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Il contributo della Cardiologia del Misericordia di Grosseto in un importante studio internazionale che sarà a breve pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Eurointervention. La ricerca, a cui hanno partecipato anche strutture ospedaliere spagnole e tedesche, è stata coordinata dalla Cardiologia di Grosseto, diretta dal dottor Ugo Limbruno, con la partecipazione del cardiologo Alberto Cresti, primo nome della pubblicazione. Lo studio riguarda il rischio di trombosi e di ictus, correlato alle più frequenti aritmie, tra cui la fibrillazione atriale.
“È stato dimostrato che nella maggior parte dei pazienti con fibrillazione atriale, la formazione di coaguli di sangue all’interno del cuore, a loro volta responsabili dell’ictus, la più grave complicanza della fibrillazione atriale, si verifica all’interno di un piccolo incavo del cuore, chiamato auricola sinistra e non nelle restanti cavità cardiache, ovvero atri e ventricoli. – spiega Cresti – La ricerca ha evidenziato che la percentuale di coaguli localizzati al di fuori dell’auricola è molto inferiore rispetto a quanto ritenuto fino a questo momento (1% invece che 10%). Questi dati rappresentano un rilevante contributo scientifico alla comprensione dei meccanismi alla base del rischio di ictus cardioembolico e danno nuovo impulso alle tecniche di chiusura dell’auricola sinistra con utilizzo di specifiche protesi, in pazienti con fibrillazione striale, in alternativa alla terapia anticoagulante”.

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Le loro opere in una mostra a Firenze grazie a un bando regionale
 
In una mostra a Firenze le migliori opere dei 708 ragazzi degli istituti scolastici delle province di Arezzo, Siena e Grosseto, formati dagli operatori dei dipartimenti della Prevenzione e delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione dell’Ausl Toscana sud est grazie a un bando della Regione Toscana dedicato alla “Promozione della cultura della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita tramite la scuola”.
La mostra, che si è svolta nei locali di Palazzo Panciatichi in Via Cavour, sede del Consiglio Regionale, è stata inaugurata alla presenza del presidente dell’assemblea toscana e dell’assessore alla sanità, nonché di rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, dell’INAIL e di numerose autorità istituzionali.
L’obiettivo del bando è stato quello di favorire l’inserimento in ogni attività scolastica di “specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche, volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza nel rispetto delle autonomie didattiche”.
Da qui un contributo economico complessivo di 49mila e 500 euro per gli istituti compresivi dei territori serviti dall’Ausl Toscana sud est, che hanno aderito all’iniziativa.
Gli istituti della provincia di Arezzo che hanno partecipato sono: Cortona1 “Gino Bartali”, “Rita Levi Montalcini” di Lucignano,”Petrarca” di Montevarchi; mentre quelli della provincia grossetana sono Grosseto 3, Grosseto 5 e “Monte Argentario Giglio”. Gi istituti comprensivi della provincia di Siena che hanno aderito al progetto sono “Renato Fucini” di Monteroni d’Arbia e Murlo, Poggibonsi 1, “Irisi Origo” di Montepulciano, “Graziano da Chiusi” di Chiusi.
A conclusione di tali progetti, la Regione Toscana ha voluto dare massima diffusione ai lavori realizzati dalle scuole primarie e secondarie di secondo grado di tutto il territorio regionale tramite l’allestimento di un’apposita mostra, la cui accoglienza dei partecipanti è stata curata dagli studenti dell’IPSSEOA “Bernardo Buontalenti” di Firenze.
I referenti dell’Ausl Toscana sud est che hanno seguito le fasi di programmazione e realizzazione dei progetti sono stati Paola Buonriposi per Arezzo, Paolo Rabazzi per Grosseto, Susanna Vimercati per Siena.

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“Abbiamo vinto numerose battaglie, ma non la guerra”. Con questo concetto fondamentale, Cesira Nencioni, direttore Malattie Infettive dell’ospedale di Grosseto, in occasione della consueta Giornata mondiale contro l’AIDS, sabato 1 dicembre, ricorda l’importanza di non abbassare la guardia nei confronti di questa malattia che, seppure non più mortale, continua a esistere e a diffondersi tra le persone.

