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Giornate intense al San Donato e alla Gruccia

Un vero e proprio “baby boom” quello che si è registrato negli ultimi 10 giorni negli ospedali di Arezzo e Valdarno.

Il 24 settembre all’ospedale di Arezzo, a fronte di una media-nascita di 4 bambini al giorno (i parti al San Donato sono circa 1500 all’anno), tra le 6,30 e le 13,30 ne sono nati ben 12. I bambini (9 maschi e 3 femmine) e le mamme, 9 italiane e 3 straniere, stanno tutti bene.

A fine settembre, invece, nel giro di 48 ore alla Gruccia si sono registrati 13 parti (8 maschi 5 femmine). Ben 5 di loro sono nati in vasca. Tutto questo, a fronte di una media nascita di 1-2 bambini al giorno, per un totale di circa 500 nascite all’anno.

“La concentrazione di così tante nascite tutte insieme è stato un evento fuori dal normale – commenta Ciro Sommella, direttore della Ginecologia di Arezzo – Il 24 è stata una mattinata frenetica e devo ringraziare tutti i medici e le ostetriche che ci mettono sempre quel qualcosa in più per assistere le nuove famiglie in un momento indimenticabile. E grazie anche ai neonatologi che prendono subito in cura i neonati. E’ stato un bel momento per tutti noi perché conferma un trend positivo per le nascite al San Donato, in controtendenza con il calo demografico che caratterizza molti ospedali”.

“Queste situazioni ci danno grande soddisfazione e le due giornate, così intense, sono state davvero belle per tutti noi – conclude Luca Tafi, direttore della Pediatria della Gruccia – Ovviamente, queste occasioni chiedono una riorganizzazione del lavoro in tempo reale. Per questo ringrazio tutto il personale per la flessibilità e la bravura dimostrate quotidianamente”.

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Le loro opere in una mostra a Firenze grazie a un bando regionale
 
In una mostra a Firenze le migliori opere dei 708 ragazzi degli istituti scolastici delle province di Arezzo, Siena e Grosseto, formati dagli operatori dei dipartimenti della Prevenzione e delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione dell’Ausl Toscana sud est grazie a un bando della Regione Toscana dedicato alla “Promozione della cultura della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita tramite la scuola”.
La mostra, che si è svolta nei locali di Palazzo Panciatichi in Via Cavour, sede del Consiglio Regionale, è stata inaugurata alla presenza del presidente dell’assemblea toscana e dell’assessore alla sanità, nonché di rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, dell’INAIL e di numerose autorità istituzionali.
L’obiettivo del bando è stato quello di favorire l’inserimento in ogni attività scolastica di “specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche, volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza nel rispetto delle autonomie didattiche”.
Da qui un contributo economico complessivo di 49mila e 500 euro per gli istituti compresivi dei territori serviti dall’Ausl Toscana sud est, che hanno aderito all’iniziativa.
Gli istituti della provincia di Arezzo che hanno partecipato sono: Cortona1 “Gino Bartali”, “Rita Levi Montalcini” di Lucignano,”Petrarca” di Montevarchi; mentre quelli della provincia grossetana sono Grosseto 3, Grosseto 5 e “Monte Argentario Giglio”. Gi istituti comprensivi della provincia di Siena che hanno aderito al progetto sono “Renato Fucini” di Monteroni d’Arbia e Murlo, Poggibonsi 1, “Irisi Origo” di Montepulciano, “Graziano da Chiusi” di Chiusi.
A conclusione di tali progetti, la Regione Toscana ha voluto dare massima diffusione ai lavori realizzati dalle scuole primarie e secondarie di secondo grado di tutto il territorio regionale tramite l’allestimento di un’apposita mostra, la cui accoglienza dei partecipanti è stata curata dagli studenti dell’IPSSEOA “Bernardo Buontalenti” di Firenze.
I referenti dell’Ausl Toscana sud est che hanno seguito le fasi di programmazione e realizzazione dei progetti sono stati Paola Buonriposi per Arezzo, Paolo Rabazzi per Grosseto, Susanna Vimercati per Siena.

