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Denuncia sindacato, in malattia per allattare oppure non fanno figli

Tutela della maternità negata per le 44 mila donne medico convenzionate italiane, un esercito che lavora giorno e notte sulle ambulanze del 118, come medico o pediatra di famiglia, specialiste ambulatoriali, nelle guardie mediche. La denuncia arriva dal Sindacato medici italiani (Smi) che sottoporrà l’argomento, insieme con altri temi all’ordine del giorno, al Ministero della Salute. Sotto accusa è il contratto libero-professionale: infatti, mentre le attuali disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità prevedono uno specifico trattamento per i riposi giornalieri della madre lavoratrice, intendendo in unicamente i dipendenti, le donne medico convenzionate sono escluse. Così succede che, finiti i cinque mesi di maternità, non sono previste pause per l’allattamento e l’unico modo per continuare a nutrire il figlio al seno è prendere giorni o periodi di malattia.
Se poi la decisione è di restare a casa per uno o due mesi dopo la nascita, le donne medico convenzionate devono rinunciare allo stipendio in favore di chi le sostituisce. Non solo: se sono medici del 118 e vanno in ambulanza non hanno diritto a una collocazione meno pesante e di grave stress durante la gravidanza, e sono costrette a continuare con i turni di notte sui mezzi di soccorso anche con il pancione di sette mesi. Una situazione ben disegnata dai dati pubblicati quattro anni fa dall’Ordine dei medici di Roma: una donna medico su due ha un solo figlio, una su tre è single, molte rinunciano o alla professione o alla maternità. Forti le criticità anche per l’adozione e l’affido.

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“A volte pensiamo che anche uno schiaffo sia un gesto d’amore, perché lui ci ama e, quindi, ha il diritto di darci uno schiaffo. Magari, poverino, è andato su tutte le furie perché mi ama troppo. Ma chi ama troppo non alza mai le mani per dare schiaffi, bensì per una carezza”: lo ha detto Carla Caiazzo (ispiratrice della campagna #ioridoancora), la donna di Pozzuoli (Napoli) nota per essere stata data alle fiamme dal suo ex all’ottavo mese di gravidanza, durante l’inaugurazione del nuovo sportello “Senza Violenza”, aperto questa mattina nell’Ospedale di Lanciano (Chieti) grazie alla collaborazione tra il Rotary Club di Lanciano, la Asl Lanciano Vasto Chieti e l’associazione di promozione sociale “Donn.è”.
Un luogo di ascolto e accoglienza, pubblico e gratuito, per le donne e i minori vittime di violenza, in tutte le sue forme. Nella massima riservatezza e anonimato le donne troveranno ascolto, aiuto, informazioni e sostegno per uscire da situazioni di violenza fisica, psicologica, economica, sessuale, di molestie o stalking. Ai minori sarà offerta anche assistenza mirata per contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.
Lo sportello sarà aperto il martedì dalle ore 16.30 alle 18.30 e il giovedì dalle 9.00 alle 12.00 nella stanza 10 al primo piano della palazzina 16, nell’area della Cittadella del volontariato.
Il primo contatto può avvenire anche telefonicamente allo 0872.706517 o via Facebook (cercando la pagina di DONN-è) o via E-mail a senzaviolenzalanciano@gmail.com.
A inaugurare il nuovo servizio, insieme a Carla Caiazzo, c’erano l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, il direttore generale della Asl, Pasquale Flacco, la presidente del Rotary Club Lanciano, Licia Caprara, e il governatore del Distretto 2090 Rotary Abruzzo Marche Molise Umbria, Valerio Borzacchini, nonché Felicia Zulli per il Centro antiviolenza Dafne di Lanciano, Francesca Di Muzio per l’associazione Donn.è e l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Lanciano, Dora Bendotti.

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Come da tradizione, anche quest’anno, l’Arnas Garibaldi ha festeggiato l’evento dell’otto marzo con un appuntamento di grande rilievo sociale, puntando l’attenzione su alcune tematiche particolarmente sentite, ottimamente concentrate all’interno di un dibattito dal titolo “Il cammino delle donne: identità sociale, lavoro, arte e dignità”.
Dopo i rituali saluti istituzionali, il Commissario dell’Arnas Garibaldi, dott. Giorgio Santonocito, ha introdotto i relatori dell’evento con un documento filmato dai toni accesi, con il preciso intento di invitare il pubblico intervenuto ad una attenta riflessione sul significato della giornata.
“Le riprese di una lapidazione – ha detto il Manager – forse non sono quelle più adatte per un festeggiamento, ma sicuramente invitano ad accendere l’attenzione sulla condizione della donna in alcune parti del mondo”.
Nel corso dell’incontro il Prefetto di Catania, dott.ssa Silvana Riccio, ha approfittato per consegnare all’Arnas Garibaldi, e più precisamente alla dott.ssa Giuseppina Padova, i tre Bollini Rosa del Progetto Onda, conquistati il mese scorso dall’azienda catanese per la particolare attenzione alle cure e all’assistenza nelle patologie femminili.
“I tre Bollini Rosa del Garibaldi rappresentano un motivo d’orgoglio di tutto il territorio. Spero che questo traguardo spinga in questa direzione anche altre realtà sanitarie”.
Tra i numerosi relatori hanno dato il proprio contributo anche la dott.ssa Anna Colombo, Responsabile dell’unità operativa Risk Management dell’Arnas Garibaldi, nonché organizzatrice dello stesso, la dott.ssa Pina Scandurra, Responsabile Servizio Prevenzione e protezione, e il dott. Michele Tuttobene, Presidente Aido di Catania.
L’incontro si è infine concluso sulle note del medico legale, dott. Antonio Chisari, sassofonista per l’occasione, il quale ha regalato ai presenti una speciale colonna sonora per la festa delle donne.