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La medicina rigenerativa e ruolo degli integratori per la cura dell’artrosi. Ne abbiamo parlato con il dott. Sebastiano Tropea, Specialista ambulatoriale interno di Reumatologia ASP 3 Catania.

L’intervista è stata realizzata a Ragusa durante lo svolgimento del “9° Focus Reumatologico dal titolo “Multidisciplinarietà delle malattie reumatologiche”. Organizzato da AV Eventi e Formazione, il congresso ha avuto la direzione scientifica del dott. Mario Bentivegna, responsabile del Centro

Integrato Ospedale/Territorio di Reumatologia presso l’Ospedale di Scicli e Coordinatore della Rete Reumatologica ASP 7 di Ragusa.

Guarda qui le altre interviste realizzate al “9° Focus Reumatologico dal titolo “Multidisciplinarietà delle malattie reumatologiche” 

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Ragusa ha ospitato la nona edizione del Focus Reumatologico voluto dal dott. Mario Bentivegna, responsabile del Centro Integrato Ospedale/Territorio di Reumatologia presso l’Ospedale di Scicli e Coordinatore della Rete Reumatologica ASP 7 di Ragusa.

L’evento svoltosi il 20 e 21 ottobre 2023, è stato organizzato da AV Eventi e Formazione e ha puntato tutto sull’importanza della gestione del paziente in una visione condivisa da tutti gli specialisti chiamati in campo.

Il congresso ha raggiunto tutti gli obiettivi sia in tema di alta qualità della formazione scientifica che di partecipazione di pubblico.

La video intervista è stata realizzata proprio al dott. Mario Bentivegna.

Guarda qui le altre interviste realizzate al “9° Focus Reumatologico dal titolo “Multidisciplinarietà delle malattie reumatologiche” 

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Nel 2022 le denunce di malattie professionali in agricoltura sono cresciute del 9,5%, riguardando 10.041 soggetti, contro i 9167 dell’anno precedente. Questo dato ci restituisce una fotografia che stona con l’immaginario collettivo, che vede l’agricoltore vivere e lavorare in ambienti sani e naturali.  La realtà è ben più fosca e fare l’agricoltore comporta, anche oggi, un’usura fisica importante e lo espone, in alcuni casi, a gravi malanni.

Questa situazione è emersa con grande chiarezza nel corso dei lavori dell’iniziativa promossa, dal  Patronato Inac della Cia-Agricoltori Italiani, dove è stato evidenziato che il dato delle domande di riconoscimento delle malattie professionali sarebbe ben più alto, e non lo è perché la maggioranza degli agricoltori ignora il sistema delle tutele previste nel nostro Paese, per le patologie connesse al lavoro.

Ad occuparsi di questa importantissima partita è L’Inail che ha accolto l’invito del patronato Inac a fare una giornata di formazione e informazione, partecipando ai lavori con due dirigenti di primissimo piano dell’Istituto: Tommaso De Nicola e Stefano Rossi.  

“Dal nostro monitoraggio – ha detto il presidente di Inac-Cia Alessandro Mastrocinque – abbiamo potuto rilevare il proliferare di patologie tra i lavoratori del comparto agricolo, purtroppo anche terribili, come l’asma e i tumori alle cute, trachea e pleura. Addirittura si stanno affacciando malattie che non sono neanche contemplate nelle tabelle di riferimento, utilizzate da Inail ”.

Il patronato Inac-Cia segnala le malattie professionali più diffuse in agricoltura: 1) Disturbi dei dischi intervertebrali, 2) Entesopatie periferiche, 3) Mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple, 4) Sordità, 5) Spondilosi, 6) disturbi delle sinovie, dei tendini e delle borse, 7) Artrosi, 8) Lesioni interne del ginocchio, 9) disturbi dell’orecchio, 10) Traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore. Seguono in, in questa nefasta classifica una serie di neoplasie che interessano organi respiratori.

Dai dati Inail – si è evidenziato –  l’agricoltura si colloca al secondo posto in questa triste classifica, preceduta solo dal comparto industriale dove le malattie professionali riconosciute nel 2022 sono state oltre 50.000.

“Rafforzare la sicurezza del settore, avere precise garanzie sulle tutele legate al benessere dei lavoratori agricoli, comprendere il perimetro del sistema assicurativo –ha sottolineato il Direttore Generale di Inac-Cia, Laura Ravagnan– è la strada obbligata da imboccare per favorire anche l’ingresso di giovani nel comparto. Perché, è bene ricordarlo, il turn over degli addetti nei campi non sale da quel 5/7 %, annuo, da decenni”.

“Stupisce – ha detto nel corso dei lavori il direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Maurizio Scaccia- che nonostante lo scenario inequivocabile rappresentato e supportato dalle cifre, l’agricoltore non venga considerato tra i lavori gravosi e usuranti e per questo sia rimasto tagliato fuori –ad esempio- fra i beneficiari dell’Ape Social e della pensione anticipata per i “precari”.