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I ringraziamenti della Asl Toscana sud est.
Nuovo mezzo in dotazione alla Centrale del 118 di Arezzo. Si tratta di una Smart donata dal Calcit e che potrà essere utilizzata dall’infermiere di turno per spostarsi nelle varie missioni.
Il mezzo è stato consegnato questa mattina all’esterno del San Donato alla presenza del direttore generale Enrico Desideri, del direttore del Dipartimento dell’Emergenza Urgenza Massimo Mandò, del direttore dell’ospedale Massimo Gialli e del presidente del Calcit Giancarlo Sassoli.
“Tempo fa il dr. Mando ci ha chiesto di sostenere questo progetto della Smart infermierizzata – ha spiegato Sassoli – Ne abbiamo intuito l’importanza, perché rivolto a tutti i pazienti fragili che con questo servizio potranno ricevere la cura al proprio domicilio, senza viaggi ed attese al Pronto Soccorso. Il costo è stato di circa 14.000 euro, interamente sostenuto dal Calcit grazie ai contributi dei cittadini che, anche in questo caso, sono stati determinanti per l’avvio di un nuovo servizio utilissimo”.
“L’idea della Smart nasce dall’esperienza che abbiamo avuto con la moto – ha spiegato Mandò – Sono mezzi che ci consentono di essere più reattivi e presenti, con l’infermiere che potrà fare la differenza anche in caso di piccoli interventi. Penso per esempio al cambio catetere. Non sarà più necessario portare il paziente al Pronto Soccorso, rischiando di creare disagio a lui e di intasare la struttura. L’infermiere, in modo autonomo, potrà andare al domicilio e fare quanto necessario. Che dire al Calcit? Grazie di nuovo, perché è sempre molto vicino alla sanità”.
“Il nostro 118 ha ottenuto, anche nell’anno appena trascorso, i migliori risultati d’Italia in termini di tutela dei malati in Emergenza, soprattutto per le reti cardio cerebro vascolari, registrando in tre anni una diminuzione del 27% nella mortalità per infarto – ha concluso Desideri – L’esperienza dello scooterone a tre ruote, perfetto da utilizzare nel periodo estivo, ha confermato quanto sia importante guadagnare anche solo uno o due minuti nel momento del soccorso. D’inverno lo scooterone non è ovviamente un mezzo idoneo. Ecco, il Calcit ha colto di nuovo i bisogni dei malati e l’importanza di supportare la nostra complessa organizzazione. Grazie davvero”.
Il mezzo è stato benedetto dal cappellano del’ospedale.

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Si ammalano in modo diverso, rispondono alle terapie in modo diverso. All’Ordine dei medici è in programma un incontro formativo per specialisti e medici di famiglia

