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Oltre 1 milione di euro è la cifra che i cittadini devono restituire alla Asl Toscana sud est

Stanno per arrivare quasi 4000 verbali di accertamento a chi ha usufruito di prestazioni nel 2013 dichiarando un’esenzione falsa.
L’Asl Toscana sud est, infatti, deve richiedere 1.016.054,08 euro a 3981 cittadini che in regime di esenzione totale o parziale del ticket (E01, E02, E03,. E04, ERA, ERB, ERC) hanno fatto visite ed esami dietro la presentazione di autocertificazione mendace.
A rilevare i dati corretti e ad inviarli alle aziende sanitarie è Sogei che incrocia i numeri di Agenzia delle entrate, Inps e Ministero del Lavoro.
Il verbale di accertamento è il primo passo del processo sanzionatorio. Se non verrà pagato, successivamente sarà notificata l’ordinanza di ingiunzione, seguita dall’eventuale iscrizione a ruolo.
Sono 1.581 gli aretini chiamati a ridare all’Azienda 436.557,84 euro e che potranno pagare una sanzione ridotta di un terzo entro 60 giorni dalla notifica. In questo caso, l’importo sarà costituito dal ticket evaso, la sanzione pari al ticket e le spese (i verbali e i bollettini premarcati riportano la cifra da pagare entro 60 giorni).
Dopo i 60 giorni l’importo da pagare sarà pari al ticket dovuto, più la sanzione amministrativa che ammonta a tre volte il ticket evaso e le spese di notifica e amministrative.
L’interessato può proporre ricorso ma questo non interrompe il periodo dei 60 giorni per il pagamento in forma ridotta.
Il verbale di accertamento non è un atto che impone il pagamento: le persone possono decidere di pagare immediatamente per ridurre la sanzione amministrativa (in pratica un’oblazione, il cittadino si riconosce “colpevole” e l’azienda chiude la partita con risparmio da ambedue le parti).
Il vero titolo “esecutivo” sarà l’ordinanza ingiunzione che sarà notificata al cittadino successivamente (ovviamente solo a coloro che hanno fatto ricorso e/o non hanno pagato).
I verbali di accertamento contengono tutte le informazioni necessarie all’utente: come pagare (IBAN o bollettino postale premarcato), come ottenere informazioni (posta ordinaria, email, fax, call center e non agli sportelli), il numero del verbale di accertamento, il numero di protocollo delle autocertificazioni risultate mendaci, l’elenco delle prestazioni e il ticket dovuto per le impegnative collegate a quelle autocertificazioni e un modulo allegato per permettere al cittadino di presentare memorie difensive (ricorso per via amministrativa all’autorità competente che è l’Azienda USL Toscana Sud Est).

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Tanti piccoli indumenti fatti a mano per prendersi cura ancora di più di mamma e bambino

Scarpine lunghe “mezzo pavesino”, cuffiette “come una mela”, copertine, camicini, sacchi nanna, questo è il meraviglioso mondo di Cuore di Maglia, un progetto, promosso dall’omonima associazione onlus, dedicato ai neonati prematuri che ha preso il via anche all’ospedale Misericordia di Grosseto.
Tutto ruota intorno al concetto di “care”, letteralmente “prendersi cura”, che indica l’insieme delle premure e delle sollecitudini che si possono offrire al neonato pre-termine per farlo star bene e ridurre gli svantaggi legati al ricovero e all’incubatrice.
Insieme al progetto Pelle a pelle, Cuore di Maglia ha invaso con la sua generosità e solidarietà i reparti del Misericordia di Ostetricia e Ginecologia, diretto dal dottor Fabrizio Signore e Patologia Neonatale e Pediatria e Neonatologia, diretti dalla dottoressa Susanna Falorni, con tanti piccoli indumenti colorati e caldi, fatti artigianalmente dalle volontarie della associazione e dati in dono ai piccoli e ai loro genitori.
I bambini appena nati e in particolare quelli nati prima del termine dei nove mesi, quando nascono vivono una sorta di escursione termica che può causare dispersione di calore soprattutto delle parti periferiche come testa, piedi e mani. Per evitare sbalzi di temperatura, i piccolini vengono subito vestiti con cappellini, calzini e avvolti in un triangolino di maglia come in una coperta e messi a contatto con la pancia della mamma.