Ma non ci si sono solo le malattie professionali, l’orizzonte che comprende più in generale il tema della sicurezza del lavoro nel settore dell’agricoltura, richiede un grande progetto a sostegno della modernizzazione degli strumenti di lavoro da mettere a disposizione degli agricoltori. Forme di aiuti e finanziamenti in tal senso, sono stati attivati negli anni dai Governi italiani e dall’Europa, anche la stessa Inail promuove bandi in tal senso. Il problema è che i sostegni previsti non giungono mai a destinazione di aziende piccole e marginali. Questo avviene più per meri disfunzioni tecniche più per un disegno complottistico. Da qui, La proposta che avanzano Inac e Cia-Agricoltori Italiani sia alle Istituzioni sia all’Inail: prevedere in futuro dei bandi che si rivolgano a target aziendali diversi e ben profilati.  Secondo Inac e Cia-Agricoltori Italiani non possono concorrere sulla medesima gara aziende da un ettaro con quelle da 100. Ed a voler essere ancora più pragmatici non si possono mettere in gara imprese che fatturano milioni di euro con chi ha bilanci inferiori ai 15.000 euro. Anche le esigenze di attrezzature tecnologie connesse all’attività sono chiaramente diverse. L’una potrebbe aver bisogno ad un sostegno per un trattore di ultima generazione e l’altra azienda, magari a conduzione familiare, potrebbe aver bisogno di piccoli attrezzi a tecnologia avanzata.  Queste ultime piccole realtà – concludono Inac e Cia- rappresentano oltre il 70% del totale delle imprese agricole italiane.

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L’anemia da malattia renale cronica colpisce un paziente su cinque, riducendo in modo significativo la qualità della vita e raddoppiando il rischio di morte per eventi cardiovascolari e renali. Ma nonostante sia estremamente diffusa, questa condizione resta ancora poco conosciuta e sottovalutata. Per questo la società farmaceutica Astellas insieme ad Aned, Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto, hanno lanciato A Milano la campagna di sensibilizzazione “Diamo ossigeno alle aspirazioni”.Fulcro della campagna è la “Foresta delle Aspirazioni“. Un video online e una call-to-action di una testimonial d’eccezione, l’alpinista e scalatrice Tamara Lunger, invitano i pazienti con anemia da malattia renale cronica e le persone che potrebbero essere a rischio di svilupparla, ma anche la popolazione generale, ad inviare sul sito della campagna www.anemiadamalattiarenale.it le proprie aspirazioni: per ogni messaggio sarà piantato un albero nel Parco della Vettabbia di Milano. Per riuscire a realizzare le proprie aspirazioni, infatti, ci vuole energia e la foresta libera ossigeno per gli uomini e l’ambiente. Metaforicamente, l’ossigeno offre una nuova qualità di vita a chi soffre di anemia da malattia renale cronica. L’ossigeno e le aspirazioni sono il fil rouge della campagna che vuole stimolare i pazienti a non arrendersi, a non rassegnarsi ma a reagire e trovare la giusta energia per raggiungere i propri obiettivi.Da oggi fino a giovedì 30 marzo, inoltre, tutti i cittadini milanesi potranno vivere un’esperienza immersiva che trasformerà una delle piazze più moderne della città in una Foresta delle Aspirazioni virtuale: sarà possibile grazie ai visori VR della ‘dome’ installata in Piazza Gae Aulenti.“L’anemia da malattia renale cronica è una condizione patologica in cui i reni non producono sufficiente eritropoietina, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi. Di conseguenza si riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti dell’organismo- spiega Giuseppe Castellano, Direttore SC di Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano-. L’anemia può comportare mancanza di respiro, astenia, debolezza, vertigini, pallore, problemi a livello cardiaco. La mancanza di energia influenza la capacità di lavorare, di studiare, di partecipare alle attività quotidiane. Questo può generare sentimenti di frustrazione, depressione e isolamento sociale”.Secondo Castellano “l’anemia da malattia renale cronica è spesso sottodiagnosticata e sottotrattata perché i sintomi possono essere sfumati. Una stanchezza e debolezza croniche anche durante attività leggere, la mancanza di respiro, il pallore della pelle e delle mucose sono campanelli d’allarme ed è importante non trascurarli ma rivolgersi al proprio medico, il quale nel pannello degli esami dovrà fare una valutazione di tutti i fattori critici, ovvero funzionalità renale, livelli di ferro ed emocromo per diagnosticare una eventuale anemia”.“L’anemia è una delle più importanti complicanze della malattia renale cronica– spiega Maura Ravera, Segretario FIR, Fondazione Italiana del Rene-. La sua prevalenza aumenta man mano che il danno renale progredisce e supera il 70% nello stadio più avanzato di malattia, con importanti ricadute cliniche. Infatti, i pazienti che soffrono di anemia da malattia renale cronica hanno una qualità di vita insoddisfacente, caratterizzata da scarsa resistenza all’esercizio fisico, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, affanno, tachicardia, spesso bassa pressione arteriosa. Il cuore è l’organo che risente in misura maggiore dell’anemia: infatti, per mantenere un’adeguata ossigenazione dei tessuti va incontro a un sovraccarico che nel tempo porta allo sviluppo di cardiomiopatia con conseguente aumento del rischio di eventi cardiovascolari e di mortalità. L’anemia, inoltre, a seconda del grado di severità, impatta anche sulla sfera lavorativa e relazionale”.“Convivere con l’anemia da malattia renale cronica non è facile, perché la malattia ha conseguenze sulla vita relazionale, lavorativa e sullo stato di salute generale– commenta Teresa Siclari, Segretaria Regionale di Aned Lombardia- fondamentale è la comunicazione medico-paziente, è necessario che la persona riferisca al medico tutti i suoi disturbi affinché lo specialista possa effettuare gli esami specifici per diagnosticare l’anemia e intervenire tempestivamente con un trattamento. La campagna “Anemia da malattia renale cronica – Diamo ossigeno alle aspirazioni” ha un valore altissimo sia come strumento di prevenzione, in cui il medico di base ha un ruolo cruciale nell’individuare le persone a rischio e indirizzarle allo specialista, sia come strumento per aumentare la consapevolezza su questa condizione”.“Vogliamo confermare il nostro impegno nel mettere sempre al centro di ogni nostro pensiero e decisione il paziente nefropatico, dedicando risorse allo sviluppo di trattamenti di valore che possano migliorare la qualità della sua vita ed in particolare di chi soffre di anemia da malattia renale cronica- sottolinea Antonella Di Lorenzo, Communications & Patient Advocacy Associate Director di Astellas Pharma-. L’anemia rappresenta spesso il primo segnale della presenza di Malattia renale cronica. Sentiamo fortemente la responsabilità sociale di sviluppare programmi di sensibilizzazione della popolazione che possano contribuire ad aumentare le conoscenze su questacondizione e indurla a rivolgersi tempestivamente al medico. Ma vogliamo anche incoraggiare chi già ne soffre a non arrendersi al senso di stanchezza e affaticamento, ma ad alzarsi dal metaforico divano per cercare di realizzare le proprie aspirazioni. Il nostro progetto racchiude in sé anche un valore di responsabilità ambientale, con il parallelismo tra l’ossigeno prodotto dagli alberi e quello trasportato dai globuli rossi e quindi tra natura e salute”.
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Ci sono il modus operandi e la firma di Cagliostro nella brutale serie di omicidi contenuti in All’Ombra del Tacco e avvenuti sull’improbabile asse Puglia / Abruzzo che sconvolgono la quiete delle comunità locali e accendono l’intuito di una donna capace di riannodare i fili con il passato criminale del killer.

