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Sessualità femminile e oncologia

Dottor Walter Beolchi
Medico Chirurgo Specialista In Sessuologia e Medicina Estetica, Lugano-Svizzera

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Il sesso e la sessualità sono aspetti importanti riconosciuti dall’OMS ed ormai comunemente accettati nella vita delle donne. La sessualità può essere intesa come la nostra esperienza e come ci definiamo in quanto esseri sessuali o sessuati. Questo nostro percorso inizia nell’infanzia e termina nella vecchiaia ed e influenzato dalle regole che ci sono imposte o trasmesse dalla nostra famiglia di origine e dalla società in generale, dall’educazione ricevuta da bambini da adolescenti e da adulti e dalle esperienze vissute nella vita. L’identità sessuale è una parte importante ed intrinseca della sessualità, per alcune donne  il sesso ha come unica espressione e priorità la procreazione e la riproduzione in funzione dell’educazione religiosa ricevuta, ancora oggi in certe parti del mondo non si parla assolutamente di sesso nelle famiglie , dell’educazione sessuale ricevuta o no oppure della educazione do it yourself tramite giornalini pornografici o riviste porno anche se oggi tutti questi canali di informazioni sono antiquati pensando alla pornografia su internet e la relativa facilità di accesso, dell’educazione culturale e da fattori etnici senpre più importanti oggi in ottica delle società sempre più multietniche. Per altre donne la sessualità ha anche una finalità godereccia e ludica questo soprattutto dopo l’introduzione degli anticoncezionali moderni.  La funzione sessuale o il funzionamento sessuale è tutto quello che noi facciamo in quanto essere sessuali, si può definire in vari modi come vita intima attività sessuale making love…L’importanza delle funzioni sessuali varia enormemente in funzione dell’età e della/e relazione: all’inizio di una storia o di un rapporto di coppia il sesso è molto importante, con il passare degli anni anche se una buona intesa sessuale è sempre desiderata ed auspicata subentrano altri fattori che mettono il sesso da parte come la complicità l’intimità oggi molto persa a favore dell’estimità la condivisione di momenti di qualità un rapporto molto più affettuoso e sentimentale più intellettuale con meno sesso..Molte coppie entrano in crisi proprio per una aspettativa diversa e sbilanciata dei partners rispetto al sesso, la menopausa con tutti i cambiamenti ormonali ha grosse ripercussioni sulle funzioni sessuali della donna con apparizione di deficit di lubrificazione secchezza vaginale rapporti dolorosi calo del desiderio associato spesso a sindromi depressive . Le malattie acute o croniche pongono alle coppia una sfida e in alcuni casi si preferisce ignorare la sessualità come una cosa di serie B dando assolutamente la precedenza al risolvimento del problema fisico per timore di provocare paura e dolore al partner. Se la sessualità è una espressione di noi stessi come esseri umani il tumore e le sue terapie non possono eliminare l’esperienza di un essere umano inteso come persona sessuale. Le terapie oncologiche possono avere un risultato importante e profondo a livello della qualità di vita in tutte le sue componenti fisica psicologica sociale e sessuale. La localizzazione del tumore può avere delle conseguenze pesanti si una donna come essere sessuale i tumori della zona ginecologica possono interessare gli organi di riproduzione e nello stesso tempo sessuali il tumore al seno ha enormi significati estetici cosmetici affettivi erotici nonché molto simbolici questa neoplasia può anche produrre gravi alterazioni dell’immagine corporea e della propria immagine con conseguente calo vertiginoso dell’autostima e scompensi depressivi o ansiosi-depressivi reattivi. Gli altri tumori sembrano avere un’azione minore sulle fasi della sessualità ma se consideriamo che la donna è anche cuore ed anima non solo corpo ogni neoplasia può produrre importanti cambiamenti sulla percezione di se stessa sulla sua sessualità sui suoi sentimenti e sulla relazione con il proprio partner. Anche se l’organo colpito dal tumore non ha un legame diretto maggiore con la sessualità la donna deve confrontarsi con diverse situazioni fonti di problemi produttrici di ansia e assolutamente destabilizzanti. Pensiamo al tempo che intercorre tra la diagnosi e l’inizio della/e terapie : visite mediche ripetute in breve tempo esami medico diagnostici e di stadiazione della malattia ripetuti e periodici difficoltà di spostamento se si deve recare da uno specialista oncologo o in un istituto oncologico magari non nella zona del proprio domicilio costi economici paura di non farcela e di morire ansia angoscia tristezza paura rabbia con logico calo della sessualità e importanti ripercussioni sulla qualità del rapporto di coppia. Una sessualità alterata è molto comune tra uomini e donne che intraprendono terapie oncologiche ed è molto più presente tra i sopravissuti. Rispetto agli uomini la stragrande maggioranza delle donne trattate per un tumore non riceve da parte degli operatori sanitari informazioni prima delle terapie su come poter