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Structural Heart Diseases (SHD), ne soffre 1 su 10 over 65 e il 30% è asintomatico

Campagna di sensibilizzazione della Fondazione Italiana per il Cuore. Le anomalie delle valvole cardiache sfuggono facilmente alla diagnosi. Nasce una coalizione europea (SHD Coalition) per sostenere un intervento precoce.


Autore

Salvo Falcone – Giornalista, Media Consultant, Direttore Responsabile Medic@live Magazine.

[dropcap color=”#008185″ font=”0″]L'[/dropcap]urgenza di intervenire subito emerge anche dai risultati dell’indagine sui dati INPS che confermano una crescita allarmante in Italia delle Malattie Cardiache Strutturali, sostenuta anche dagli effetti post-pandemia, che ha colpito la fascia più fragile della popolazione costituita dagli over 65.

Per chi ancora non lo conosce, il nome di questa malattia (SHD – Structural Heart Diseases, in inglese) preoccupa meno di altre. Due le ragioni: intanto il riferimento alla “struttura” non riconduce a un immediato pericolo, poi perché, in effetti, se ne parla ancora poco rispetto alla portata della patologia legata al “cuore che invecchia”. Due attenuanti che non devono distrarre dalla gravità delle Malattie Cardiache Strutturali che colpiscono oltre il 12% della popolazione over 65 e che hanno incoraggiato lo sviluppo di una nuova coalizione europea (SHD Coalition) per evidenziare l’importanza di effettuare una diagnosi precoce e un trattamento appropriato.

È prioritario intervenire urgentemente – precisano Emanuela FOLCO, Presidente della Fondazione Italiana per il Cuore-FIPC, e Paolo MAGNI, Coordinatore del Comitato Scientifico, membri dello Steering Committee della SHD Coalition – per tracciare un percorso concreto, con la consapevolezza dettata dai dati condivisi dell’impatto delle Malattie Cardiache Strutturali nella realtà italiana”.

COSA SONO LE SHD – MALATTIE CARDIACHE STRUTTURALI

Le Malattie Cardiache Strutturali sono patologie cronico-degenerative e fra esse vi sono le malattie valvolari, quali la stenosi aortica e il rigurgito mitralico e tricuspidale. Esse sono sempre più spesso riconducibili a un declino funzionale e all’invecchiamento della popolazione. Richiedono la riparazione e/o la sostituzione delle valvole cardiache a seguito di un deterioramento della struttura delle stesse – da qui l’origine del nome – e dell’usura progressiva del muscolo cardiaco. Sono necessari interventi riparatori o sostitutivi delle valvole che, se non trattate, sono causa di morte del 90% dei casi a 5 anni dalla loro diagnosi.

SINTOMI ASPECIFICI, DIAGNOSI COMPLESSA

Le patologie valvolari possono facilmente sfuggire alla diagnosi e non aiuta il fatto che i sintomi siano piuttosto aspecifici tra cui il senso di affaticamento, l’affanno, la difficoltà a salire le scale, etc. Tanto difficile riconoscere i campanelli d’allarme (1/3 dei casi è asintomatico), quanto agevole raggiungere una diagnosi.

È sufficiente l’auscultazione del cuore da parte del medico per rilevare anomalie e procedere precocemente a controlli più semplici come un ecocardiogramma o più approfonditi esami specialistici capaci di condurre alla diagnosi.

OCCHIO ALLE VALVULOPATIE NEGLI OVER 65

Le ultime stime ISTAT per l’Italia confermano una percentuale di incidenza delle SHD del 12,5% sul totale della popolazione over 65, con una previsione di crescita considerando soprattutto la fascia anziana che raggiungerà la soglia del 25% nel 2030, fino a toccare il 33% nel 2040.

Se l’aspettativa di vita è cresciuta di 10 anni negli ultimi 4 decenni, molto del merito è da attribuirsi ai passi in avanti compiuti dalla cardiologia. Questo ha però aperto il varco all’emergere di molte malattie legate alla senescenza, come le Malattie Cardiache Strutturali e, in primis, le patologie degenerative delle valvole cardiache – afferma Alessandro BOCCANELLI, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) – Nei Paesi occidentali, in particolare, il deciso incremento dell’aspettativa di vita non si è tradotto in un allungamento del tempo da trascorrere in buona salute: ciò a causa della sostanziale mancanza di prevenzione di tutte quelle malattie croniche che condizionano la qualità di vita degli anziani, come appunto le Malattie Cardiache Strutturali. Invece è fondamentale non solo continuare a guadagnare ulteriori anni di vita ma anche assicurare un miglioramento della qualità di vita, attraverso operazioni di screening che permettano di strutturare interventi mirati per fasce d’età (la cosiddetta “prevenzione di precisione”). Quel che occorre – osserva il professor Boccanelli – è un trattamento tempestivo della malattia che consenta ai pazienti di continuare a essere attivi nella società: in questa prospettiva, chiediamo alle Istituzioni di dare priorità alle SHD e assicurare fondi per la diagnosi precoce delle valvulopatie negli over 65″.

IMPATTO SOCIOPREVIDENZIALE +25% RICHIESTE INVALIDITA’ + 20% INDENNITA’

Il numero di interventi sulle valvole cardiache è cresciuto del 40% nell’ultimo decennio. Ogni anno sono circa 34.000 i pazienti che sono sottoposti a un intervento per una patologia cardiaca strutturale, con una spesa che supera gli 800 milioni di euro. La nota positiva per alcune di queste patologie è che nello stesso periodo i progressi della medicina e della tecnologia hanno consentito una riduzione del rischio e della mortalità associata a questi interventi di quasi il 50%. Tuttavia, per alcune di esse è ancora evidente il bisogno di un maggior focus sulla presa in carico e su nuovi percorsi di cura.