In “All’ombra del Tacco” di Annamaria Venere, sociologa e Criminologa Forense (2022, Daimon Edizioni), la protagonista è Flora, affascinante maestra quarantenne, che accetta di insegnare a Locorontondo in Puglia, dove ritrova un caro amico: Marcello Gentile, capitano dell’Arma dei Carabinieri che spesso la coinvolge nelle indagini. Succederà anche quando, improvvisamente, in un trullo vengono rinvenuti tre cadaveri. Omicidi che apparentemente portano una firma inequivocabile: quella dell’alchimista ed esoterista di origini palermitane.

Nelle delicate e intricate indagini, l’acume e la sensibilità di Flora sono una grande fortuna per il capitano dei Carabinieri ma, col passare dei giorni, le vittime aumentano, i notiziari non parlano d’altro, la gente ha paura. Bisogna fare in fretta ed evitare altre morti.

All’ombra del tacco si sviluppa in una corsa all’ultimo respiro all’inseguimento del colpevole, in una suggestiva narrazione dove nulla è scontato e nella quale trova spazio anche Paolo, abile giornalista dalla penna d’oro, ma dal carattere schivo e misterioso.

La caccia all’uomo porterà i protagonisti a L’Aquila dove tre giovani ingegneri vengono trovati morti.

Marcello, detesta ammetterlo, ma dovrà prendere atto che la mente intuitiva e brillante di Flora (che l’ha già aiutato, in passato, a risolvere casi difficili) si rivelerà vincente anche nel trovare la chiave di volta in questa orribile serie di strani omicidi. Intanto più cresce il desiderio di scoprire l’identità dell’assassino, più è chiaro che lui stesso voglia sfidare i protagonisti delle indagini.

La permanenza di Flora nella città abruzzese non sarà facile: un incontro la sconvolgerà e la fagocita in una fitta rete di segreti; le mura della caserma non la aiutano e diventeranno particolarmente opprimenti; qualcosa la inquieta, sente di essere vicina alla soluzione e capisce che è necessario immergersi  nella mente dell’assassino per tentare di comprendere la sua psicologia contorta.

Flora scoprirà che il male esiste davvero e che l’unica speranza – restando all’Ombra del Tacco – è non rimanerne invischiata.

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Annamaria Venere nasce a Gioia del Colle il 21 ottobre del ’66 e trascorre l’infanzia nel suo paese natale. Da piccola sogna di fare la cantante lirica ma, non trovando condivisione in famiglia, si appassiona alla lettura e alla pittura che abbandonerà definitiva-mente a tredici anni.

Con l’inizio dell’adolescenza comincia a provare il disagio dell’irrequietudine e, consigliata dalla sua giovane professoressa di italiano, comincia a scrivere storie che narrano i suoi pensieri. Annamaria, con spirito talvolta ironico e dissacrante, talvolta profondo e doloroso o ancora, caratterizzato da malinconico ottimismo, nel corso di quattro anni scriverà undici racconti brevi. A diciassette anni, affascinata da un volume di sociologia, inizia ad approfondire lo studio attraverso altre opere, studi che condurrà in maniera autonoma e disorganizzata per molti anni. Si trasferisce a Bari, si laurea in Scienze delle professioni sanitarie e inizia la sua attività professionale nella splendida cornice della Valle D’Itria, luogo del quale s’innamorerà profondamente. Viaggiare per quasi 200 km al giorno (lo farà per dieci anni), rappresenterà l’opportunità per raccogliere appunti dettati al suo piccolo registratore, dal quale diventerà inseparabile.