A Grosseto, presso l’ospedale Misericordia, è attivo un ambulatorio divisionale dedicato ai pazienti sieropositivi, presi in cura e seguiti regolarmente, con controlli ematici e visite: viene effettuato il prelievo ematico per la ricerca di anticorpi contro HIV (anonimo su richiesta) ed è previsto un sostegno di counseling prima e dopo l’esito del prelievo. Sono circa 340 i pazienti gestiti dall’ambulatorio e praticamente tutti in trattamento farmacologico. Nell’ultimo anno, da gennaio a novembre 2018, ci sono stati 7 nuovi sieropositivi, prevalentemente maschi, che hanno contratto il virus tramite rapporti sessuali.
“Lo scorso 23 novembre – afferma Nencioni – abbiamo preso parte a un’iniziativa del comitato locale della Croce Rossa per la lotta all’AIDS e all’epatite C, organizzato presso la Prefettura di Grosseto, fornendo dati, riferiti alla realtà locale ma anche più in generale, sull’andamento delle due patologie; nei giorni 1 e 2 dicembre, in piazza Dante a Grosseto, la Croce Rossa sarà a disposizione dei cittadini per sottoporsi ai test rapidi per la ricerca di anticorpi contro i virus di epatite e HIV; la nostra Unità sarà pronta a collaborare, se necessario, in caso di risultato positivo”.

Dagli anni 80, la ricerca scientifica e la medicina hanno fatto grandi progressi nella lotta contro l’HIV, ma il virus ancora esiste e purtroppo la percezione del rischio è diventata sempre più bassa, soprattutto tra i ragazzi. Questa apparente e ingiustificato senso di sicurezza, espone ogni giorno le persone al rischio di contrarre la malattia, assumendo comportamenti irresponsabili, come per esempio non utilizzare adeguate precauzioni durante i rapporti sessuali.

