Azienda per la tutela della salute, coordinato da Michele Boero (medico di medicina nucleare dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, nominato da Ats alla guida del progetto Tmt), che, dopo il primo incontro di marzo a Carbonia farà tappa a Sanluri.
“Il Tmt: un modello multidisciplinare integrato per la cura del paziente con carcinoma della prostata” è il titolo del congresso che si terrà venerdì 18 maggio 2018 a partire dalle 8.30 nella sala auditorium del Comune di Sanluri. I referenti scientifici sono Giulia Gramignano ed Eugenio Mereu, responsabili rispettivamente della Struttura semplice dipartimentale di Oncologia e dell’Unità operativa di Urologia dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale.
L’incontro di Sanluri è il secondo step, dopo Carbonia, di un progetto che opera come “format regionale” per delineare un percorso clinico condiviso relativo alla diagnosi, al trattamento e all’assistenza dei pazienti affetti da carcinoma della prostata che vede coinvolti operatori sanitari diversi e unità organizzative anche di Aziende Sanitarie diverse afferenti al Sistema Sanitario Regionale. Tale complessità crea condizioni di variabilità e scarsa integrazione delle procedure e delle attività, con possibile disagio per il paziente. Per questo Ats ha previsto la costituzione dei gruppi di lavoro multidisciplinari (TMT, Team Multidisciplinari Territoriali) che provvedano, ognuno nella propria Area socio sanitaria di competenza, alla definizione di un percorso virtuoso a valenza territoriale che consenta la presa in carico del paziente garantendo la migliore offerta in termini di salute, sicurezza e prossimità dei luoghi di cura.
“Questo incontro riunirà i professionisti che operano nella Assl di Sanluri perché possano confrontarsi sulle criticità cliniche ed organizzative di percorso assistenziale condiviso che permetta ai pazienti affetti da cancro alla prostata di essere seguiti in strutture più vicine al luogo in cui abitano, limitando l’accesso all’ospedale ai casi di complessità medio-elevata o comunque a tutte quelle prestazioni non erogabili a livello territoriale”, spiega Giulia Gramignano. “Un progetto che valorizza il ruolo centrale del medico di famiglia e che facilita l’accesso alle prestazioni che saranno già codificate attraverso percorsi preferenziali”.
“Una vera presa in carico globale: dalla diagnosi alla terapia multimodale, fino alla gestione a domicilio delle fasi di terminalità”, afferma il direttore di Ats-Assl Sanluri Antonio Onnis.
L’incontro è rivolto ai medici di medicina generale, oncologi, medici di medicina nucleare, urologi, medici di medicina fisica e riabilitazione, radioterapisti, anatomopatologi, radiologi, medici di continuità assistenziale, infermieri, tecnici di laboratorio e fisioterapisti.