Donna dallo spirito indipendente, sarcastica, amante delle metafore, cultrice del disincanto, acuta osservatrice della specie umana, spia e coglie sguardi che altri non afferrano e ne lascia traccia scritta: per lei è un modo di tenere insieme ciò che era destinato ad essere dimenticato. In quegli anni scopre la sua naturale propensione all’ascolto degli altri e la comprensione dei vissuti delle persone e decide di iscriversi nuovamente all’Università, alla facoltà di Sociologia. Consegue presso l’Università Alma Mater Studiorum, Polo di Forlì ‘R. Ruffilli’ la laurea magistrale in “Sociologia, Politiche Sociali e Sanitarie” e successivamente perfeziona la formazione in “Criminologia Forense” presso l’Università di Messina.

In parallelo a questi progetti e agli studi è coautore di ‘Elementi di comunicazione per le professioni sanitarie. Strategie operative per le aree infermieristica, preventiva, riabilitativa e tecnica’ (Franco Angeli, Milano 2008), ‘Il falso in Sanità. Problematiche giuridiche e aspetti sociologici’ (Franco Angeli, Milano 2013), ‘L’infermiere di famiglia e cure primarie: aspetti gestionali e competenze cliniche” (Piccin Nuova Libraria, Padova 2017).

Nel frattempo, la sua vita privata e professionale “attraversano” lo stretto e si realizzano in Sicilia dove tutt’ora vive. Si sposa e ha due figli, Carla e Flavio. Nel 2009, fonda a Catania una società di organizzazione di eventi medico scientifici e formazione sanitaria e diventa Provider ECM. Successivamente, la stessa società diviene editore di Medicalive Magazine, rivista online d’informazione del settore sanitario e viene nominata Direttore Editoriale.

Pubblica svariati articoli e nel 2020 il suo ultimo lavoro scritto in collaborazione con due ufficiali dell’Arma dei Carabinieri ‘Vittime di violenza di genere. La gestione giuridica dell’operatore sanitario’ (Franco Angeli, Milano 2020). Con il tempo, si riconosce sempre più nel mondo della scrittura e la sua natura creativa si mostra durante il periodo del lockdown da Covid-19 del 2020, quando decide di sperimentare un genere per lei nuovo, con ‘All’ombra del tacco’.

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Grande successo in Sicilia per l’iniziativa “Screening di primavera” promossa dall’Assessorato regionale della Salute nell’ambito del protocollo d’intesa con Lions Club International, coordinato dal Servizio 1 – Screening oncologici dell’Assessorato e dall’Ufficio speciale Comunicazione, e realizzato dalle Aziende sanitarie provinciali- e dai volontari di Lions distretto 108Yb.

Numerosi i cittadini che hanno risposto all’appello alla prevenzione lanciato dall’Assessorato regionale alla salute e dal Lions Club International.

Le Asp e le Aziende Ospedaliere hanno assicurato una lunga lista di prestazioni, tutte gratuite e con accesso diretto: screening del cervicocarcinoma (Pap Test o Hpv test per donne di età compresa tra 25 e 64 anni di età), screening del tumore del colon retto (distribuzione del Sof Test), vaccinazione anti Covid-19 (prima, seconda o dose booster).

Soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa ha espresso l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: “Prevenzione e promozione della salute sono alcuni fra gli obiettivi prioritari dell’attività dell’Assessorato per la Salute – ha detto Razza – Questa occasione è la verifica che l’efficacia del sistema di prevenzione passa dalla condivisione di iniziative in un contesto di competenze precisamente definite. In quest’ottica, in particolare, cardine della prevenzione è lo screening, una strategia sanitaria che permette di scoprire un’eventuale malattia nelle sue fasi iniziali consentendo la tempestiva presa in carico della patologia, con la conseguente riduzione della mortalità e dei costi per il Servizio sanitario nazionale e per la società”.

L’Azienda Cannizzaro, in collaborazione con il Comune di Acicastello ha effettuato:

N. 23 test HPV, 24 screening diabete, 33 ecografie tiroide, 17 mammografie, 20 visite cardiologiche, un incontro di educazione sanitaria per l’adesione a screening Asp e corretti stili di vita per contrastare l’insorgenza di patologie oncologiche. Partecipazione di circa 200 cittadini, con tre conferenze e distribuzione di materiale informativo.

Asp Palermo: Sono state oltre cento in 4 ore di attività le prestazioni erogate a bordo dei camper dell’Azienda sanitaria provinciale che ha anche somministrato 12 vaccinazioni anti Covid-19, di cui 6 domiciliari ad utenti non trasportabili. Il maggiore afflusso si è registrato nell’ambulatorio mobile per lo screening delle malattie infettive sessualmente trasmissibili. Sono stati 27 i prelievi ematici effettuati per HIV, Epatite e Sifilide, mentre 12 i Sof Test distribuiti per la ricerca del sangue occulto nelle feci, 18 le mammografie prenotate nei centri dell’Asp di Palermo e 17 gli esami (HPV Test) del cervicocarcinoma. Somministrati in un’apposita postazione anche 5 tamponi antigenici per lo screening del Covid-19. Lo sportello amministrativo ha lavorato intensamente nel rilascio di Green Pass e certificati di esenzione ticket per reddito.