Cuore di maglia si integra perfettamente nel progetto Pelle a pelle, già operativo al Misericordia: secondo il protocollo il neonato subito appena venuto alla luce, viene messo sull’addome della mamma a contatto appunto con la sua pelle. Questo favorisce lo stabilirsi di un’interazione naturale madre-figlio, la riduzione di ipotermie e facilita l’avvio dell’allattamento al seno, con la possibilità che il piccolo si attacchi al seno anche nelle prime due ore di vita.
Cuore di Maglia nasce nel 2008, quando un gruppo di amiche decide di rendersi utili, soprattutto ai bambini, con i loro lavori. Scarpine piccolissime e cappellini buffi per scaldare i piccoli nati pretermine, copertine, corredini per bambini con famiglie in difficoltà, tutto rigorosamente fatto a mano, con filati pregiati, lana di qualità, cashmere, merinos.
“Il personale sanitario insieme ai genitori dei piccoli – dichiara il dottor Signore – apprezzano in modo particolare questi regali che arrivano da Cuore di Maglia, perché rientrano nel protocollo Care: rendere cioè più umana la permanenza in ospedale, sia del piccolino che dei genitori. Le attenzioni ulteriori che l’iniziativa consente portano a una sensazione di normalità e di speranza che hanno effetti positivi sulla mamma e sul neonato”.
Cuore di Maglia è presente in 55 ospedali italiani e in 6 Centri di Aiuto alla Vita, dove vengono programmate consegne mensili o semestrali.
“Tra i tanti doni di Cuore di Maglia, – conclude la dottoressa Falorni – una delle idee più interessanti è il ‘sacco nanna’. Il neonato, all’interno dell’utero materno è contenuto, coccolato, e ha dei confini ben delimitati che con la nascita prematura vengono a mancare. Il sacco nanna oltre a scaldare, ricrea al piccino i confini della pancia della mamma, lasciata troppo presto, e lo fa sentire al sicuro, ben protetto in una sorta di abbraccio continuo, tutto suo. Molte madri usano il sacco nanna anche durante l’allattamento o per la marsupio-terapia. A volte bastano azioni semplici ma fatte con il cuore per alleggerire una situazione non sempre facile da accettare per i genitori dei piccoli prematuri”.

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Giovedì 28 giugno ricorre la Giornata mondiale dedicata alle patologie del pavimento pelvico

Visite gratuite per le donne in occasione della Giornata mondiale dedicata alle patologie del pavimento pelvico e incontinenza urinaria, giovedì 28 giugno dalle 8:30 alle 12:30. Anche quest’anno l’ambulatorio integrato per l’incontinenza urinaria mette a disposizione professionisti che svolgeranno gratuitamente visite uro-ginecologiche presso la Ginecologia dell’ospedale San Donato di Arezzo, previa prenotazione telefonica ai numeri 0575/255326 o 0575/255328.
Quelle dell’incontinenza per un mal funzionamento del pavimento pelvico sono patologie che interessano un gran numero di donne, soprattutto a seguito di eventi particolari che hanno modificato la fisiologia dell’apparato uro-ginecologico come parto naturale, aumento della pressione addominale, menopausa, prolasso o interventi chirurgici.
“Ad Arezzo – spiega Stefano Rosadi, responsabile dell’ambulatorio del pavimento pelvico – le donne che presentano disfunzionalità dell’apparato urogenitale sono circa 1100 all’anno. Ci sono vari livelli di gravità e quindi diverse possibili soluzioni: dalle cure mediche e riabilitative fino agli interventi chirurgici. La valutazione e presa in carico del problema viene fatta dall’equipe: ginecologo, ostetrica e personale di sala operatoria, a seconda della soluzione più idonea per la paziente”.
A volte, basta una rieducazione dei muscoli del pavimento pelvico, effettuata dalle ostetriche con strumenti e corsi specifici in Casentino e Valdarno. Rosadi e la sua equipe, con sedute chirurgiche mensili effettuate ad Arezzo e Bibbiena, intervengono per via transvaginale o laparoscopica. In questi casi la riabilitazione è affidata alle ostetriche nel post operatorio.

