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È una bimba di 3,310 kg la prima nata in acqua all’Ospedale San Filippo Neri. Il 21 maggio alle 8.21 Vittoria, dopo un travaglio tranquillo e spontaneo, è venuta alla luce in ambiente subacqueo e senza traumi e per essere subito stretta nell’abbraccio della madre.

Ben noti i benefici del parto in acqua che migliora l’elasticità dei tessuti e il rilassamento muscolare e del pavimento pelvico, diminuisce la pressione addominale, velocizza la dilatazione del collo dell’utero e consente di alleviare il dolore in modo naturale, grazie al rilascio delle endorfine.

L’area travaglio parto del San Filippo Neri – commenta Angelo Tanese, Direttore Generale della ASL Roma 1 – interamente rinnovata nel 2016, dispone di tecnologie molto innovative ed è dotata di cromoterapia. Con questo primo parto in acqua si avvia l’utilizzo di una vasca sanitaria di ultima generazione, con un livello altissimo di sicurezza per le donne e per i nascituri.

È importante sapere che i corsi di accompagnamento a questo tipo di nascita sono riservati a gravidanze a basso rischio e consentono – attraverso l’informazione e la formazione di donne ben motivate – di affrontare un parto spontaneo senza ricorrere all’analgesia epidurale.

Il Dott. Pietro Saccucci, Direttore del Dipartimento Salute della Donna e Fisiopatologia della Riproduzione della ASL, ha condiviso con tutta équipe presente in sala la soddisfazione per questo ulteriore traguardo, ringraziando per la professionalità e la competenza dimostrata.

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Sono state circa 50, in poco meno di un anno di attività, le donne in “dolce attesa” seguite dell’ambulatorio della gravidanza fisiologica, il servizio gestito dalle ostetriche dei consultori livornesi che offre un percorso al parto quanto “più naturale e meno sanitario” possibile.



“Questa esperienza – racconta Rosa Maranto, responsabile dell’area consultoriale della USL Toscana nord ovest – cerca di riportare la gravidanza al suo percorso più naturale mantenendo invariato il grado di sicurezza offerto. Ogni donna vive la gravidanza in modo personale e portando le sue specificità. Il servizio ci permette di aggiungere una offerta ulteriore alle gestanti offrendo a chi non presenti fattori rischio di intraprendere un percorso quanto più naturale possibile riconducendo il parto ad un evento fisiologico”.

“L’apertura dell’ambulatorio – ripercorre Chiara Pini, direttore del dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche – rappresenta un obiettivo che la nostra Azienda si è prefissata e che intendiamo portare su tutto il territorio. Livorno, in questo caso, è stato tra i capofila di questa esperienza partita in punta di piedi, ma che già in un anno ha potuto consolidarsi grazie al lavoro ed entusiasmo dimostrato dalle nostre ostetriche e anche alla fiducia che sono riuscite ad infondere nelle mamme livornesi”.
Una disponibilità confermata anche dalla direttrice delle professioni ostetriche, Marta Lupetti, e dalla responsabile aziendale alla assistenza alla gravidanza fisiologica, Cinzia Luzi, che hanno sottolineato la grande disponibilità e sensibilità alla sfida trovata nel personale livornese che si è dimostrato in grado di stimolare le donne a tirare fuori quelle capacità al parto che per loro natura possiedono.
“Lo scopo del servizio – spiegano – è di garantire un’assistenza che permetta alla donna di vivere l’esperienza con consapevolezza, compiendo scelte informate e basate sui propri bisogni e sui propri valori. Il tutto ovviamente assicurando sempre il massimo grado di attenzione sulla salute della mamma e del bambino” infofurmanner.de.

“A Livorno – dice Marzia Chellini, responsabile delle ostetriche dell’area territoriale – l’esperienza è partita nel distretto di Salviano grazie ad Alessandra Panattoni e Michela Marconi, per poi proseguire al consultorio di Livorno Centro con Loredana Lessi e Roberta Gagliardi grazie al coordinamento di Isabella Iori e a giugno arriverà anche a Fiorentina. Il nostro scopo è raggiungere tutti i consultori compresi quelli del comune di Collesalvetti”.

COME FUNZIONA. Al momento della consegna del libretto di gravidanza viene fatta una prima valutazione assieme alla donna interessata per capire se esistono o meno profili di rischio che possano far escludere un percorso fisiologico: ad oggi le maglie della selezione sono molto strette proprio per garantire il massimo grado di sicurezza.
Alla prima visita con il ginecologo si deciderà quindi se poter considerare la gravidanza a “basso rischio” e quindi fisiologica, indirizzando a un percorso più naturale con il supporto della ostetrica oppure ci siano fattori di rischio e quindi sia preferibile un approccio più sanitario garantito oltre che dalla ostetrica anche dal ginecologo. In qualsiasi momento della gravidanza se emergono fattori di rischio (sanitario, sociale, psicologico) il medico può essere reinserito nel percorso garantendo sempre la ricerca del migliore esito.
Il percorso accompagnerà la donna fino al momento del parto per riprenderla successivamente assieme al bambino. La donna sarà presa in carico completamente dall’ostetrica che raccomanderà un numero orientativo di sette incontri pianificati tenendo conto dell’epoca gestazionale e della effettuazione degli esami previsti dal libretto regionale.