Asp Ragusa: 80 screening per glicemia, 18 screening del tumore del colon retto, 15 pap test e 16 screening oncologici per tumori della mammella.

Asp Agrigento:

Agrigento: n. 15 prenotazioni ginecologiche e n. 30 prenotazioni per prevenzione oncologica), screening diabetologico con l’effettuazione del test rapido della glicemia (n. 40), visita senologica (n. 19), screening oculistico (n.50), promozione della vaccinazione in gravidanza, promozione di stili corretti di vita ed alimentari.

Ribera sono stati eseguiti: 110 screening gratuiti diabetologici ed attuata azione di promozione degli screening oncologici e di sensibilizzazione della popolazione attraverso la consegna di materiale divulgativo

Campobello: è stato organizzato un punto informativo riguardo alla prevenzione oncologica e cardiovascolare con promozione di stili di vita corretti, dell’attività fisica, distribuzione di brochure e misurazione di alcuni parametri. Oltre 100 cittadini si sono accostati ed hanno usufruito del servizio.

Menfi: Svolte analoghe attività di promozione di screening oncologici e non con distribuzione di brochure e sensibilizzazione a stili corretti di vita. Effettuati n. 130 test per rilevazione glicemia.

Asp Trapani

Trapani 25 esami prenotati; Marsala 23 esami prenotati; Alcamo 24 esami prenotati tra mammografie provette colon, pap test e Hpv test. Inoltre, sono state distribuite centinaia di brochure informative anche a Castelvetrano.