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Tutti i numeri di servizi e attività

Risposte sempre più integrate e multidisciplinari, dunque più efficienti, ed un’organizzazione più puntuale sul territorio con grande attenzione per le fasce deboli della popolazione valdarnese. Sono queste le linee guida che stanno ispirando l’attività e il lavoro della Zona Distretto del Valdarno, guidata da un anno esatto da Evaristo Giglio.
Un lavoro che ha portato a utilizzare in pieno il fondo per la non autosufficienza e quello per le gravissime disabilità. Per il 2017, hanno usufruito del Fondo 88 disabili sotto i 65 anni, 336 anziani non autosufficienti e 25 ricoveri temporanei in strutture residenziali assistenziali. Sempre lo scorso anno, i finanziamenti per le gravissime disabilità hanno permesso l’erogazione di 359 mila euro destinati a 35 utenti residenti nel Valdarno per l’acquisto di servizi socio-assistenziali e sanitari, in modo da evitare i ricoveri o le istituzionalizzazioni e garantire la permanenza al domicilio di persone portatrici di gravi complessi patologici. Per il 2018 sono previsti 303 mila euro, per un totale di oltre 600 mila euro in due anni.
Nel 2017 il Distretto ha distribuito 456 quote tra ricoveri in RSA e Centri Diurni. Nell’ultimo anno si è proceduto alla riorganizzazione dell’UVM (Unità di Valutazione Multidimensionale), un nucleo composto da medici di Distretto, assistenti sociali dei Comuni e della Asl, infermieri, il cui lavoro di valutazione sanitaria e sociale degli utenti garantisce l’equità di accesso all’offerta dei servizi, attraverso l’individuazione di specifici parametri.
Contemporaneamente, è stata definita l’equipe dell’ACOT (Agenzia per la continuità assistenziale ospedale-territorio) che permette la presa in carico programmata di pazienti fragili, affetti da malattie croniche, nella fase di dimissione dall’ospedale.
Tra i vari progetti in ambito socio-sanitario promossi dalla Regione, ai quali ha partecipato il Valdarno, si ricorda la recente co-progettazione sul “Dopo di Noi”, a favore di disabili che sperimentano forme di crescente autonomia attraverso particolari soluzioni abitative. L’efficace cooperazione tra l’ASL, il Comune capofila di Terranuova, il Terzo Settore e il Privato Sociale ha garantito l’approvazione del progetto che sta partendo proprio in questi giorni.
L’attività di coordinamento è alla base anche di un gruppo di lavoro che vede impegnati il Dipartimento della Salute Mentale e il “Servizio Sociale” (di Distretto e dei Comuni), per definire un protocollo d’intesa che andrà in Conferenza dei sindaci tra qualche settimana. “Una delle maggiori criticità che ci troviamo ad affrontare in questo ambito – spiega Giglio – è definire un percorso appropriato quando ci troviamo di fronte a condizioni in cui non è facile stabilire se è prevalente il disagio sociale o il disturbo psichico. E’ un aspetto difficile e da non sottovalutare: la presa in carico del paziente deve avere un’origine condivisa, con una procedura integrata tra i servizi sociali dei Comune e gli specialisti dell’ASL. A questo stanno lavorando i due poli (socio-sanitario e socio-assistenziale), sia per gli adulti che per i minori”.
Dal marzo di quest’anno è stato attivato l’Atelier Alzheimer, al Centro Bartolea di Montevarchi. Si tratta di un punto di riferimento per i malati di Alzheimer in forma media o lieve, dove vengono svolte attività educativo-riabilitative e aggregative rivolte ai malati. In Valdarno i soggetti con disturbi cognitivi presi in carico dai centri specialistici sono oltre 200. L’Atelier Alzheimer si è aggiunto ad un altro servizio, dedicato a coloro che si prendono cura dei malati gravi: il Caffè Alzheimer, uno sportello di ascolto e relazione per i familiari e i care givers.
