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Tre livelli di assistenza e un team multidisciplinare per assistere e accompagnare i ragazzi e le loro famiglie. Maranello, Modena e Carpi sedi provinciali del percorso con gli specialisti
 
Nella nostra provincia circa un terzo dei bambini di 8-9 anni è in condizione di sovrappeso od obesità e si stima che, nell’intera fascia di età 1-14 anni, siano oltre 15.500 i soggetti in sovrappeso (un livello meno grave di eccesso di peso) e quasi 6.000 gli obesi. Da molti anni sono attivi percorsi mirati alla prevenzione dell’obesità infantile, ma fino ad oggi mancava una organizzazione strutturata in grado di assistere ed accompagnare bambini e ragazzi già interessati da un eccesso di peso. A questo scopo l’Azienda USL di Modena ha dato vita al Percorso per il bambino obeso: completata e potenziata l’offerta sul territorio, strutturata su tre differenti livelli.
 
Tripodi
 
“Il primo – chiarisce Alberto Tripodi, Direttore del Servizio igiene alimenti e nutrizione dell’Azienda USL di Modena e responsabile del Percorso – è incentrato sul ruolo del Pediatra di libera scelta (PLS), che ha il compito di monitorare lo stato nutrizionale del bambino in crescita, cogliere fattori di rischio per una possibile insorgenza di obesità, fare un’attività di counselling motivazionale per i bimbi già in sovrappeso od obesi. Il secondo livello, a cui il Pediatra fa riferimento nei casi di un suo insuccesso terapeutico, è rappresentato da un team multidisciplinare (dietista, psicologo, medico dello sport), che affianca il bambino e la famiglia per un periodo prolungato, svolgendo una specifica attività di supporto motivazionale al cambiamento delle abitudini alimentari e motorie”.
 
Staff bimbi obesi
 
L’obiettivo, da raggiungere attraverso un’azione coordinata di più professionisti, è stimolare e facilitare il cambiamento dei comportamenti del bambino (e più in generale dell’intera famiglia), stimolando il suo protagonismo consapevole, proponendo soluzioni pratiche, individuando e cercando di eliminare eventuali barriere. Il team opera su tutta la provincia, su tre sedi, a Maranello (Ambulatorio p.zza Amendola 7), Modena (Servizio di Medicina dello Sport – v.le dello Sport 29), Carpi (Servizio Medicina dello Sport – via Nuova Ponente 24/M), per le rispettive aree, sud, centro e nord. Il terzo livello è rappresentato dai reparti di Pediatria di riferimento (Ospedale di Sassuolo, Policlinico di Modena e Ospedale di Carpi). Qui sono inviati dal PLS i bambini e ragazzi in condizioni di sovrappeso e obesità quando è necessario un approfondimento clinico-diagnostico al fine di individuare eventuali complicanze o forme di obesità secondaria. Per casi particolarmente complessi, infine, il riferimento sull’intera provincia è il reparto di Pediatria del Policlinico di Modena.
 
Pinelli
 
“È fondamentale prevenire l’eccesso di peso e promuovere sane abitudini alimentari e motorie fin dall’infanzia – conclude Monia Pinelli, psicologa del team multidisciplinare del Percorso del Bambino Obeso -. Sottolineo l’importanza di intervenire il più precocemente possibile, in particolare ancor prima della nascita del bambino (periodo preconcezionale e gestazionale) e successivamente di predisporre interventi preventivi a carattere multifattoriale con la collaborazione di professionisti dedicati e in sinergia con le principali figure educative per il bambino, in particolare famiglia e scuola, e ricercando il contributo attivo di tutta la comunità”.

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La Direzione Aziendale in merito all’episodio che si è verificato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, esprime massima solidarietà al personale coinvolto, assicurando che sarà al loro fianco nell’avviare tutte le azioni necessarie a tutela della loro sicurezza e ricordando che non sarà tollerato alcun atto di violazione verbale e/o fisica a danno degli operatori sanitari dell’Azienda Sanitaria Locale Latina.
 