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Colonnine di ricarica per veicoli elettrici nei parcheggi degli ospedali. ‘Electric Path‘, il progetto di Novo Nordisk che coniuga salute e sostenibilità ambientale, sbarca in Italia, in particolare presso l’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. La partnership pubblico-privato, che porterà le Infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici (Idr) negli ospedali di tutta la Regione Lazio, è stata presentata questa mattina a Roma, presso la sede dell’azienda farmaceutica danese.
‘Electric Path’ è un’iniziativa realizzata nell’ambito del più ampio programma internazionale ‘Circular for Zero’, strategia dell’azienda danese per azzerare l’impatto ambientale entro il 2030.
“Prosegue l’impegno per l’eco-sostenibilità ambientale delle strutture sanitarie e l’innovazione tecnologica; siamo contenti di far parte di questa partnership tra pubblico e privato- ha commentato Alessio D’Amato, Assessore sanità e integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio- Grazie ai finanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si apre una stagione di grandi investimenti per realizzare una rivoluzione digitale che semplifichi l’accesso ai servizi, ma che guardi anche all’economia circolare, al benessere, ai corretti stili di vita, alla prevenzione. Su questo, sicuramente la partnership con Novo Nordisk per noi è molto importante. Nuovi ospedali, dunque, grazie alle nuove tecnologie per una sanità sempre più vicina alle esigenze delle persone, dove l’impegno per la sostenibilità e la green economy rivestono un ruolo centrale nell’azione di programmazione. Il Lazio- ha tenuto a sottolineare l’assessore- è la prima regione italiana ad aderire a questo progetto”.
“Attraverso questo progetto che prevede l’installazione di colonnine di ricarica prosegue la sfida di Novo Nordisk, iniziata a livello mondiale nel 2014 con Cities Changing Diabetes, nel rendere gli ambienti urbani un luogo di promozione della salute- ha spiegato Drago Vuina, general manager e corporate vice president Novo Nordisk- Da parte nostra, ci siamo posti l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2030 per tutte le nostre produzione, in tutte le nazioni nelle quali siamo presenti. È importante coinvolgere la popolazione nelle diverse strategie messe in atto per salvaguardare la salute della città e dei cittadini- ha aggiunto- così da stimolare un cambiamento significativo per la loro salute e per l’ambiente”.
“Novo Nordisk è particolarmente orgogliosa del convinto appoggio della Regione Lazio al nostro progetto Electric Path, che si sviluppa, peraltro sull’intero territorio nazionale- ha aggiunto Marco Salvini, senior director External affairs Novo Nordisk- Questa collaborazione è un chiaro esempio di come possa svilupparsi una partnership pubblico-privato unica, mirata alla salvaguardia della salute dei cittadini. Abbiamo scelto di iniziare dal Lazio perché per noi rappresenta una Regione benchmark”.
Al San Camillo Forlanini, le infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici sono state installate nei parcheggi situati all’interno dell’ospedale in modo da essere fruibili da tutti, per stimolare le persone a una transizione più rapida verso modelli di mobilità sostenibili e contribuire così alla riduzione delle emissioni di CO2, con conseguente miglioramento della salute e del benessere di tutti.
“Abbiamo aderito con convinzione a questo progetto- ha dichiarato Narciso Mostarda, direttore generale azienda ospedaliera San Camillo Forlanini– per contribuire a obiettivi concreti in tema di riduzione sull’impatto ambientale. Infatti, è fondamentale favorire un’infrastruttura diffusa e capillare che incentivi e faciliti l’uso dei veicoli elettrici. L’installazione nel nostro ospedale di impianti di colonnine di ricarica per veicoli elettrici va proprio in questa direzione e potranno essere utilizzati da un ampio numero di persone, sia utenti sia dipendenti. Anche sulla qualità dell’energia che viene utilizzata gli ospedali e i loro utenti devono fare attenzione”.
Sono milioni, infatti, le persone che ogni anno muoiono a causa degli effetti diretti o indiretti dell‘inquinamento atmosferico, in particolare negli ambienti urbani. Oltre ad avere un impatto sull’aria e sull’ambiente che ci circonda, l’inquinamento è causa anche dello sviluppo di numerose malattie legate ai polmoni, oltre che di ictus, demenze, malattie renali e diabete. È stato osservato, ad esempio, che un aumento di 10 unità di concentrazione di PM10 o NO2 si traduce in un aumento rispettivamente del 8,1 per mille e del 4,1 per mille nella prevalenza del diabete tipo 2. Inoltre, un’ampia ricerca condotta negli Stati Uniti ha messo in evidenza come l’inquinamento atmosferico sia responsabile ogni anno di oltre 3 milioni di nuovi casi di diabete.
“Lo sviluppo dell’elettrificazione della mobilità- ha aggiunto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile- è una componente fondamentale della decarbonizzazione dei trasporti, necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima e del Regolamento europeo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 e di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. L’istallazione di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici nei parcheggi delle strutture pubbliche è un buon esempio e un contributo significativo anche alla riduzione dell’inquinamento locale e alla difesa della salute”.
‘Circular for Zero’ è la strategia di economia circolare di Novo Nordisk, attiva dal 2019, per rendere l’azienda a impatto ambientale zero entro il 2030 attraverso riduzione dei consumi, riciclo dei rifiuti, studio e sviluppo di prodotti riutilizzabili, in un ciclo virtuoso ‘circolare’ della catena di fornitura. Novo Nordisk è inoltre impegnata a raggiungere i 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 collaborando con organizzazioni sia pubbliche che private e considera la lotta al cambiamento climatico al pari dei risultati finanziari e sociali e, per questo, un impegno costantemente misurato. L’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici vira in questo senso. 
Nel 2020, Novo Nordisk ha già raggiunto l’obiettivo di utilizzare nei propri stabilimenti energia elettrica prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili e di azzerare le emissioni di CO2 imputabili alle attività operative e di trasporto entro il 2030.
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“All’inizio di questo secolo l’ambito cardiovascolare è stato investito da un senso di attesa nei confronti di queste nuove terapie avanzate generando le più grandi speranze circa l’arrivo al letto del paziente di nuove forme di trattamento per malattie gravi. Quasi vent’anni più tardi, sebbene esista in Europa una terapia cellulare approvata come hospital exemption per le forme più gravidi ischemia cardiaca, molte speranze si sono trasformate in delusioni. Oggi disponiamo di terapie avanzate che vent’anni fa erano solo fantasia e per ottenerle siamo passati attraverso fallimenti e brusche fermate. Quei fallimenti sono stati necessari per arrivare al punto in cui siamo e da quelli dovremo imparare come andare oltre e tagliare nuovi traguardi”. Così il prof. Giulio Pompilio, Direttore Scientifico e Responsabile dell’Unità di Biologia Vascolare e Medicina Rigenerativa presso l’IRCCS Centro Cardiologico Monzino, e Presidente del Comitato Scientifico di Osservatorio Terapie Avanzate (OTA), ha aperto un incontro di formazione destinato ai giornalisti – dal titolo Dalla sperimentazione alla pratica clinica. Comunicazione e impatto, presente e futuro delle terapie avanzate – organizzato da OTA in collaborazione con Primopiano Academy e con il contributo non condizionante di Celgene – ora parte di BMS, Novartis, PTC Therapeutics, Roche e Sanofi. L’obiettivo del corso è stato di illustrare presente e prospettive future delle terapie avanzate, cioè quelle terapie innovative basate su terapia genica, terapia cellulare ed ingegneria tessutale che stanno rivoluzionando la medicina e offrendo nuove possibilità a gravi malattie per cui fino a ieri non c’era alcuna prospettiva di cura. Un racconto fatto da chi le terapie avanzate le ha ideate e portate fino al letto dei pazienti.

La prima parte del corso è stata dedicata ai progressi raggiunti attraverso il racconto dei ricercatori che in prima linea hanno ideato queste terapie avanzate e che hanno visto, con grande emozione, il successo ottenuto sui pazienti. La seconda parte è stata invece un focus sulle nuove terapie che potrebbero arrivare nei prossimi anni e sulle sfide ancora da affrontare. Malattie rare della retina, malattie neuromuscolari, immunodeficienze, malattie genetiche che intaccano i tessuti, tumori del sangue: per alcune patologie incluse in questi gruppi le terapie avanzate sono già oggi una concreta opzione terapeutica, una svolta determinante per patologie gravissime e in precedenza senza possibilità di cura. E se questi già oggi sono i risultati raggiunti dalla medicina attraverso le terapie avanzate ancora maggiori aspettative ci sono per il futuro di questo settore relativamente giovane ma nel quale il nostro Paese si sta distinguendo per i grandi successi nella ricerca, che qui ha trovato terreno fertile e ricercatori di grandissimo livello.