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Smettere di fumare è possibile anche se non sempre è così facile riuscirci. Per dare sostegno a chi desidera dire basta a questa nociva abitudine, a Grosseto ripartono anche questo anno i corsi antifumo, organizzati dal SerD – Servizio Dipendenze della Asl Toscana sud est di via Don Minzioni, diretto dal dottor Fabio Falorni.
Da martedì 23 ottobre, saranno in programma una decina di incontri di gruppo, distribuiti su 5 settimane: 4 consecutivi, dal 23 al 26 ottobre, successivamente due appuntamenti, (il martedì e il venerdì alla stessa ora) per due settimane e gli ultimi due incontri si svolgeranno una volta alla settimana, sempre osservando lo stesso orario, dalle 17 alle 18.30. Per iscriversi è possibile inviare una email all’indirizzo paolacarmela.valenziano@uslsudest.toscana.it, lasciando nome, cognome e numero di telefono, oppure chiamare i numeri 0564 483741, 0564 483718, o rivolgersi direttamente alle sede SerD di via Don Minzioni, tutti i giorni dalle 8 alle 13.00.
“Il fumo non è un’abitudine, ma una vera e propria dipendenza che provoca numerose patologie cardiovascolari e respiratorie, senza parlare dell’elevato numero di morti dovute al cancro al polmone. – afferma Paola Carmela Valenziano, sociologa dell’Unità Funzionale Dipendenze Asl Toscana sud est, area grossetana e responsabile dei corsi antifumo – Smettere di fumare è un regalo che ogni fumatore fa a se stesso e a chi lo circonda. Difficilmente la battaglia si riesce a vincere da soli, ci vogliono impegno e convinzione, ma anche l’aiuto di figure sanitarie esperte. Durante il corso, i partecipanti potranno portare la propria esperienza e metterla in condivisione con gli altri per prenderne coscienza e trovare lo slancio per accogliere le indicazioni operative e il supporto psicologico che i professionisti offriranno loro, la combinazione di questi fattori fa aumentare le probabilità di raggiungere l’obiettivo finale”.
L’iniziativa viene realizzata costantemente dal 2011 e ottiene ogni volta un buon riscontro da parte dei cittadini. All’ultimo corso hanno partecipato 11 persone di cui 4 hanno smesso di fumare. Nel totale degli anni sono stati 96 i partecipanti ai corsi, ma considerando che 4 li hanno ripetuti, gli effettivi sono stati 92, di questi il 42% ha smesso di fumare. Secondo le evidenze circa il 70% dei fumatori che frequentano i corsi di gruppo smette di fumare appena concluso il corso, nel lungo periodo si stima una percentuale del 30%, soprattutto perchè il tabagismo è una patologia, come tutte le dipendenze, caratterizzata dalla recidiva molto alta.
Oltre ai servizi sul territorio del SerD, all’ospedale Misericordia è attivo da molti anni il Centro antifumo, diretto dalla dottoressa Elena Canneti.
“Anche questa volta – conclude Valenziano – sono previste passeggiate con esercizi di fisici e di respirazione al Parco naturale della Maremma, grazie alla disponibilità del presidente Lucia Venturi, e al parco di via Giotto a Grosseto. Il contatto con la natura sostiene le azioni di promozione alla salute che non riguardano solo la lotta al tabagismo, ma altri temi correlati di grande rilevanza per la salute tra cui assumere corretti stili di vita scegliendo un’alimentazione sana, praticando una giusta e costante attività fisica e non abusando di alcolici”.
In Italia si stimano 90.000 morti all’anno per patologie fumo correlate e 6 milioni nel mondo. Gli effetti a lungo termine del consumo di tabacco sulla salute cominciano a farsi evidenti a distanza di qualche decennio: la mortalità fumo-correlata rispecchia l’andamento della diffusione dell’abitudine di 20-30 anni prima.
I fumatori in Italia negli ultimi 60 anni sono notevolmente diminuiti: nel 1957 rappresentavano il 35,4% della popolazione, per raggiungere il 22,0% nel 2014 (indagine DOXA – Istituto Superiore di Sanità). Questa importante riduzione è legata prevalentemente al decremento dei fumatori maschi, con aumento degli ex-fumatori. Nel 2014 si è osservato un incremento delle fumatrici, passate dal 15,3% dell’anno precedente al 18,9%.
La Toscana rimane una delle regioni con numero maggiore di fumatori, superiore rispetto alla media nazionale (22,2. Negli anni si è verificato un decremento dei fumatori di genere maschile, mentre nelle donne, l’abitudine si mantiene sostanzialmente stabile. Una ricerca condotta dall’ARS mostra che il 65% degli adolescenti toscani, nella fascia 14-19 anni, ha provato a fumare almeno una volta e il 24,1% è già fumatore regolare.