AREZZO – Uomini e donne hanno un differente rischio di contrarre molte malattie e anche una diversa risposta a molte terapie. Da pochi anni la Medicina di genere, scienza medica che attraversa tutte le discipline mediche, prende in considerazione queste diversità per curare ogni individuo in modo appropriato. E’ infatti scientificamente ed eticamente scorretto trasferire sulla donna i dati ottenuti sull’uomo. Si tratta di un vero e proprio errore metodologico che ancora purtroppo persiste nella ricerca scientifica.
E’ questo il tema dell’incontro che si svolgerà domani, venerdì 7 dicembre all’Ordine dei medici di Arezzo, dove si confronteranno medici specialisti e medici di famiglia.
“La Salute di genere – spiega Lucia Lenzi, referente Salute e medicina di genere per Arezzo della Asl Toscana sud est – è ormai un’esigenza del Servizio Sanitario e occorre pensare alla riorganizzazione dei servizi affinché tengano conto delle differenze di genere, non solo sotto l’aspetto
anatomo-fisiologico, ma anche delle differenze biologico-funzionali, psicologiche, sociali e culturali, per una maggiore appropriatezza e personalizzazione della cura. La Medicina di genere non deve essere una specialità a se stante, ma un’integrazione trasversale di specialità e competenze mediche”.
La Asl Toscana sud est già da alcuni anni ha recepito le linee d’indirizzo di OMS, Ministero della salute e Regione Toscana e sta predisponendo corsi di formazione per i medici e percorsi di cura differenziati.
Il concetto di “Salute e medicina di genere” nasce dagli studi scientifici nei quali le differenze tra i sessi, in termine di salute, sono legate alle peculiarità derivanti dalla caratterizzazione biologica dell’individuo.
Per troppo tempo infatti le malattie, la loro prevenzione e terapia sono state studiate prevalentemente su casistiche di un solo sesso, quello maschile, sottovalutando non solo le peculiarità biologico-ormonali e anatomiche ma anche quelle socio-culturali proprie delle donne.
Differenze rilevanti sono ormai note in cardiologia, farmacologia, immunologia,oncologia e nelle malattie respiratorie croniche. E’ diversa anche la risposta nell’accettazione di sottoporsi agli screening e diverso è il rapporto con il fumo, l’alcol e l’alimentazione che incidono pesantemente nei determinanti di salute.
“Ad esempio, le malattie cardiovascolari – conclude Lenzi – sono la prima causa di morte nella donna rispetto all’uomo (132000 donne rispetto a 109.550 uomini); il 55% delle persone colpite da ictus sono donne, l’Alzheimer colpisce il 17,2% delle donne e il 9,1% degli uomini. Si ritiene che entro il 2020 l’ostruzione bronchiale cronica moderata-severa raggiungerà un incremento di prevalenza pari al 50% negli uomini e al 130% nelle donne a causa dell’abitudine tabagica tra i soggetti di sesso femminile. Ecco perché la nostra Azienda ha introdotto la Medicina di genere alle altre specialistiche, come ulteriore passo verso la salute dei cittadini”.

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In occasione della Giornata Mondiale dell’Ictus, l’Asl Toscana sud est presenta l’importante lavoro guidato da Giovanni Linoli

Domani, lunedì 29 ottobre, ricorre la Giornata Mondiale dell’Ictus, una malattia acuta che deriva dalla occlusione (ictus ischemico) o dalla rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale. Si tratta di una patologia molto frequente, che nei Paesi Occidentali rappresenta la seconda causa di morte e la prima causa di disabilità negli anziani; in Italia si registrano circa 200 mila casi ogni anno, di cui circa 10.000 in Toscana. Il 20% dei pazienti muore, mentre il 30% sopravvive con invalidità permanenti.
La Asl Toscana Sud Est ha istituito la Rete Ictus Aziendale, guidata da Giovanni Linoli. Gli obiettivi della Rete sono la diffusione di standard clinico-assistenziali omogenei in tutto il territorio aziendale, la continuità dell’assistenza e la organizzazione in rete di tutte le fasi assistenziali (fase dell’Emergenza-Urgenza, fase ospedaliera e fase territoriale). L’organizzazione della Rete prevede referenti clinici ed organizzativi in ciascuno degli otto presidi ospedalieri aziendali, oltre che nel Policlinico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese. Ad oggi, nelle azioni organizzative della Rete, sono coinvolti i Dipartimenti dell’Emergenza-Urgenza, il Cardio Neuro Vascolare, quello delle Professioni Infermieristico-Ostetriche, di Medicina Generale, della Riabilitazione, della Diagnostica per Immagini e delle Professioni Tecnico-Sanitarie.
“Nell’ambito dell’Area Vasta Sud Est è stata inoltre istituita una rete tempo-dipendente, disciplinata da un protocollo operativo condiviso da Asl e AOU Senese, che eroga terapie innovative riservate ai casi di ictus ischemico – spiega Linoli – Si tratta della fibrinolisi endovenosa e della trombectomia meccanica, in grado di ridurre la mortalità e la disabilità residua, a patto che vengano eseguite entro una definita finestra temporale (entro 4,5 ore dall’esordio dei sintomi per la fibrinolisi, entro un tempo massimo di 12 ore per la trombectomia). Sono quattro le strutture accreditate alla fibrinolisi endovenosa nell’Area Vasta Sud Est: il presidio ospedaliero di Arezzo, del Valdarno, di Grosseto e di Siena. Per la trombectomia meccanica, a cui sono candidati i pazienti affetti da ictus da occlusione di grosso vaso, il riferimento unico per l’intera Area Vasta Sud Est è il Policlinico Le Scotte di Siena, in relazione alle sue dotazioni neuroradiologiche interventistiche”.
Nel 2017 sono stati complessivamente 288 i pazienti dell’Area Vasta Sud Est sottoposti a terapie tempo-dipendenti. La casistica relativa al primo semestre 2018 indica già un incremento numerico di tali terapie rispetto all’anno precedente.
Nella fase acuta, i pazienti colpiti da ictus vengono ricoverati in setting assistenziali diversi (Stroke Unit, reparti di Medicina Interna e di Geriatria). “Alla fase acuta, fa seguito un percorso di continuità assistenziale, che prosegue nella riabilitazione e, dopo la dimissione ospedaliera, nella presa in carico da parte dei Medici di Medicina Generale – conclude Linoli – Sono loro che, nella fase territoriale, garantiscono la prevenzione attraverso il follow up e l’indicazione di corretti stili di vita”.
La Asl Toscana Sud Est condivide con l’associazione di volontariato A.L.I.Ce (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) programmi di educazione sanitaria della popolazione, diretti a promuovere il riconoscimento tempestivo dei sintomi di esordio dell’ictus, e a raccomandare la chiamata immediata del 118 per garantire la massima tempestività di accesso dei pazienti alla rete dei servizi aziendali.