“Il tema della sostenibilità delle terapie avanzate riguarda tutta la comunità, dai medici e ricercatori ai rappresentanti dell’industria e del settore regolatorio, fino ai pazienti – ha spiegato all’incontro organizzato da Osservatorio Terapie Avanzate la prof.ssa Concetta Quintarelli, Responsabile dell’Unità di Terapia Genica dei tumori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, member del Comitato per le Terapie Avanzate dell’EMA – Dopo anni di ricerca e studio, dopo l’ottenimento dell’autorizzazione all’immissione in commercio dagli enti regolatori, accade che il sistema non supporti dal punto di vista economico le nuove terapie avanzate. Occorre stravolgerlo e far in modo che tutti abbiano in mente il tema della sostenibilità sin dall’inizio di questo meraviglioso percorso che può regalarci trattamento unici. È solo in questo modo che sarà possibile realizzare un autentico progresso nel campo delle terapie avanzate”.

Al momento sono 14 le terapie avanzate approvate in Europa, 8 delle quali già disponibili in Italia, il che conferma l’importante ruolo giocato dall’Italia nello sviluppo e nell’implementazione di terapie avanzate necessarie da decenni. Ma testimonia anche il livello di fiducia in esse riposto, dal momento che la terapia genica, le terapie a base di CAR-T o i trattamenti basati sull’ingegnerizzazione delle cellule staminali presuppongono alti costi di sviluppo e mantenimento. L’importante trend di crescita delle terapie avanzate in fase di valutazione e approvazione a livello europeo è stato illustrato anche nel rapporto annuale di Horizon Scanning dell’AIFA “Scenario dei medicinali in arrivo Rapporto 2022”: nel 2022 sono attesi i pareri dell’EMA per 7 terapie avanzate. Di queste, circa il 60% ha come bersaglio alcuni tipi specifici di tumore, a testimoniare che le terapie avanzate, sviluppate inizialmente per combattere gravi malattie rare, stanno allargando gli orizzonti. Secondo le previsioni degli esperti, si potrebbe arrivare fino a 50 nuove terapie avanzate nel prossimo decennio a livello mondiale.

Naturalmente, perché in futuro l’Italia possa continuare ad essere un Paese che non solo fa ricerca ma che, come oggi, riesce anche a renderle effettivamente fruibili ai pazienti, sarà necessario uno sforzo in termini organizzativi, inclusa l’individuazione dei fondi necessari a coprire i costi di queste terapie e l’individuazione di modelli di pagamento che possano renderle sostenibili nel tempo soprattutto in vista dell’aumento del numero di terapie che diventeranno disponibili nei prossimi anni. Un tema che OTA ha già ampiamente affrontato nella prima Consensus sul tema, dal titolo Proposta di Misure per la Determinazione del Valore delle Terapie Avanzate in Italia – uno Studio Basato sul Metodo Delphi.

All’incontro con la stampa hanno partecipato, oltre al prof. Giulio Pompilio e alla prof.ssa Concetta Quintarelli, anche il dott. Gianluca Dotti, Giornalista scientifico, il prof. Alessandro Aiuti, Vicedirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) e Direttore dell’U.O. di Immunoematologia Pediatrica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, la prof.ssa Marika Pane, Direttore dell’U.O.S. Dipartimento Centro Clinico Nemo Pediatrico di Roma, la prof.ssa Francesca Simonelli, Direttrice della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli, il prof. Alessandro Rambaldi, Direttore del Dipartimento di Oncologia-Ematologia all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la dott.ssa Raffaella Di Micco dell’Istituto Telethon San Raffaele per la Terapia Genica (SR-Tiget) di Milano, la dott.ssa Sarah Tettamanti, Ricercatrice presso il Centro di Ricerca “M. Tettamanti” di Monza e il prof. Giulio Cossu, Group Leader dell’Unità di Terapia Cellulare per le Miopatie presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

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La telemedicina è davvero il futuro della sanità?

La tecnologia sta rivoluzionando la nostra quotidianità. Il sistema sanitario, come gli altri settori professionali, sta mutando in virtù di un evoluzione favorita dalla recente pandemia. Infatti, il Covid-19 ha obbligato la società a cambiare rotta, ad adottarenuove abitudini e quindi ad affidarsi, dove e quando possibile, al digitale. Ovviamente il sistema sanitario non poteva fare eccezione davanti alle continue richieste di consulti medici e visite a distanza, motivo per cui si può definire la telemedicina il futuro della sanità.

Consulti medici online: un po’ di numeri

Secondo un’analisi condotta dall‘Osservatorio dell’Innovazione Digitale in Sanità, in collaborazione con il Politecnico di Milano, la recente emergenza ha spinto gli italiani ad avvicinarsi alla telemedicina.

Le statistiche suggeriscono un aumento di quasi venti punti percentuali, dall’11% si è passati al 30%. I numeri sono destinati a crescere ulteriormente, considerando le buone impressioni dei pazienti e la volontà degli italiani di affidarsi a uno strumento comodo e rapido. Il trend non è soltanto italiano, ma globale.