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Si celebra il 10 ottobre la “Giornata Mondiale della salute mentale”, in occasione della quale Onda – Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, torna a parlare di salute mentale nelle donne e non solo. Lancia così la quinta edizione dell’(H)-Open day dedicato a disturbi psichici, neurologici e del comportamento, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce, aiutando a superare pregiudizio, stigma e paure legate alle malattie psichiche.
Tra le oltre 120 strutture aderenti al progetto su tutto il territorio nazionale con alcune iniziative, anche la Asl Toscana sud est aderisce alla Giornata.
Per l’occasione, a Grosseto, la Asl organizza una giornata dedicata a iniziative di divulgazione, coinvolgimento e sensibilizzazione della popolazione ai temi della salute mentale, intitolata “Verso la salute mentale di comunità”, suddivisa in due parti. La mattina, alle 9, presso la sala Pegaso della Provincia, è previsto l’incontro “Ai confini dell’istituzione e oltre…” che vede protagonisti cittadini, istituzioni, associazioni e referenti dei servizi di salute mentale della Asl Toscana sud est. Gli operatori socio-sanitari del territorio insieme ai rappresentanti di alcune associazioni presenteranno le esperienze concrete messe in atto, una fotografia a più voci di un prezioso lavoro svolto nella realtà locale, teso alla costruzione di una “polis” sempre più abitabile. In particolare si parlerà di giovani e salute mentale, di auto e mutuo aiuto, entrando nello specifico di ogni progetto realizzato.
“Sottolineare il valore dell’inclusione sociale, del bisogno di appartenenza, del rispetto e della partecipazione è, oltre a una declinazione di un principio democratico – afferma la dottoressa Edvige Facchi, responsabile Unità Funzionale Salute Mentale Adulti Amiata Grossetana, Colline metallifere, Area grossetana– un potente determinante di salute mentale e di benessere per il singolo cittadino e per l’intera comunità”.
La giornata proseguirà nel pomeriggio, al velodromo di via Giotto con l’ “Octofest –Festa di ottobre”, un momento di svago e di gioco, dedicato sia ai bambini che agli adulti per trascorrere tempo libero insieme e condividere attività ludico-motorie, letture e musica, fino al tramonto.
“L’organizzazione degli eventi della giornata – precisa la dottoressa Silvana Pilia, referente Bollini Rosa dell’ospedale di Grosseto – è resa possibile grazie alla collaborazione tra i professionisti Asl di UFSMA zona Grosseto, Amiata grossetana e Colline Metallifere, del Dipartimento di Salute Mentale, UOSD Codice Rosa salute – Medicina di genere, UOS Educazione alla Salute e al sostegno e al contributo di associazione Kansassiti, Istituto superiore polo Bianciardi, cooperative Solidarietà e Crescita, Uscita di Sicurezza e Libera Grosseto”.
“La mission di un Servizio di Salute Mentale non è solo al cura e la riabilitazione, ma soprattutto la tutela e la promozione della salute mentale del proprio territorio e per far questo occorre allargare l’intervento alla prevenzione e alla promozione della salute mentale in tutta la comunità”, ribadisce il dottor Giuseppe Cardamone, direttore Dipartimento Salute Mentale Asl Toscana sud est.
L’(H)-Open day salute mentale gode del patrocinio della Società Italiana di Psichiatria (SIP), della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia (SINPF) e della Società Italiana di Psichiatria Geriatrica (SIPG).
“I disturbi mentali – dichiara Claudio Mencacci, presidente Comitato Tecnico Scientifico di Onda – sono in aumento nelle nuove generazioni: le trasformazioni sociali e l’ipertecnologizzazione, l’aumento degli stimoli, hanno un impatto forte nell’amplificare l’esposizione a stress emotivi e affettivi. Il cervello delle nuove generazioni, perennemente stimolato da immagini e informazioni, oltre a ricevere opportunità e apprendimenti, può anche sentirsi sotto attacco. Fondamentale l’attività di prevenzione per i giovani che hanno genitori o familiari con disturbi bipolari e depressione per un adeguato screening, monitoraggio e supporto a stili di vita sani durante il periodo dell’adolescenza e della transizione alla vita adulta. Bisogna che i giovani che mostrano segni di sofferenza psichica possano essere aiutati per tempo con competenza e passione”.