“Il nostro studio pone l’attenzione proprio sull’impatto socio-previdenziale. Nel quinquennio considerato dal 2015 al 2019,  è aumentato del 25% il numero di richieste di invalidità per diagnosi accertata di patologia valvolare – precisa Francesco Saverio MENNINI, Direttore del CEIS – Centre for Economic and International Studies, Facoltà di Economia, Università degli Studi Tor Vergata – e il 30% dei richiedenti ha un’età inferiore ai 65 anni (con evidenti ricadute economiche e sociali preoccupanti tanto per il SSN che per i costi legati alla perdita di produttività e fiscale). E’ cresciuto del 20% anche il numero di invalidi con indennità di accompagnamento per queste patologie: e, in questo caso, il 97% di questa spesa è destinata a soggetti con più di 65 anni (con un impatto importante con riferimento ai caregiver). E’ evidente che i pazienti over 65 vanno posti al centro di politiche sanitarie specifiche per le malattie cardiache strutturali”.

SHD COALITION: L’EUROPA SI “SCHIERA”

Una partita importante quella giocata dalla squadra “degli europei” che riunisce esperti, società scientifiche, scienziati, politici, pazienti con l’obiettivo di aumentare l’attenzione e la consapevolezza sulle Malattie Cardiache Strutturali per ridurre l’impatto della malattia e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Il suo nome è ‘SHD Coalition’ ed è stata lanciata a livello europeo ad aprile 2021.

Il calcio di inizio di questa partita risale al 2018, quando il Parlamentare Europeo Brando Benifei ha presentato il  HYPERLINK “http://www.brandobenifei.it/images/pdf/SHDManifestoIT.pdf”“Manifesto delle Malattie Cardiache Strutturali”. Si tratta di un importante impegno dell’europarlamentare italiano in qualità di membro del MEP Heart Group, che riunisce altri parlamentari “del cuore” coordinati dall’ European Heart Network, di cui la Fondazione Italiana per il Cuore-FIPC è membro italiano.

La Fondazione Italiana per il Cuore, FIPC, insieme ad altri esperti europei, è membro dello Steering Committee della EU STRUCTURAL HEART DISEASES COALITION (SHD), la Coalizione Europea sulle Malattie Cardiache Strutturali (SHD Coalition), presentata ufficialmente con un webinar tra esperti che si è tenuto il 6 Aprile 2021.

La Coalizione Europea sulle Malattie Cardiache Strutturali è una rete europea che riunisce esperti, società scientifiche, scienziati, politici, pazienti e l’industria, con l’obiettivo di aumentare l’attenzione e la consapevolezza sulle malattie cardiache strutturali, e di garantire che queste patologie abbiano una elevata priorità nelle politiche europee con l’obiettivo di ridurre l’impatto della malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

L’obiettivo principale della SHD Coalition – si legge nel sito web della FIPC – è quello di creare un’azione europea comune sulle malattie cardiache strutturali che evidenzi l’importanza di effettuare una diagnosi precoce e un trattamento appropriato. Questo richiederà una priorità politica a livello dell’Unione Europea (EU) e un forte sostegno nazionale da parte dei singoli Paesi.  Con una popolazione europea che sta invecchiando sempre di più, l’UE ha la responsabilità di sostenere l’azione sulle malattie cardiache strutturali-SHD e la Coalizione vuole sollecitare le istituzioni dell’UE e i responsabili politici nazionali ad impegnarsi su questo tema.

FONDAZIONE ITALIANA PER IL CUORE

La Associazione Fondazione italiana per il cuore (FIPC) nasce nel 1990 per volere dell’illustre scienziato Rodolfo Paoletti, ed è stata fondata dalla Fondazione Giovanni Lorenzini – Medical Science Foundation sulla spinta dell’enorme successo della prima campagna educazionale per la riduzione del colesterolo, svoltasi negli anni ’80 e successivamente di quella sui trigliceridi come fattore di rischio (v. sotto); L’Associazione FIPC è un ente senza scopo di lucro giuridicamente riconosciuto (nr. 14.12.649, 2/4/2004), che opera su più fronti, con particolare attenzione per le malattie cardiovascolari e la loro prevenzione. È membro effettivo per l’Italia della World Heart Federation di Ginevra, ed è membro attivo dello European Heart Network con sede a Bruxelles. Interagendo con Società Scientifiche nazionali ed internazionali svolge attività di diffusione dell’aggiornamento scientifico relativo alle malattie cardiovascolari e facilita l’interazione tra il mondo medico-scientifico, le istituzioni, le autorità ed il pubblico. La Associazione FIPC insieme alla World Heart Federation e ad altri enti nazionali e sovranazionali partecipa alle attività del “NCD Alliance” (un network di oltre 2000 organizzazioni rappresentanti la società civile presenti in oltre 170 paesi) che ha recentemente permesso il raggiungimento di un traguardo unico ed irripetibile: infatti, durante l’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, dal 20 al 22 settembre 2011, è stata discussa l’importanza e l’urgenza sanitaria, politica ed economica di dare priorità all’emergenza cardiovascolare nell’ambito della comune lotta alle malattie croniche non comunicabili (NCD). Nella veste di membro della NCD Alliance il 22 settembre 2011 la Associazione FIPC ha portato il messaggio delle Nazioni Unite al Senato italiano organizzando un importante dibattito sul tema.

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