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Sono giunte alcune segnalazioni. L’Azienda mette in guardia: “Non siamo noi”

La Asl Toscana sud est informa la cittadinanza che nessun dipendente o convenzionato con l’Azienda, in particolare il personale del Centro Oncologico, telefona a casa delle persone in cura per sottoporle ad un questionario.
In questi giorni, infatti, sono giunte segnalazioni di casi simili: alcuni individui, dopo aver telefonato, si presentano al domicilio con la scusa di un omaggio. In realtà si tratta di venditori di un’azienda privata che commercia una serie di macchinari e strumenti di vario genere.
La Asl, in nessun settore o caso, si muove con queste modalità e mette in guardia i cittadini.

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Emergenza pediatrica, si tratta di un’iniziativa gratuita organizzata dal Consultorio di Arezzo e dal 118

Un corso sulla gestione delle emergenze neonatali e pediatriche dedicato ai genitori, che sono i primi a dover gestire certe situazioni, è quello che si svolgerà gratuitamente a Monte San Savino.
Il corso nasce con l’intento di insegnare ai genitori a gestire la crisi, ma soprattutto a mettere in atto, senza farsi prendere dal panico, le manovre salvavita, nell’attesa che arrivi il mezzo di soccorso.
Sono spesso le prime semplici manovre che realmente salvano i bambini. Manovre importanti quindi, che i genitori devono conoscere per evitare conseguenze talvolta irreparabili. L’emergenza pediatrica è sempre un momento di intenso coinvolgimento emotivo e per il familiare lo è ancora di più.
Il corso gratuito, si svolgerà il 18 ottobre prossimo dalle 16 alle 19 all’auditorium Palazzo Galletti. Tramite l’ausilio di manichini, gli infermieri del 118 spiegheranno e faranno provare le manovre di disostruzione da corpo estraneo sul lattante e sul bambino e le prime manovre di rianimazione cardio-polmonare.
Per accedere ai corsi è necessaria l’iscrizione chiamando il Consultorio di Arezzo dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 12 al numero 0575/ 255829.

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In occasione dell’Obesity Day, si terrà un’iniziativa al San Donato. Ecco i dati in provincia di Arezzo nella fascia di età 18-69 anni

