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L’iniziativa è del SerD e dell’associazione Mirimettoingioco
 
AREZZO – Secondo incontro organizzato dal SerD di Arezzo insieme all’associazione “Mirimettoingioco” sul tema del gioco d’azzardo.
Oggi 21 marzo alle 21, alla nuova sede dell’associazione (via Alfieri 49, Arezzo) si parlerà de “Il gruppo di auto-aiuto”, con le testimonianze di giocatori e familiari.

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Presidio Sanitario di Villanova d’Asti e Casa Della Salute di Villafranca d’Asti In Lotta Contro le Ludopatie

Relativamente al gioco d’azzardo, è difficile definire il numero di persone che tende a sviluppare da esso una dipendenza o a mettere in atto comportamenti problematici al riguardo. Studi attendibili, tuttavia, fissano la percentuale di giocatori problematici fra l’1,2 e il 3% della popolazione generale di età compresa tra i 15 e i 70 anni circa.
In Italia, il fenomeno è in continua crescita: vi è una correlazione diretta fra l’aumento delle patologie da gioco e la sempre maggior offerta di giochi e diffusione di locali dedicati; inoltre, il difficile momento di crisi economica è sicuramente un ulteriore fattore favorente. Nell’anno 2015, il fatturato del gioco d’azzardo nella nostra Nazione, incluso il gioco via internet, è stato di 88,249 miliardi di euro, con una quota piemontese di 5,060 miliardi di euro, esclusi i giochi via internet.
Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 è aumentato il valore del denaro giocato agli apparecchi in tutte le regioni italiane ad eccezione del Piemonte, dove si è registrata, invece, una flessione. In Piemonte, infatti, è stata varata la legge regionale n. 9 del 02.05.2016 che attribuisce ai comuni la facoltà di intervenire con ordinanze a disciplinare l’orario di apertura dei dispositivi di gioco presso le sale gioco e i locali pubblici dove sono istallati.
Queste regolamentazioni comunali, alle quali hanno aderito circa trecento comuni, hanno comportato un risparmio di 35 milioni di euro.
In generale, i soggetti che hanno chiesto di essere presi in carico dai servizi per gioco patologico sono stati 13.136, di questi 1342 sono stati trattati in Piemonte.
Anche se si assiste ad un crescente numero di accessi ai servizi dedicati, il tasso dei soggetti trattati è ancora molto distante dalla reale portata del fenomeno. Per questa ragione, occorre facilitare l’accesso alla cura favorendo la presa di coscienza soggettiva della persona o dei familiari, il superamento delle inibizioni nel chiedere aiuto a servizi ritenuti etichettanti, prima di un’evoluzione dannosa sul piano familiare, economico, lavorativo, sanitario e legale.
A tale scopo, in linea con i principi della legge regionale n. 9 del 2 maggio 2016, che ha dettato norme finalizzate a prevenire il gioco d’azzardo patologico e a tutelare le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione, la S.S.D. Dipendenze Asl At, composta da figure professionali multidisciplinari, ha anche attivato due sportelli d’ascolto dedicati sul territorio Asti Nord: uno presso il Presidio Sanitario di Villanova d’Asti e l’altro presso la Casa della salute di Villafranca d’Asti. Questo servizio è anche rivolto a tutta la cittadinanza sensibile al problema, con particolare riguardo al giocatore ed ai suoi familiari, i quali sono spesso i primi ad avvertire il disagio, necessitando a volte di consulenze che li orientino verso i servizi territorialmente competenti. Gli sportelli, gestiti da un operatore ASL con esperienza nella cura del giocatore d’azzardo,sono aperti al pubblico nei seguenti giorni e orari:
Casa della Salute Villafranca d’Asti Regione Pieve 2 ogni mercoledì dalle ore 10.00 alle ore 13.00;
Presidio di Villanova d’Asti Via Edmondo De Amicis 1 ogni lunedì dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
Si può accedere direttamente agli sportelli negli orari sopraesposti o telefonare al n. 334.1040087 per informazioni o per fissare un appuntamento.
Il servizio è gratuito ed è garantita la privacy.

Dati relativi a quasi due anni di attività degli sportelli:
Telefonate ricevute circa 122
giocatori trattati 22 di età tra i 40 e i 70 anni
famiglie prese in carico 28
colloqui con i giocatori 134
colloqui con i familiari del giocatore 80
utenti inviati al Ser.d 10
utenti in contatto telefonico con i punti d’ascolto di Villafranca e Villanova 22.

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Assessore Regionale al Sociale: “5,3 Milioni da ora spendibili”

Il ministero della Salute ha approvato il piano di prevenzione e contrasto al gioco patologico e di cura dei malati di azzardo della Regione Veneto. Ne dà notizia l’assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin, all’indomani della comunicazione ricevuta dal ministero e del via libera pervenuto dall’Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave.
Il piano veneto impegna i servizi per le dipendenze nella presa in carico dei giocatori compulsivi (secondo le direttive dei Livelli essenziali di assistenza), sostiene la sperimentazione di modelli innovativi di prevenzione e cura, e destina risorse al rafforzamento delle reti locali e delle esperienze di mutuo aiuto, secondo un approccio multidisciplinare e integrato, che coinvolge anche il privato sociale.
“Non sono infatti solo i Servizi per le dipendenze a doversi fare carico dei ‘malati di gioco’, ma è tutta la comunità e l’intera rete dei servizi locali”, sottolinea l’assessore.
Con il via libera da parte ministeriale (e superato quindi il contenzioso con l’associazione dei consumatori che aveva lamentato il mancato coinvolgimento) diventa spendibile la prima tranche della quota del Fondo nazionale per il gioco patologico assegnata al Veneto, pari a 4.050.000 euro. A tali risorse si aggiunge la quota regionale di 1.280.000 euro attinti dal Fondo sanitario regionale. Un quarto dei fondi sarà destinato alla prevenzione, due terzi, pari a 3.520.000 euro, per interventi di cura e riabilitazione. Il rimanente va per le attività istituzionali (tavoli regionali e provinciali di coordinamento, reti tra comuni) e per quelle di ricerca, coordinate dall’Università di Verona.
Il piano regionale prevede attività di informazione e sensibilizzazione (a partire da baristi, tabaccai, gestori dei punti scommessa), interventi di prevenzione nelle scuole e nei centri anziani, programmi di cura e di riabilitazione, valorizzazione delle esperienze territoriali del mutuo aiuto.
“E’ dal 2000 che i Servizi per le tossicodipendenze del Veneto hanno iniziato ad occuparsi, in modo sperimentale della dipendenza da gioco d’azzardo – fa notare l’assessore – Anche la legislazione regionale è ripetutamente intervenuta inserendo il gioco d’azzardo nei programmi del Piano sociosanitario regionale, prevedendo con la finanziaria del 2015 piani di prevenzione e azioni dissuasorie nei confronti dei pubblici esercenti che installano slot e videolotterie e, nel 2016, con norme urbanistiche in merito a distanze minime dei punti gioco dai cosiddetti ‘luoghi sensibili’, come scuole, centri di aggregazione e centri per anziani. Il via libera ai fondi del piano nazionale – conclude l’assessore – consentirà di potenziare gli interventi di prevenzione e di contrasto al gioco patologico e di rendere omogenea su tutto il territorio regionale la rete pubblico-privata di prevenzione, sostegno alle famiglie e di cura nei confronti delle persone affette da questo tipo di dipendenza, del tutto analoga a quella da sostanze, mettendo concretamente a regime il quadro organico di interventi progettato tra Regione, Ulss, Servizi per le dipendenze e Comuni”.