Peraltro per far fronte agli atti di aggressione a danno degli operatori sanitari, la Direzione ha già messo in atto un programma di prevenzione, costituendo sulle base del Documento regionale di indirizzo sulla prevenzione e la gestione degli atti di violenza, un gruppo di lavoro pluridisciplinare (con Delibera del Direttore Generale del 28/11/2018), che attraverso l’analisi delle varie situazioni lavorative ha sviluppato una serie di efficaci azioni utili a definire soluzioni necessarie sia per prevenire che controllare le situazioni di rischio identificato.
 
Le azioni che sono state messe in campo sono:
 
1. Una Procedura per la prevenzione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, in cui sono specificate le modalità operative, le misure di prevenzione a sostegno degli operatori, i comportamenti in caso di aggressione verbale e/o fisica.
E’ stata prevista inoltre l’istituzione di un ambulatorio di psicologia del lavoro con la finalità di dare adeguato supporto specifico ai lavoratori che hanno subito atti di violenza.
 
2. Sono stati già effettuati, nello scorso anno, tre corsi di formazione di base per tutti gli operatori sanitari della Asl di Latina. E’ inoltre di prossima esecuzione un corso avanzato composto di due moduli rivolto al personale che lavora nelle aree critiche individuate a seguito della valutazione del rischio, ( es. Pronto Soccorso e Spdc). Questi corsi riconosciuti a livello internazionale come strumento efficace per prevenire tali fenomeni.
 
3. E’ stato predisposto il Documento di Valutazione dei rischi (DVR) per la mappatura delle zone più a rischio di aggressione.
 
4. E’ inoltre stata messa in atto una campagna di comunicazione con apposita cartellonistica affissa in tutte le Unità operative, per sensibilizzare gli utenti dei servizi ospedalieri e territoriali a mantenere comportamenti corretti.

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Anche quest’anno torna ‘Ottobre rosa’: per tutto il mese la campagna di screening per il tumore alla mammella è estesa anche alle donne tra i 45 e i 49 anni, che non rientrano nei percorsi organizzati attivi tutto l’anno. L’anno scorso grazie a ‘Ottobre rosa’ sono state effettuate 8600 mammografie in più, con un aumento del 17% rispetto al 2016.
I Programmi di Screening consistono in percorsi organizzati di prevenzione e diagnosi precoce e sono ATTIVI TUTTO L’ANNO.
La Regione Lazio, attraverso le sue ASL, offre 3 percorsi di prevenzione GRATUITI alle persone comprese nelle fasce d’età:
– Donne 25-64 anni per la prevenzione del tumore del collo dell’utero
– Donne 50-69 (volontario fino a 74 anni) anni per la prevenzione del tumore della mammella
– Donne e uomini 50-74 anni per la prevenzione del tumore del colon retto
Come funzionano:
– Viene spedita a casa una lettera d’invito con un appuntamento prefissato dalla ASL di appartenenza per effettuare il test di screening; l’appuntamento può essere modificato telefonando al numero verde indicato nella lettera.
– Il risultato viene comunicato per posta; nell’eventualità che sia necessario ripetere il test o effettuare ulteriori accertamenti, l’interessato verrà contattato telefonicamente.
– Nel caso di un risultato del test dubbio l’interessato sarà invitato a eseguire gli esami di approfondimento presso un centro specializzato (Centro di Screening di II livello).
– Nel caso in cui non dovesse pervenire la lettera di invito, sarà possibile telefonare ai NUMERI VERDI delle Aziende Sanitarie per avere informazioni e prenotare un esame.

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Presentata la Relazione sanitaria annuale 2017 delle cinque aree del Dipartimento che opera su tutto il territorio della provincia di Ragusa.