“Negli ultimi mesi abbiamo rinforzato l’assetto professionale della Neuropsichiatria Infantile e quello degli psicologi – conclude Giglio – L’arrivo di due nuovi psicologi nei servizi territoriali supporterà gli interventi della Neuropsichiatria e, insieme al contributo del SerD, permetterà la presa in carico di situazioni di grave disagio sociale, sempre più frequentemente segnalate ai Comuni e al Distretto Sanitario anche dalla Magistratura (abusi, maltrattamenti, affidi, adozioni ecc)”.

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È Grosseto la città scelta dall’AIOM – Associazione Italiana Oncologia Medica, per l’11esima tappa del Festival della Prevenzione e dell’Innovazione in Oncologia.
Una scelta dettata dagli importanti risultati raggiunti dall’Oncologia grossetana.
Tre giorni, dall’8 al 10 giugno, organizzati in collaborazione con la Asl Toscana sud est, l’ISPRO – Istituto I per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, il Comitato per la Vits onlus, istituzioni locali e regionali, con l’obiettivo di spiegare ai cittadini quali sono i mezzi utilizzati nella lotta al cancro: corretti stili di vita, screening e armi innovative.
Un motorhome di AIOM sarà allestito in piazza Esperanto come punto di riferimento per la popolazione, con gli oncologi dell’associazione a disposizione dei cittadini per tutte le informazioni. Saranno inoltre distribuiti depliant sulla prevenzione e le terapie più nuove.
La tre-giorni prenderà il via venerdì 8 alle ore 9,30 nella Sala Pegaso della Provincia, in piazza Dante.
Qui sarà affrontato il tema “Prevenzione e diagnosi precoce”. Dopo gli interventi delle autorità, saranno i professionisti di tutta la Toscana ad analizzare come gli stili di vita sani, attraverso l’alimentazione, e l’attività fisica, siano parte integrante e fondamentale della prevenzione. Alle ore 15, nell’area antistante il motorhome, si parlerà dell’importanza dello screening e della diagnosi precoce su tumore della mammella, cervice e colon retto. La giornata terminerà alle 20 all’hotel Granduca con una cena di beneficenza in favore dell’Ispro. Allieteranno la serata Mauro Chechi e Giancarlo Capecchi. Per partecipare alla cena è necessario prenotare, chiamando il 334 2224088 oppure scrivendo a info@fondazione-itt.org.
Sabato 9 giugno alle 9,30 all’hotel Granduca, è in programma il convegno “Il tumore, un male curabile: innovazione e multidisciplinarietà in oncologia”.
Il Festival si conclude domenica 10 con la Passeggiata della salute “Sulle mura”, organizzata con il contributo del Gruppo Afa ed Educazione alla salute della Asl Toscana sud est e in collaborazione con il Comune di Grosseto, le associazioni di volontariato e i club services del territorio. Il ritrovo è alle 10 in piazza Dante.
“L’innovazione è uno dei cardini della ricerca, non solo contro i tumori – ha commentato Enrico Desideri, direttore generale Asl Toscana sud est – E’ un impegno che la nostra Azienda porta avanti ogni giorno con professionalità e attenzione, con l’importante sostegno dell’associazionismo che rende vivo e attivo il territorio grossetano. Ringrazio AIOM per averci scelto come tappa del suo tour in Italia”.
“In Toscana circa 200 mila cittadini vivono dopo la diagnosi di tumore, spesso con una buona qualità di vita grazie a terapie sempre più efficaci – ha spiegato Carmelo Bengala, direttore Oncologia medica Grosseto della Asl Toscana sud est – La prevenzione gioca sempre più un ruolo primario e siamo a ribadirlo ancora ospitando questo importante Festival con il quale contiamo di portare tra la popolazione un messaggio importante: gli stili di vita sani, quindi alimentazione equilibrata, attività fisica e stop a fumo ed alcool, consentono di arginare l’insorgenza dei tumori fino al 40%. Nella nostra provincia la mortalità per tumore è diminuita del 10,8 %, con un picco di riduzione del 16% nella popolazione maschile. Questi dati ci spronano a fare sempre meglio e le azioni di prevenzione rappresentano un tassello fondamentale nei percorsi di salute”.