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Gli effetti benefici del parto in acqua, in termini di riduzione del dolore provocato dalle contrazioni e di maggiore confort per la partoriente, sono noti già da tempo. Ora però si aggiunge una nuova e interessante evidenza scientifica: rispetto al travaglio e al parto tradizionali, quello in acqua è in grado di abbassare la frequenza cardiaca della partoriente.
Lo dimostra uno studio osservazione condotto nell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’Arnas-Civico di Palermo, diretta da Luigi Alio. La ricerca è stata realizzata impiegando in sala parto moderne tecnologie come smartwatch e smartphone e la nuovissima app iOS WaterBirth, realizzata da Pharma Mum Italia e ora disponibile su App Store. WaterBirth è la prima app al mondo dedicata al parto in acqua.
Ogni anno, l’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’Arnas-Civico di Palermo registra circa 2.000 parti. Il 5-7 per cento di quelli naturali avviene in acqua. Obiettivo della ricerca era quello di rilevare e mettere a confronto le frequenze cardiache delle donne che hanno effettuato travaglio e/o parto in acqua, rispetto a coloro che invece non lo hanno fatto.
L’équipe di ricerca (composta da Walter Alio, dirigente medico dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’Arnas-Civico, Sara Amato, coordinatrice delle ostetriche, dalle ostetriche Valentina Ferrara e Sonia Sanfilippo, e da Andrea Varrica, laureando in Ostetricia all’università di Palermo) ha preso in esame 120 partorienti: di queste, 81 hanno avuto travaglio o parto in acqua, 39 fuori dalla vasca.
Ed è qui che è entrata in gioco WaterBirth. Le gestanti indossavano uno smartwatch sul quale hanno indicato, con un semplice tocco sul dispositivo, l’inizio e la fine di ogni contrazione e anche la sua intensità (lieve, media o severa). Al contempo, WaterBirth ha permesso di registrare la frequenza cardiaca delle donne per valutarne l’andamento ed eventuali alterazioni e consentire così l’intervento dei sanitari, qualora fosse stato necessario. Tutti i dati (frequenza, intensità e durata delle contrazioni e battito cardiaco) sono stati osservati in tempo reale dal ginecologo e dall’ostetrica su uno smartphone collegato allo smartwatch.
Sono state predisposte delle schede in cui sono stati riportati i dati rilevati, ad esempio la frequenza cardiaca in tempi diversi: T0 (inizio registrazione), T1 (dopo 30 minuti), T2 (dopo un’ora), T3 (dopo 2 ore). I dati poi sono stati confrontati su un grafico (in coda al comunicato).
Ciò che emerge è che in tutte le rilevazioni la frequenza cardiaca delle donne che hanno avuto travaglio o parto in acqua era più bassa rispetto a quelle che invece non lo hanno fatto. Questo avviene perché il rilascio di endorfine (ormoni del benessere) provocato dall’acqua calda fa sì che il dolore delle contrazioni sia attenuato. Di conseguenza, la frequenza cardiaca si abbassa.
“L’acqua calda – dice il professore Luigi Alio – dona relax e riduce il dolore perché le endorfine ritardano la percezione dolorosa a livello cerebrale. La diminuzione del dolore comporta anche una diminuzione della frequenza cardiaca. Le tecnologie impiegate nello studio ci hanno permesso di misurare nella vasca del parto in acqua, oltre ai parametri cui eravamo abituati con il tradizionale cardiotocografo, anche la frequenza cardiaca della donna che partorisce in acqua. Questa ricerca ci ha consentito di fare una nuova esperienza, che fa crescere tutti e che dà soddisfazione alle partorienti. E’ stata un’esperienza che magnifica il percorso in cuicda sempre crediamo”.
Il vantaggio fondamentale di WaterBirth per la partoriente è che può essere controllata costantemente restando immersa nell’acqua: fino a questo momento, la possibilità di verificare l’intensità del dolore delle contrazioni direttamente dalla vasca non esisteva. Oggi invece, grazie a WaterBirth, il personale medico e ostetrico può monitorare passo passo le varie fasi del parto in acqua, verificando l’intensità delle contrazioni e il battito cardiaco.
La app inoltre consente di avere una media temporale delle contrazioni (ultimi 30 minuti, ultima ora, ultime 12 o 24 ore) e può funzionare anche senza smartwatch, dando la possibilità di registrare le contrazioni in termini di intensità e frequenza.
Lo studio è stato condotto con il contributo incondizionato di Pharma Mum Italia. “La nostra azienda fa delle tecnologie uno dei suoi punti di forza più importanti – spiegano da Pharma Mum Italia -, sia nella scelta delle materie prime dei suoi prodotti, sia negli strumenti creati ad hoc per venire incontro alle esigenze delle donne in gravidanza e dei medici. WaterBirth è un esempio lampante della mission di Pharma Mum Italia. Sfruttando dispositivi moderni, la app garantisce sicurezza e benessere alla partoriente e dà al personale medico e ostetrico la possibilità di controllare ogni istante del parto in maniera non invasiva, ma efficace. Dopo lo studio all’Arnas-Civico, WaterBirth è stata pubblicata sull’App Store e per noi è motivo di grande orgoglio perché sappiamo di aver creato uno strumento che può essere molto utile”.