Presentata il 24 luglio conferenza stampa, la 22^ Relazione Sanitaria delle attività realizzate nel corso del 2017 dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria di Ragusa.
«Le attività del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Ragusa – ha aperto i lavori della conferenza stampa dr. Salvatore Lombardo, direttore amministrativo dell’Asp, portando anche i saluti del Commissario, dr. Salvatore Lucio Ficarra, e del Direttore Sanitario, dr. Emanuele Cassarrà, assenti, entrambi, per motivi istituzionali, – hanno una grande rilevanza per il nostro benessere: sono infatti tutte dedicate alla tutela della salute delle persone, dell’ambiente e degli animali. La prevenzione e la sorveglianza di sanità pubblica sono essenziali anche per la qualità di alimenti e la loro produzione, rappresentando un presidio di sicurezza sanitaria per cittadini e imprese del territorio. Fanno ben sperare anche i dati che confermano una diminuzione di morti a causa di tumori al seno e al colon».
Il dr. Francesco Blangiardi, Capo Dipartimento Prevenzione ha avuto parole di stima e apprezzamento per il dr. Riccardo Gafà, per lo straordinario lavoro che riesce a fare, ogni anno, nell’elaborazione e stesura della Relazione Sanitaria – «un lavoro prezioso che fornisce in modo dettagliato, preciso e puntuale, il quadro di salute della popolazione iblea. Un documento che seve come analisi e punto di partenza per migliorare le condizione di salute dei cittadini. Molti dati e informazioni: tasso di natalità, la sicurezza alimentare, gli screening e, in ultimo l’importante progetto pilota di screening delle malattie cardio vascolari che potrebbe diventare modello per tutta la regione siciliana. Un altro studio di rilevante importanza è quello condotto dall’ARPA – Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente – sulla valutazione della pressione ambientale determinata dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari nelle produzione agricole che mira, in conformità con le Direttive dell’Unione Europea alla progressiva riduzione dei rischi e degli impatti negativi sulla salute umana e dell’ambiente, derivanti dall’uso di sostanze che, comunque, continuano a essere indispensabili per le rese qualitative e quantitativa delle moderne produzioni agricole. Un altro ambito peculiare delle attività del Dipartimento è quello delle vaccinazioni che offrono alla popolazione le azioni di Sanità Pubblica per evitare, eliminare o controllare le malattie infettive prevenibili, appunto, con le vaccinazioni.
Le attività rappresentano uno dei principali strumenti per la protezione individuale e collettiva, come anche la sorveglianza a delle malattie infettive e cronico degenerative della prevenzione dei comportamenti a rischio.»