La cittadinanza è invitata a partecipare a tutte le iniziative.

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Usl e Koinè tracciano un bilancio e disegnano il ruolo delle comunità nella salute mentale. Un mese di eventi tra Arezzo e il Valdarno

Riflessioni sulle esperienze realizzate in Valdarno e, più in generale, nell’Aretino. Un mese di iniziative nelle scuole, nelle biblioteche, in fattoria di agricoltura sociale. Tra psichiatria, storia, arte, teatro… Come è stato possibile cambiare gli approcci alla salute mentale e cosa resta da fare. Questi sono alcuni dei temi delle iniziative presentate stamani dagli organizzatori e cioè Asl Toscana Sud Est, Dipartimento aziendale della Salute Mentale e cooperativa sociale Koinè in collaborazione con Federsanità, Airsam, Legacoopsociali ed Educoop.
“Tra Arezzo e Valdarno – ha commentato Enrico Desideri, direttore generale Asl – sono numerose le esperienze relative alla Salute mentale che abbiamo realizzato e che stiamo portando avanti, grazie alla sinergia con tanti soggetti del territorio che ringrazio. Per fare un’analisi del momento storico, di quanto fatto e di quanto c’è ancora da fare in questo ambito, è stato predisposto un calendario di eventi nelle prossime settimane. Il filo conduttore del programma è riflettere su come è stato possibile cambiare la salute mentale in questi 40 anni passati dalla Legge 180, che possiamo definire rivoluzionaria perché ha consentito di portare avanti tanti interventi di inclusione. Oggi il fenomeno della vulnerabilità sociale è in crescita e si porta dietro un aumento della disuguaglianza e del disagio psichico. Una comunità accogliente è il luogo dell’inclusione, è il luogo in cui gli interventi sono più efficaci e comportano una minore spesa sanitaria, come succede sempre quando si parla e si attua la prevenzione”.
“Il contesto sociale è segnato dal riemergere di pulsioni alla esclusione e alla segregazione – ha sottolineato il Direttore di Koinè, Paolo Peruzzi – nonché dal fiorire di numerose quanto rilevanti minacce alla coesione sociale. Se è sempre più evidente, anche nei nostri contesti comunitari, il legame tra salute e sviluppo, benessere individuale e cultura personale e sociale, altrettanto lo è – ci sembra – che la difesa della salute mentale come diritto di cittadinanza passi anche dal rafforzamento di alleanze sociali e di comunità, che agiscano sull’idea di salute mentale come bene comune, cioè come bene che la comunità stessa è chiamata a presidiare, difendere, generare e rigenerare al fianco dei servizi sanitari e sociali pubblici. Del resto, ciò che assieme all’Azienda Sanitaria locale, al DSM ed alle amministrazioni locali, abbiamo prodotto in Valdarno, questo sono state: servizi, programmi ed azioni mirate a coinvolgere le persone, le famiglie, gli attori sociali e le intere comunità in progetti per lo sviluppo locale, l’abilitazione, l’inclusione, l’integrazione lavorativa. Esperienze come quella della socio riabilitazione, di Betadue (che è nata in questo alveo), della Fabbrica di Cioccolato e del Patto del Valdarno per la salute mentale dimostrano quanto possano essere feconde le pratiche di innovazione sociale basate sulla attivazione delle comunità locali e, allo stesso tempo, quanto fondata, praticabile e credibile fosse l’intuizione della Legge Basaglia e della de-manicomializzazione”.
“Queste iniziative – ha spiegato Michele Travi, UF Salute Mentale adulti Arezzo – ci consentono di riprendere una riflessione non solo sulla legge 180 ma, soprattutto, sulle trasformazioni sociali ed economiche che sono intervenute in questi anni. Le difficoltà di molte famiglie stanno determinando un aumento della domanda, che si traduce in una delega ai servizi psichiatrici. Una risposta d’èquipe, che sappia coordinare tutti i soggetti, è quella in grado di rispondere a questa nuova emergenza”.