L’incremento maggiore di teleconsulti è stato registrato negli Stati Uniti, dove lo US Centers for Disease Control and Prevention ha rilevato una crescita pari al 154% delle visite a distanza durante la pandemia.

La telemedicina ha conquistato tutti

Lo studio di Frost & Sullivan intitolato “Innovative Business Models Powering the Telehealth Market in Europe”, prevede che entro il 2026 il settore della telemedicina avrà quadruplicato il proprio valore economico rispetto al 2019, raggiungendo un volume d’affari pari a 17 miliardi di euro. In particolare, dovrebbero essere questi gli ambiti più coinvolti:

i consulti tra specialisti e tra medici e pazienti;
la medicina comportamentale;
i dispositivi indossabili in grado di tracciare i parametri vitali ed integrarsi con le cartelle cliniche;
il monitoraggio remoto dei pazienti.

In Italia, non sono poche le strutture che hanno inaugurato servizi di telemedicina e che oggi vantano un’eccellente capacità di seguire i pazienti a distanza.

Un esempio è epiCura, nata nel 2017 con un obiettivo ambizioso: semplificare l’accesso alla sanità. La start up torinese offre prestazioni mediche in studio, a domicilio e in videoconsulto 7 giorni su 7, compresi sabato e domenica. Gli specialisti epiCura operano nei settori più disparati, dalla cardiologia all’oculistica, passando per la psicologia e la pediatria. EpiCura vanta inoltre un’ampia rete di professionisti su tutto il territorio italiano e vuole sempre di più espandersi!

Ricercano costantemente figure come Veterinari, Pediatri, Medici di base e Nutrizionisti. Vuoi candidarti? clicca qui

Consulto medico online: quali opportunità

L’approccio digitale consente a medici e specialisti di essere di supporto in tantissime occasioni: tramite i consulti medici online, uno specialista può seguire i pazienti cronici durante il decorso della malattia, fornire un parere in caso di urgenze oppure consigliare il paziente circa il percorso terapeutico da intraprendere.

Ma la telemedicina rappresenta una soluzione ottimale anche in caso di visite specialistiche di vario genere.

Per esempio, a giovarne possono essere i nutrizionisti, che fin dalla prima visita online possono raccogliere le informazioni necessarie per elaborare una dieta adeguata e seguire il paziente nel corso del tempo;

Anche le consulenze psicologiche online hanno dimostrato tutta la loro efficacia, sia in occasione del consulto iniziale che durante l’iter terapeutico.

Poter disporre di un medico di base online è un’opportunità in grado di risolvere moltissimi dei problemi che affliggono coloro che vivono fuori mano, dei pazienti ipomobili e di coloro che sono temporaneamente costretti in casa da un infortunio.

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“Sosteniamoci insieme. Adultità, individualità e dopo di noi” a sostegno della sindrome di Down T2. Sul tema, l’Ordine dei medici di Palermo ospiterà un momento di confronto e di condivisione dei percorsi sanitari e formativi attivabili, che oggi si rendono indispensabili per affrontare le sfide e i problemi sempre più complessi legati al mondo delle disabilità. L’appuntamento, organizzato in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down, che ricorre il 21 marzo, è a Villa Magnisi, sabato 19 marzo, a partire dalle 10.30.

Nel corso della giornata di lavori saranno presentati i risultati del progetto ”Sosteniamoci insieme” arrivato alla sua fase conclusiva.

Al convegno, che sarà moderato dalla giornalista Anna Cane, interverranno Giampiero Gliubizzi presidente di SporT21 Sicilia, Ignazio Cusimano, presidente di AIPD Termini Imerese, Martina Biundo, progettista Formalab.

Parteciperanno Toti Amato, presidente dell’Omceo di Palermo, Roberto Lagalla, assessore regionale alla Formazione, Gianluca Inzerillo, consigliere comunale Palermo, Maria Concetta Buttà, assessore alle Politiche sociali del comune di Termini Imerese.

Il vicepresidente della Fondazione Down Friuli Venezia Giulia, Sergio Silvestre, e il dirigente dell’ufficio legislativo e legale della Regione siciliana, Salvatore Taormina, affronteranno rispettivamente, i “Percorsi possibili per una vita indipendente” e gli “Strumenti legislativi del terzo settore per il dopo di noi” disponibili.

Interverranno, inoltre, il dirigente regionale dell’Area 5 Brand Sicilia e Marketing Bruno Lo Bianco, il presidente di Confindustria Sicilia Alessandro Albanese, il presidente C.S.A. In Palermo Eros Lodato, l’imprenditore Vito Biundo del birrificio Bruno Ribaldi, the president and head of Hospitality Mangia’s – Aeroviaggi Marcello Mangia, Girolamo Tavolanti per la ‘La Casa del Volontariato’ di Termini Imerese, il presidente del Rotaract Palermo Vincenzo Traina.

Il progetto “Sosteniamoci insieme” è stato finanziato dall’assessorato regionale alla Famiglia per sostenere l’inclusione sociale dei ragazzi con disabilità intellettiva relazionale con sindrome di Down. L’obiettivo è sviluppare un approccio consapevole della coltivazione dei prodotti attraverso la conoscenza delle principali tecniche di produzione e di trasformazione ecosostenibili dei grani antichi siciliani e degli ortaggi.