conservare o poter riappropriarsi di una funzione sessuale adeguata dopo le cure. Per esempio la terapia con inibitori dell’aromatasi nel tumore del seno può causare grave atrofia vulvovaginale con apparizione logica di dispareunia quindi rapporti estremamente dolorosi che di conseguenza vengono assolutamente evitati. L’opportunità sessuale è anche degna di considerazione: donne e ragazze con anamnesi e terapie di tumore non avranno la stessa opportunità di intraprendere delle nuove relazioni. Una mastectomia una stenosi vaginale e una colostomia non aiutano sicuramente una paziente ad avere un’approccio positivo e disinvolto verso la possibilità di una nuova frequentazione. La grande maggioranza delle donne e giovani ragazze che sono colpite da tumori ginecologici ed al seno sono sessualmente attive nell’anno precedente alla diagnosi  comprese la maggioranza delle donne in menopausa e dai 60 agli 80 anni con un partner. Le ragazze giovani hanno spesso fantasie sessuali si masturbano con o senza sex toys e sviluppano un’identità di genere sessuale anche se non sono state sessualmente attive con i partners. Le donne sopravissute al tumore ed alle terapie sviluppano una menopausa precoce secondaria alla chirurgia ed alla radioterapia o in forma secondaria dopo trattamenti con cambiamenti ormonali. La donna che ha avuto o è stata trattata per una neoplasia sviluppa sovente uno scompenso ansioso depressivo secondario alla diagnosi ed allo svolgimento della chemioterapia e radioterapia questa depressione ê tanto più grave quanto la paziente vive sola ha difficoltà economiche o in caso di relazione precedente alla diagnosi già complicata e fonte di problematiche irrisolte prima dell’apparizione del tumore. Associata alla depressione la donna sviluppa specialmente dopo una diagnosi e terapia chirurgica parziale (quandrantectomia) o totale (mastectomia) di tumore alla mammella un cambiamento della immagine corporea non tralasciando il rischio di una recidiva con nuovo intervento il risultato cosmetico la possibilità di sviluppare cicatrici patologiche la perdita di capelli secondaria alla chemioterapia. Tutte queste situazioni associate alla perdita degli ormoni estrogeni ed androgeni testosterone in primis specialmente con terapie farmacologiche a base di Tamoxifene o inibitori dell’aromatasi ed alla apparizione di linfedema al braccio omolaterale dell’intervento chirurgico, producono un importante calo del desiderio sessuale. Una menopausa secondaria indotta dalla chemioterapia con conseguente calo degli ormoni porta ad una netta diminuzione della lubrificazione con rapporti dolorosi che la donna tende progressivamente ad evitare. Nei tumori dell’area ginecologica si osserva una difficoltà all’orgasmo in relazione alla chirurgia della vagina e della cervice. Una diagnosi di tumore nella donna specialmente in una coppia giovane può produrre una situazione stressante ancora di più se questa coppia non ha ancora figli, il partner può a sua volta sviluppare uno scompenso depressivo riduzione del desiderio sessuale fino all’evitamento dei rapporti disfunzione erettile o eiaculazione precoce con tradimenti che portano alla fine di rapporti anche di lunga durata. La riabilitazione della sessualità femminile in caso di neopalsia include l’uso di lubrificanti vaginali con acqua oli e derivati del silicone, idratanti vaginali dilatatori e vibratori terapia ormonale sostitutiva con estrogeni e testosterone soprattutto in caso di calo del desiderio e atrofia vulvovaginale, psicoterapia sessuale in caso di distress con perdita del desiderio paura sessuale dispareunia vaginismo secondario difficoltà orgasmiche perdita della femminilità soggettiva cambio della propria immagine corporea, distress nella coppia. La psicoterapia sarà prevalentemente di tipo cognitivo comportamentale con esercizi della muscolatura del perineo e del pavimento pelvico associati a mindfulness therapy. Lo scopo della riabilitazione sessuale è quello di aumentare l’accesso ai centri specializzati di riabilitazione sessuale insiti nei centri di terapia oncologica, ma il problema maggiore e che deve esserci una maggiore disponibilità dei medici soprattutto dei medici di famiglia a parlare di sessualità e dei problemi della sessualità con i loro pazienti di fronte specialmente negli ultimi anni ad una sempre maggiore richiesta da parte dei pazienti a cercare aiuto nel proprio medico di fiducia per risolvere se non totalmente almeno parzialmente i loro problemi sessuali.

 

Bibliografia:

Anne Katz  Woman cancer Sex Hygeia medica Oncology Nursing Society Pittsburgh Pennsylvania 2009

Standard Practice in Sexual Medicine  Hartmut Porst and Jacques Buvat Blackwell Publishing 2006

Emanuele Jannini Andrea Lenzi Mario Maggi  Sessuologia medica Elsevier Masson 2007

A Manifesto on the preservation of sexual function in women and girls with cancer  S.T. Lindau MD, E.M catalunyafarm.com. Abramsohn MPH and Amber C. Matthews Am J Obstet Gynecol. 2015 Aug : 213(2) : 166-174

Atti del diciottesimo congress della Società Europea di Sexual Medicine Madrid 4-6 febbraio 2016

 

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