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Inizia la scuola e ripartono anche i progetti di Promozione alla salute della Asl Toscana sud est, rivolti a studenti e insegnanti delle scuole della provincia di Grosseto. Le iniziative Asl per l’anno scolastico 2018/2019 sono state presentate durante un incontro pubblico tenutosi ieri lunedì 10 settembre, presso la Provincia, in piazza Dante e al quale hanno partecipato insegnanti, dirigenti scolastici e responsabili degli uffici educativi.
Numerosi anche questa volta i progetti previsti, condivi in accordo con l’Ufficio Scolastico Provinciale e pensati sulla base della rilevazione dei bisogni socio sanitari ed educativi della popolazione giovanile della provincia grossetana.
Durante la mattina sono state illustrate proposte destinate soprattutto agli insegnanti che hanno contatto diretto e quotidiano con gli alunni, sulle metodologie da mettere in atto per promuovere nei ragazzi sviluppo dell’autonomia e processi di empowerment, finalizzati all’apprendimento delle skills, ovvero l’insieme di capacità e attitudini come saper prendere decisioni, comunicare in modo efficace e resistere alle influenze esterne, facilitando scelte comportamentali salutari.
Rientrano in questo ambito i progetti “Metodologie Life Skills”, “Metodologie di gestione della classe” e “Metodologia autobiografica e narrativa”.
“Attraverso la diffusione di contenuti, metodologie e strumenti validati e condivisi si intende supportare attività e percorsi di formazione in tutte le scuole di ogni ordine e grado che sceglieranno di prendere parte a uno o più progetti proposti. – spiega Claudio Pagliara, responsabile aziendale UOS Educazione alla salute – La collaborazione tra Asl e Scuola rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo di azioni di miglioramento degli ambienti di vita e di promozione per il benessere di studenti e insegnanti.
Alcuni progetti come il progetto “Margherita” sull’autismo e “Unplugged”, per scoraggiare l’uso di sostanze nocive in giovane età, sono già stati avviati negli anni precedenti e vengono riproposti dato il forte riscontro e l’efficacia rilevati.
Di carattere regionale sono alcuni programmi educativi relativi alla cultura della donazione e all’esercizio fisico in classe; grande attenzione anche per i temi controversi e più che mai attuali del web, del bullismo e della promozione di stili di vita non violenti in riferimento diretto al protocollo regionale Codice Rosa. Iniziative sono dedicate anche all’aspetto più privato ed emotivo che a volte i giovani si trovano ad affrontare senza possedere gli strumenti cognitivi ed educativi appropriati, si parlerà infatti di educazione alla perdita e al lutto, di sessualità e affettività.
“L’obiettivo delle attività della Promozione alla salute della Asl Toscana sud est – afferma la dottoressa Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est – è quello di permettere alle persone di diventare sempre più protagonisti delle proprie scelte di vita con la sicurezza che dove queste non dovessero bastare a garantire i bisogni di salute, hanno intorno a loro un sistema che li protegge e li guida nei percorso adatti”.

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Torna in Maremma il campo-scuola per i bambini e ragazzi diabetici, finanziato dalla Regione Toscana e organizzato dalla Pediatria dell’ospedale Misericordia di Grosseto, con il supporto dell’Associazione Giovani Diabetici (AGD). Il campo, iniziato domenica scorsa, proseguirà fino all’8 settembre ed è organizzato presso il camping Argentario Village di Monte Argentario. I partecipanti sono 30, provenienti da tutta la Toscana, 22 bambini e ragazzi, affiancati da 8 tutor e seguiti da uno staff sanitario di tre medici pediatri e tre infermiere che lavorano in Pediatria a Grosseto, più una psicologa.
“Ringrazio la Regione Toscana per il finanziamento – afferma la dottoressa Susanna Falorni, direttore della Pediatria di Grosseto – e l’Azienda Asl sudest per il supporto amministrativo che ci permette anche quest’anno di realizzare il campo, una realtà ormai consolidata per la Pediatria grossetana e un’esperienza oltre che terapeutica anche formativa e di svago per i giovani che partecipano”.
Durante il soggiorno gli incontri formativi, effettuati con metodo interattivo e con lezioni a piccoli gruppi, vengono intervallati con attività ludica e sportiva e incontri individuali e in gruppo con la psicologa.
I tutor presenti al campo sono adolescenti diabetici che durante l’anno vengono preparati dal personale medico e dalla psicologa per svolgere questo importane e delicato ruolo di supporto.
“Quello che vogliamo trasmettere in questi giorni – conclude Falorni – è più consapevolezza della propria condizione e maggiore sicurezza nell’autogestione, stimolando l’indipendenza nella gestione quotidiana favorendo il confronto sia con i coetanei che con il team diabetologico. La promozione dell’autogestione, del controllo e dello stile di vita corretto che viene insegnato al campo è il gold standard nella cura del diabete tipo 1, come riconosciuto ormai da tutte le istituzioni diabetologiche internazionali quali American Diabetes Association, International Diabetes Federation, International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes”.
L’esperienza del campo, come avvenuto anche nelle precedenti edizioni, verrà consolidata nei mesi successivi con il week-end, dedicato agli adolescenti diabetici e con le iniziative dedicate ai bambini più piccoli e alle loro famiglie, in programma nella Giornata mondiale del diabete nel mese di novembre.

