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Medical News

Malattie respiratorie infantili: gli pneumologi stilano il decalogo della prevenzione

By Redazione 16 Ottobre 2017 47

La SIMRI, Società italiana per le malattie respiratorie infantili, ha dichiarato che il 30% dei bambini italiani – in età prescolare – è colpito da polmonite, bronchiti, faringiti, laringiti o tracheiti. La più grave è la bronchiolite di origine virale, che attacca le piccole vie aeree fino a ostruirle. Questa è la principale causa di ricovero in ospedale.
Per tale motivo la SIMRI, in occasione del 21° Congresso Nazionale svoltosi a Napoli, ha deciso di stilare un decalogo della prevenzione.
1. Lavarsi sempre bene le mani prima di toccare un bimbo: questo vale soprattutto per i fratellini perché, nella maggioranza dei casi, sono loro a trasmettere i virus e altri agenti patogeni;
2. Se il bimbo ha meno di sei mesi non lasciarlo mai nella stessa stanza con chi soffre di raffreddore o influenza; 
3. Evitare il più possibile che il bambino scambi con altri oggetti che possono trasferire germi (per esempio cucchiai, tazze, cuscini o coperte);

4. Utilizzare preferibilmente fazzolettini monouso: devono sempre essere buttati nella spazzatura;

5. Non fumare in casa e più in generale evitare che l’esposizione dei giovanissimi al fumo passivo;
6. Non portare il neonato in strade molto trafficate. Se si abita vicino a zone ad alta densità di traffico è preferibile arieggiare la casa nelle ore non di punta

7. Mantenere una buona igiene domestica senza però utilizzare eccessivamente spray o deodoranti. Aumentano il rischio di inquinamento in door

8. Vaccinare sempre il neonato: grazie all’antinfluenzale è possibile ridurre il rischio d’infezioni

9. Rivolgersi tempestivamente ad un pediatra: se i sintomi persistono è meglio non perdere tempo 
10. Seguire sempre e solo i consigli del proprio medico, no ai rimedi “fai da te”

Medical News

Internet, il decalogo per salvarsi dalle ‘bufale’ sulla salute

By Redazione 12 Maggio 2017 51

Presentato da UNAMSI con approvazione di 9 società scientifiche

Dieci regole per salvarsi dalle bufale su Internet quando si cercano informazioni su problemi di salute. Le hanno redatte i giornalisti dell’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (Unamsi) sensibilizzati dal Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo), e le hanno presentate oggi a Milano con il nuovo presidente di Cipomo, Mario Clerico e con l’approvazione di altre otto società scientifiche, da quella dei medici di medicina generale (Simg) a quelle dei pediatri (Fimp e SIMPeF), agli otorinolaringoiatri (Sio), gli oftalmologi (Soi), endocrinologi (Ame), psichiatri (Sip) e urologi (Siu).
Il fenomeno della ricerca di risposte sul web a questioni di salute è molto cresciuto negli ultimi anni: nel 2014, secondo dati Censis era solo il 40% degli italiani a fare ricerche su internet per questioni di salute. Un sondaggio del gennaio 2017 parla ora dell’88%, ma la cosa grave è che il 44% del campione si affida alla prima pagina proposta dai motori di ricerca senza preoccuparsi dell’attendibilità delle fonti, cosa che il ‘Decalogo Unamsi’, mette proprio al primo punto.
Proprio la ‘Verifica della Fonte’ di informazioni e della sua attendibilità è infatti il problema principale di cui preoccuparsi, e il ‘Decalogo UNAMSI’ la mette al primo punto, raccomandando di “Verificare sempre chi sia il proprietario del sito, del giornale, del blog, sia esso istituzione, editore, industria, associazione, singolo cittadino”. Questo serve, spiega il documento, per capire bene chi ha interesse a veicolare quel tipo di informazione. Ed è importante che il sito riporti sempre, nelle notizie pubblicate, autorevoli fonti di provenienza, una caratteristica che è una misura di attendibilità del sito stesso”. Al punto 2 si raccomanda di ‘accertarsi dell’aggiornamento del sito’, perchè su Internet non si perde nulla e “può capitare, utilizzando un motore di ricerca, di arrivare su una notizia vecchia anche di anni”. Terzo, evitare il ‘fai da te’ nelle cure mediche, perché “nessuna informazione scritta può sostituire la visita del medico o il consiglio del farmacista e i contenuti in Rete devono avere solo uno scopo informativo”. Al quarto posto ‘Diffidare delle prescrizioni senza visita’. Quinto, ‘Monitorare il rispetto della privacy’, nei siti con la rubrica ‘l’esperto risponde’. Al sesto posto si richiama la necessità di ‘valutare con la giusta attenzione blog e forum’, perché qui vengono raccontati spesso episodi che coinvolgono emotivamente, ma sono sempre soggettivi e non è detto che abbiano affidabilità scientifica. Settimo, ‘Occhio ai motori di ricerca’, perché quando si digita una parola chiave il risultato della ricerca non mostra un elenco di siti in ordine di importanza, ma la selezione può dipendere da altri fattori. I motori di ricerca memorizzano infatti le scelte e i gusti dell’utente per poi proporre argomenti in linea con le preferenze manifestate nelle scelte precedenti. Al punto 8 c’è l’invito a ‘non abboccare alla pubblicità mascherata’ e al 9 quello ad acquistare con cautela farmaci online. Sul sito di vendita deve obbligatoriamente comparire un logo identificativo, cliccando il quale si viene rinviati al sito web del Ministero della Salute, dove è possibile verificare se il venditore è autorizzato. L’ultimo punto è ‘l’invito a non cascare nella psicosi del complotto’, come le fake news su notizie catastrofiche riguardanti i vaccini e altri farmaci: quindi, “non perdere mai la capacità di analisi e di critica e confrontarsi sempre col proprio medico”.