Mercoledì prossimo 10 ottobre ricorre l’Obesity Day, la giornata nazionale per la prevenzione e cura del sovrappeso e dell’obesità. Si tratta di una iniziativa dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e, come ogni anno, aderisce anche la Asl Toscana sud est.
Dalle 9 alle 13, nella hall dell’ospedale San Donato di Arezzo, saranno presenti medici della Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione, operatori della Dietetica Professionale e operatori della Promozione della salute. Verrà consegnato materiale informativo e fornite indicazioni sulla corretta alimentazione e sul rapporto tra stili di vita e benessere. Sarà presentato il progetto “Pranzo sano fuori casa”, che l’Azienda Sanitaria ha condiviso e realizzato con il mondo della ristorazione. Un’azione importante è rafforzare e recuperare lo stile di vita mediterraneo, per ridurre l’incidenza delle malattie cronico degenerative (diabete, cardiopatie ecc.) e tumorali.
Come risulta dai dati rilevati dal Sistema di Sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende sanitarie per la Salute in Italia), in provincia di Arezzo la percentuale di persone (tra i 18 e i 69 anni) obese è del 7,5%, rispetto ad una percentuale dell’8,2% rilevata nella Asl Toscana Sud Est e nella Regione Toscana. In ambito provinciale aretino, sono più obesi gli uomini (8%) rispetto le donne (7%).
Nelle persone in sovrappeso, la media aretina (29,7%) è più alta di quella regionale (28,1%). Anche in questo caso, sono più gli aretini (35,7%) che le aretine (23,75%) ad essere in sovrappeso.
Negli ultimi 50 anni in Italia, come certificato dall’ADI, i consumi alimentari si sono progressivamente allontanati dal modello alimentare mediterraneo, passando da un consumo medio di 2.956 kcal giornaliere (anno 1961) a circa 3.627 kcal di oggi. Anche il consumo di proteine è aumentato (+110,7%) così come quello dei grassi di origine animale (+111,4%); i carboidrati complessi si sono ridotti del 9% mentre il consumo di zuccheri aggiunti è cresciuto di circa il 20%.
L’aumento di obesità e sovrappeso è provocato in buona parte dall’incremento dei consumi di alimenti ad alta densità energetica ma di basso valore nutrizionale (alimenti con grasso visibile, soft drinks con dolcificanti calorici, prodotti da forno/snacks, dolciumi) e una diminuzione importante dell’esercizio fisico.

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Incontri con i professionisti aperti alla popolazione. Il primo si tiene venerdì 5 ottobre

Terza edizione del ciclo di incontri “La nostra salute”, organizzato dal Centro di aggregazione di Villa Severi con il patrocinio della Asl Toscana sud est, il Comune di Arezzo, la Provincia di Arezzo e l’Ordine dei Medici.
Il primo incontro è in programma venerdì 5 ottobre. Mario Felici (direttore Geriatria del San Donato) parlerà su “Come invecchiare bene … per arrivare a 100 anni”. Seguirà il 12 ottobre Ferruccio Rosati, con una serata dedicata al tema “Le malattie reumatiche: segni premonitori, diagnosi e trattamento”. Infine, il 19 ottobre si parlerà de “L’ictus: perché il tempo è cervello”, con Benedetta Calchetti (dirigente medico Neurologia).
Gli incontri prendono il via alle 21 e sono ad ingresso gratuito.

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Simona Dei: “Grazie alle mamme e ai professionisti che si impegnano ogni giorno nel dare la sicurezza alle neomamme”