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La Scuola internazionale di Chirurgia Robotica di Grosseto, coordinata dal dottor Paolo Pietro Bianchi, responsabile del Dipartimento di Chirurgia della Asl Toscana sud est e direttore della Chirurgia generale di Grosseto, allarga l’ambito dell’insegnamento

Si è svolto infatti ieri e oggi il primo Corso di Chirurgia Robotica in Ginecologia, coordinato dal dottor Fabrizio Signore, direttore UO Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Misericordia. All’interno del Corso avanzato di Chirurgia robotica generale, i due giorni sono stati dedicati in parte all’analisi e all’approfondimento teorico delle tecniche mininvasive chirurgiche in ginecologia che sfruttano i vantaggi dell’utilizzo del robot, con illustrazioni di casistiche significative e presentazioni di relatori, professionisti del settore, provenienti da tutta Italia; mentre per l’aspetto pratico, i discenti hanno potuto eseguire simulazioni al robot e assistere in diretta a interventi di chirurgia robotica ginecologica tramite collegamento con la sala operatoria del Misericordia e di altri centri tra cui Pisa e Roma.
“La chirurgia robotica e il suo insegnamento sono un’eccellenza della sanità grossetana che oltrepassa i confini nazionali – afferma Bianchi – dopo anni di interventi oggi possiamo attivare corsi di robotica anche in ambito ginecologico che rappresentano un valore aggiunto per la formazione e la professionalità degli specialisti che arrivano qui da vari Paesi per cogliere questa importante opportunità”.
“La robotica rappresenta la chirurgia mininvasiva ad alta tecnologia che per la sua caratteristica di elevata precisione e per i vantaggi evidenti che comporta, trova ampio impiego anche in ginecologia. – spiega Signore – In questo settore gli interventi sono notevolmente aumentati negli anni, diventando anche sempre più complessi: se nel 2016 sono stati eseguiti 46 interventi di chirurgia robotica ginecologica, nel 2017 sono addirittura raddoppiati balzando a più di 80; Nei primi sei mesi di questo anno siamo allo stesso modo assistendo a un trend di interventi in continua crescita. In ambito ginecologico si fa ricorso alla robotica per interventi riguardanti patologie oncologiche, endometriosi profonda, interventi complessi di uroginecologia. Si tratta di chirurgia ad alta precisione che consente di ridurre le complicanze e aumentare i vantaggi per le pazienti, tra cui la forte riduzione della perdita di sangue e tempi di recupero post operatori molto più rapidi”.

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È arrivata l’estate e si riaccende la riflessione sui rischi che si possono correre per la troppa esposizione al sole. A tutti piace godersi il mare e il sole, ma ci sono delle indicazioni che è bene tenere sempre presenti, anche in inverno, ma specialmente in questo periodo dove i raggi solari sono più forti e ci sono più ore di luce. Nel 2017 sono ben 14mila le persone che hanno ricevuto una diagnosi di melanoma, colpendo 7300 uomini e 6700 donne. Questo problema rappresenta addirittura il 3% di tutti i tumori. Ogni anno in Toscana venivano effettuate 1.200 nuove diagnosi di melanoma, con un’incidenza complessiva di 18 casi ogni 100mila abitanti. Negli ultimi 5-6 anni nella provincia di Grosseto, come lungo la costa e nella parte sud della nostra regione, tale incidenza à diventata di 40 – 45 casi per 100.000. A livello mondiale, l’incidenza di questo tipo di tumore è raddoppiata negli ultimi dieci anni.
“I principali fattori di rischio per l’insorgenza del melanoma cutaneo – spiega il dottor Riccardo Sirna, direttore dell’Area omogenea di Dermatologia della Asl Toscana sud est e dell’UO Dermatologia del Misericordia di Grosseto – sono esistenza di una predisposizione familiare alla malattia, presenza di numerosi nevi, pelle chiara e ustioni solari avvenute in età infantile o giovanile catalunyafarm.com.
Dato che sono soprattutto le radiazioni ultraviolette UVA e UVB a essere pericolose per il benessere della cute, in generale la possibilità di sviluppare un tumore delle pelle aumenta con l’esposizione prolungata al sole, come per esempio quella in cui incorre chi lavora all’aperto. E’ fondamentale che le persone prendano precauzioni e che si diffonda sempre di più una cultura della prevenzione, in particolare nei giovani”
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Quattro giorni di full immersion per 19 chirurghi da tutta Italia.