Medical News

Il decalogo del sonno più ristoratore

By Redazione 29 Novembre 2016 65

Dormire male mette rischio salute, ecco cosa distrurba il sonno

Temperatura della stanza troppo calda, materassi datati, luci accese, come quelle che indicano che lo smartphone è in carica. Bastano alcuni accorgimenti per migliorare la qualità del sonno, che quando è scadente non nuoce solo all’umore ma anche alla salute, provocando incapacità di concentrarsi, colpi di sonno al volante, tendenza a ingrassare.
A mettere a punto il decalogo per rendere il sonno più ristoratore è Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno.
Innanzitutto, lenzuola e pigiami sono meglio se anallergici, quanto ai cuscini, ognuno deve testare il migliore per sé ma è bene sostituirli ogni due anni. I materassi ‘scadono’ in genere dopo circa otto anni. Per capire se sta per ‘lasciarci’ bisogna valutare il comfort: se ci si sveglia stanchi o rigidi, o se un occasionale letto risulta più accogliente, può essere un indizio che è il momento di cambiarlo. Si dorme meglio in una stanza fresca, tra 18 e 22 gradi. Se l’ambiente è troppo caldo può interferire con il sonno e rendere irrequieti per tutta la notte. Attenzione agli odori, ad esempio la lavanda diminuisce la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, favorendo il rilassamento. Preparare la sera quello che occorre per il giorno dopo, per evitare di continuarci a pensare a letto, innescando così il rischio di dormire agitati. La camera da letto e’ un ‘santuario’ e prendersi cura del proprio ambiente notturno aiuta a trascorrere notti più riposanti: deve essere pulita, sgombra di carte, piacevole e dai colori rilassanti. Il rumore causa risvegli anche per periodi così brevi da non ricordarli la mattina seguente. Anche durante il sonno, infatti il cervello continua a elaborare i suoni, che tendono ad essere più fastidiosi nella seconda metà della notte. Si dorme meglio al buio: quando le palpebre si muovono, anche la luce dei lampioni o la luna piena che filtra dalla finestra può svegliarci. Per lo stesso motivo meglio tenere l’elettronica fuori dalla camera da letto per almeno un’ora prima di coricarsi. La luce di display, monitor e televisioni inviano al cervello segnali di attivazione, disturbando il ritmo giorno-notte. Infine alcuni alimenti possono favorire un sonno più efficace, ma la scelta migliore è mangiare poco, almeno due ore prima di dormire ed evitare alcool e caffeina.

mio figlio non mangia
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“Mio figlio non mangia”, lo sportello telematico per l’alimentazione dei più piccoli

By Redazione 19 Ottobre 2015 69

“Mio figlio non mangia”, quante mamme sono andate dal pediatra esordendo con questa frase? Senza dubbio moltissime. Ma adesso, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha predisposto uno sportello telematico per aiutare le famiglie con bimbi soggetti a disturbi del comportamento alimentare.

L’iniziativa si chiama, appunto, “Mio figlio non mangia” e il nuovo sportello telematico attivato prevede una casella mail (miofigliononmangia@opbg.net) a cui inviare la segnalazione del problema attraverso un diario alimentare del proprio figlio, che sarà valutato da uno staff di nutrizionisti.

Previsto anche un gruppo chiuso su Facebook nel quale le famiglie condivideranno le proprie esperienze con il nutrizionista e sul profilo Facebook ufficiale dell’Ospedale un appuntamento a cadenza quindicinale con gli specialisti.

I medici dell’Unità Operativa di Educazione Alimentare del Bambino Gesù hanno realizzato anche un decalogo per far scoprire ai propri figli nuovi sapori:

  1. Tutta la famiglia deve cercare di avere lo stesso tipo di alimentazione.
  2. Gli alimenti devono essere riproposti più volte, cucinati in maniera differente. È importante non presentare lo stesso piatto in maniera continuativa, ma farlo a distanza di tempo.
  3. Gli adulti non devono costringere il bambino ad assaggiare un alimento con forza, perché ciò può accrescere l’avversione. Proporre un premio non lo porta a consumare volontariamente il cibo, piuttosto a sovralimentarsi solo per ottenere il premio.
  4. L’orario del pasto deve essere rispettato ed è opportuno che tutta la famiglia mangi alla stessa ora e alla stessa tavola.
  5. Il pasto è un momento importante, occorre invitare il bimbo a spegnere la televisione e ad allontanare i giochi.
  6. Organizzare un percorso di familiarizzazione col cibo
  7. Rendere partecipe il bambino nel momento della spesa,lo farà sentire padrone delle proprie scelte.
  8. Coinvolgere il piccolo mentre si cucina. Deve poter prendere confidenza attraverso i 5 sensi in un percorso di “amicizia” con il “nuovo”: lavare, sbucciare, tagliare e inventare ricette insieme a mamma e papà.
  9. Assaggiare insieme. Dopo aver preparato insieme il piatto, mangiare qualcosa che il bambino ha visto nascere può fargli vincere la paura di cibi nuovi.
  10. La cucina diventa una festa. Prendere un cappellino da chef e rendere partecipe il bambino

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