“E’ più che necessario riportare l’attenzione generale sui temi della salute mentale – ha detto Elisabetta Truglia, direttore UF Salute mentale Zona Valdarno – Va ricreata una cultura diffusa e gli eventi programmati sono in grado di dare un contributo. Non solo con i due convegni, il 20 ad Arezzo e il 26 a Terranuova, ma anche con le altre iniziative che vanno dall’arte al teatro, dall’agricoltura sociale agli interventi nelle scuole”.
“Fondamentale è il coinvolgimento e il protagonismo delle comunità locali. Da qui, anche il patrocinio dei Comuni di Area Vasta. Le alleanze a livello territoriale sono in grado di produrre i processi di cambiamento” ha dichiarato Sauro Testi, Coordinamento Patto territoriale della salute mentale per Koinè.
“Esperienze come quelle realizzate in Valdarno e ad Arezzo – ha concluso Simone Naldoni, Federsanità Toscana – rappresentano buone pratiche da studiare e diffondere non solo a livello toscano. Le riflessioni dei prossimi giorni saranno utili a “sedimentare” il lavoro fatto in questi anni e a diffondere le esperienze”.
Tra i presenti alla conferenza stampa anche Grazia Faltoni ed Elena Gatteschi, presidente e vice presidente di Koinè.
Ecco il calendario degli appuntamenti di questo mese dedicato alla salute mentale ed allo sviluppo sociale. Il primo è “Tra il bianco e il nero, mille colori”, esposizione dei dipinti dell’atelier di pittura e asta di solidarietà per il sostegno dell’attività di pittura della salute mentale. Dal 7 al 14 aprile negli esercizi commerciali del Corso Italia di San Giovanni Valdarno e il 14 aprile, alle ore 17, esposizione nella Biblioteca comunale di San Giovanni Valdarno.
La centralità delle famiglie è il motivo della festa organizzata nella fattoria di Ramarella, nel comune di Pergine Valdarno. La festa “Nella vecchia fattoria” è in programma per le ore 11.30 di sabato 7 aprile.
Dalle famiglie agli studenti con “Da Basaglia a Pirella: quando il cuculo fa il nido a scuola”, incontri sulle esperienze per la salute mentale seguite alla chiusura del Manicomio di Arezzo. Quattro gli appuntamenti. Lunedì 9 aprile, ore 11, istituto Galileo Galilei di Arezzo; mercoledì 11 aprile, ore 8.30, Magiotti Socio-sanitario di Montevarchi; giovedì 12 aprile, ore 10.30, Liceo Scienze Umane Colonna di Arezzo e infine venerdì 13 aprile, alle ore 8.10, nel Liceo Scienze Umane di San Giovanni Valdarno. Sempre per il 13 aprile, ma alle 18.30 nella parrocchia di Sant’Andrea di Montevarchi, “Ho intravisto l’unicorno”, spettacolo teatrale degli adolescenti a conclusione del laboratorio teatrale.
Due convegni si propongono di valutare il lavoro di questi anni e di delineare nuove piste per il futuro. Il primo convegno, “Comunità attive per la salute mentale”, è in programma per le ore 9 di venerdì 20 aprile nell’auditorium Pieraccini dell’ospedale San Donato di Arezzo. A confronto esperienze nazionali e internazionali di promozione della salute mentale, di capacitazione comunitaria e per lo sviluppo locale. Tra gli altri relatori Marcelino Lopez Alvarez, Direttore dei programmi, valutazione e ricerca della Fondazione pubblica andalusa per l’integrazione sociale di persone con malattie mentali, Raffaele Barone, psichiatra e open dialogue facilitator, Marco D’Alema, presidente dell’Airsam, Eleonora Vanni, presidente nazionale di LegacoopSociali. Il secondo convegno si terrà invece a Palazzo Concini a Terranuova Bracciolini alle ore 15 del 26 aprile. Un seminario sull’esperienza di salute mentale in Valdarno che vedrà protagonista anche la Conferenza dei sindaci di zona.
La serie di eventi si chiuderà il 2 e il 3 maggio con uno spettacolo della compagnia teatrale I Giocarelloni che, in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Aldebaran, presenterà “Leggero come…”, percorso teatrale per le scuole dell’infanzia del Comune di Terranuova Bracciolini.