La Settimana mondiale per l’allattamento 2018 in Italia coincide con la prima di ottobre, il motto di quest’anno è “Allattamento: base per la vita”.
Nella provincia aretina, tutti i promotori dell’allattamento della Asl Toscana sud est scendono in campo per sostenere questa campagna, molte di loro sono mamme che aiutano altre mamme, altre professioniste dell’allattamento.
AREZZO
Al Consultorio di Arezzo, venerdì 5 ottobre dalle 16, porte aperte a genitori e bambini per tutte le attività consultoriali di sostegno alla gravidanza, alla nascita, all’accudimento del lattante.
La psicologa Tonina Michela Tanda aprirà l’evento con una Lettura magistrale “Le tre A (Allattamento, Accudimento, Attaccamento), Laura Masiello (ostetrica) illustrerà i percorsi di accompagnamento alla nascita, Letizia Burroni (ostetrica) spiegherà la tecnica e i vantaggi del massaggio infantile. Thomas Tori infermiere del 118 darà dei riferimenti per la disostruzione delle vie aeree in età pediatrica.
Interverranno Elisa Boffa della Biblioteca Comune di Arezzo Nati per leggere, l’associazione Latte di mamma, Alessandra Mori resp. Consultorio Arezzo, Evaristo Giglio Direttore Zona Distretto Arezzo, Petruccioli Patrizia direttore risorse ed attività ostetriche, Natascia Bizzarri Promozione alla Salute Arezzo, Magi Letizia direttore Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale Arezzo.
Per intrattenere i bambini verrà allestito uno spazio a loro dedicato con trucca bimbi, palloncini e merenda per tutti.
CASENTINO
Presso il Consultorio Familiare di Bibbiena, dal 1 al 7 ottobre e tutte le mattine dalle 8 alle 15 sarà possibile visitare la Mostra fotografica sull’esperienza “pelle a pelle” praticata alle donne che hanno partorito in Casentino. Tra le foto anche l’utilizzo del metodo Bonapace , ovvero un massaggio che effettuato dal padre alla partoriente durante il travaglio, è grado di ridurre il dolore del 50 per cento.
VALTIBERINA
Il 3 ottobre dalle 10 incontro con la psicoterapeuta Silvia Patrussi per la lettura delle tre P per crescere insieme: “Permessi, Protezione e Potere”. L’incontro si svolgerà allo spazio mamme del Consultorio di Sansepolcro dove le mamme possono accedere liberamente ogni mercoledì mattina per consulenze e informazioni. Questa sarà l’occasione anche per iscriversi al corso di disostruzione pediatrica delle vie aeree tenuto il 23 ottobre dalle 16 alle 19 dall’infermiere del 118 Thomas Tori.
VALDICHIANA
Venerdì 5 ottobre dalle 9 alle 13 alla Casa della salute di Castiglion Fiorentino, verranno proiettati filmati sull’allattamento presso la sala riunioni. Le mamme del gruppo auto aiuto saranno disponibili a rispondere alle domande presso lo spazio mamme e a dare dimostrazioni sull’uso della fascia e del marsupio ergonomico.
VALDARNO
– Lunedì 1 ottobre ore 15:30 inaugurazione mostra fotografica al primo piano dell’ospedale S.M. alla Gruccia
Alle 16 incontro tenuto dal pediatra Luca Tafi e Luca Bichi istruttore BLS :”il bambino istruzioni per l’uso”
– Giovedì 4 ottobre alle 16: “i disturbi del sonno, la teoria dell’attaccamento” a cura della psicologa e mamma Peer Erika Maffei e il neuropsichiatra infantile Stefano Berloffa
– Sabato 6 ottobre Flash Mob presso la Coop di Montevarchi dalle 10 e alle 15 incontro dal tema “Alimentazione in gravidanza, allattamento e alimentazione complementare” tenuta dal pediatra Giovanni Poggini membro UNICEF e il nutrizionista Daniele Rapini.
“Incontrare le mamme che allattano- commenta Simona Dei direttore sanitario Asl Toscana sud est- è sempre una grande emozione, voglio ringraziarle davvero per il prezioso ruolo all’interno della loro famiglia, ma anche come Testimonial fondamentali verso mamme in attesa e neo-mamme, un importante aiuto per vivere al meglio uno dei momenti più belli per loro e per i propri bambini. Grazie a loro e anche tutte le nostre professioniste e professionisti che in un momento così delicato come la gravidanza e il puerperio si impegnano a dare la necessaria sicurezza alle neomamme”.
Secondo un’indagine Istat conclusa nel 2013, nei primi mesi dopo il parto, hanno problemi di allattamento il 37,7% delle donne italiane e il 25,6% delle straniere. Tra le ragioni di somministrazione di latte artificiale nelle donne italiane si vede al primo posto la “percezione di avere poco latte”. Sempre secondo i dati Istat il numero medio di mesi di allattamento esclusivo è pari a 4,1.
L’allattamento ottimale contribuisce a prevenire ogni forma di malnutrizione con effetti positivi permanenti sui bambini e sulle madri. Oltre a essere il caposaldo per una sana crescita infantile, l’allattamento è il grande livellatore che può contribuire a interrompere il circolo della povertà.