E’ partito ieri il corso base di Chirurgia Robotica della Scuola internazionale di Grosseto che durerà fino a giovedì 17 maggio.
Anche quest’anno l’ospedale Misericordia mette a disposizione di esperti provenienti da molte Regioni italiane l’esperienza e la professionalità della Chirurgia robotica che ha reso Grosseto punto di riferimento internazionale.

La giornata di ieri si è aperta con la presentazione del corso con il dottor Paolo Pietro Bianchi, responsabile del Dipartimento di Chirurgia della Asl Toscana sud est, direttore della Chirurgia generale di Grosseto e coordinatore della Scuola ed è proseguita con interventi di specialisti e dimostrazioni pratiche del funzionamento del robot Da Vinci da parte degli operatori grossetani. Il corso è stato impostato con una forte impronta di training per valorizzare quindi l’aspetto pratico-operativo attraverso esercitazioni eseguite su un laboratorio virtuale composto da modelli di simulazioni a posta per il robot. Oggi invece e per i giorni successivi si alterneranno lezioni frontali e interventi di Chirurgia robotica in diretta, eseguiti nelle sale operatorie del reparto di Chirurgia. Il collegamento diretto e via web permetterà ai partecipanti di assistere passo passo all’intervento e in maniera interattiva fare domande, anche con il supporto di video proiettati contestualmente.

“Questo corso è una grande opportunità per i professionisti che si approcciano alla Chirurgia robotica – afferma Bianchi – Mi piace ricordare che quella di Grosseto è l’unica scuola di robotica pubblica, completamente gestita dalla Asl Toscana sud est, dove l’obiettivo principale è trasmettere competenze e formare i chirurghi nel campo della robotica ormai così attuale e indispensabile nella medicina interventistica”.

Dal 2003, anno in cui la Scuola è stata fondata dal professor Pier Cristoforo Giulianotti, a oggi si sono formati circa 895 chirurghi provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi del mondo. (http://www.roboticschool.it/ ), ma già venivano eseguiti interventi di Chirurgia robotica dal 2000.

Negli anni, l’ospedale grossetano è diventato un centro di eccellenza per la robotica e un polo di formazione internazionale. Solo nel 2017 sono stati eseguiti 406 interventi con il robot, casistica mai raggiunta finora. Attualmente a Grosseto vengono effettuate operazioni di robotica, con rigidissimi criteri di appropriatezza, su esofago, stomaco, fegato, pancreas, colon-retto, cui ai aggiunge la chirurgia ginecologica e urologica.

”Il numero di richieste di partecipazione ai nostri corsi formativi è sempre maggiore – conclude Bianchi – dimostrazione che la chirurgia tecnologica di cui la robotica è la sua massima espressione perché rappresenta la chirurgia mininvasiva ad alta tecnologia è in grande diffusione. Si tratta di chirurgia ad alta precisione che consente di ridurre le complicanze, tra cui la perdita di sangue, con tutta una serie di vantaggi per il paziente che portano alla possibilità di eseguire interventi sempre più complessi. La Regione Toscana si è dimostrata sempre lungimirante su questo tipo di politica sanitaria su cui ha deciso da tempo di investire e i benefici riportati sono ampiamente dimostrati e consolidati anche dal punto di vista clinico”.