«Due tabelle di statistica anno 1996 e 2017, messe a confronto, fanno emergere come sia diminuita la percentuale di morti per tumore al seno e al colon, di contro, è in aumento la percentuale delle morti per patologie cardio vascolari» ha dichiarato il dr. Riccardo Gafà, responsabile della “Biostatistica Medica” prima di snocciolare tutti i dati contenuti nella relazione.
I dati demografici della provincia di Ragusa relativi all’anno 2017 presentano una popolazione media di 322.048 abitanti di cui 159.735 maschi e 162.313 femmine.
I nati durante l’anno sono stati 2.854 con una prevalenza di maschi (1.446) rispetto alle femmine (1.408) con un tasso grezzo di natalità di 8.86 riferito alla popolazione della Provincia che risulta superiore al tasso di natalità per 1000 abitanti della popolazione italiana ed in aumento rispetto all’anno scorso ( 8.75).
Negli ospedali della provincia sono nati 3.298 bambini, un numero superiore ai bambini nati da genitori residenti, il che presuppone una fascia di utenza degli ospedali della provincia che proviene sempre più dalle province confinanti.
Il comune con il tasso di natalità più alto quello di Acate con 11,02 %.
Il numero annuale di decessi è stato di 3274 di cui 1.594 maschi e 1.680 femmine; per il terzo anno di seguito il numero delle donne decedute supera quello degli uomini. Il tasso grezzo di mortalità è di 10,17 per mille abitanti, al di sotto del tasso di mortalità per 1000 abitanti relativo alla popolazione italiana che è di 10.70 . La differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità comporta un saldo negativo di – 1,30 il più alto valore di sempre. Il saldo attivo in provincia è mantenuto da quattro comuni su dodici: Vittoria, Acate, Santa Croce, Pozzallo.
Per quanto riguarda l’analisi dei dati di mortalità per causa specifica si evidenzia come le malattie dell’apparato cardiovascolare, in accordo al dato nazionale, rappresentano per entrambi i sessi la principale causa di morte.
Il tasso di mortalità per tale patologia per 10.000 abitanti è di 39,46 nei maschi e di 52,37 nelle femmine. La seconda causa di morte è invece rappresentata dai tumori con un tasso di mortalità per 10.000 abitanti di 26,62 per i maschi e di 18,36 per le femmine. Anche in questo caso, in accordo al dato nazionale, il tasso maschile prevale su quello femminile mentre entrambi si mantengono ben al di sotto dei valori riferiti alla popolazione nazionale (maschi 34.8; femmine 19.2 nel 2011 ultimo dato pubblicato dall’ISTAT).
La vita media della popolazione provinciale è di 78,21 anni per i maschi e 82,82 anni per le femmine. Come nel resto d’Italia le femmine vivono almeno 5 anni in più rispetto agli uomini.
Con un trend in aumento nell’ultimo decennio.
Gli ultracentenari al 31 dicembre del 2016 erano nella Provincia 54; 14 maschi e 40 femmine e tale valore è diminuito di 1 unità rispetto al 2016 (55).
La mortalità infantile (entro i primi 12 mesi di vita) si attesta sul valore di 3,30 su 1000 nati, in lieve aumento rispetto al 2016 (2,85), dovuto a 2 decessi in più.
La mortalità neonatale (cioè entro i primi 28 giorni di vita) è di 2,10 x 1000 nati. Anche questo un valore in lieve aumento rispetto al 2016 ma bassissimo nel confronto con le altre nazioni europee.
Analizzando i dati di mortalità per causa nel decennio dal 2008 al 2017 si evince quanto segue:
1. la mortalità per malattie dell’apparato cardiovascolare è aumentata per gli uomini dal 34,4 x 10.000 abitanti al 39,4 x 10.000 e per le donne da 43,95 a 52,3 x 10.000.
2. in diminuzione la mortalità pel tumore del polmone da 8,00 x 10.000 a 7,32 (uomini) e da 2,2 a 1,85 x 10.000 (donne).
3. la mortalità per tumore dell’utero è diminuita dal 1,3 a 1,1 x 10.000.
4. stabile la mortalità per i tumori della mammella catalunyafarm.com.
5. in diminuzione anche i tumori del colon retto da 3,3 a 2,3 (uomini) e da 2,5 a 2,3 (donne).
6. in decremento i tumori dello stomaco, in aumento quelli del fegato.
7. In aumento il tumore alla prostata, 3,00 vs. 3,44 x 10.000.
8. I tumori nel loro complesso sono aumentati di poco per gli uomini (da 26,3 (2008) a 26,6 (2017) x 10.000 ab.); in aumento per le donne 19,7 e 22,5.
9. in netta diminuzione i SUICIDI 23 nel 2008 – (16 m 7 f), contro 17 (14m – 3 f) nel 2017.
10. Nessun OMICIDIO nel 2017; 1 nel 2011, 2 nel 2012, 3 nel 2013 e 2014.
11. In netta diminuzione i deceduti per INCIDENTI STRADALI 35 (26m – 9 f) nel 2008,contro i 15 del 2017 (12 m – 3 f).
12. In lieve aumento la mortalità per INCIDENTI DOMESTICI, 54 in totale (19 uomini e 36 donne) nel 2008 rispetto a 56 (19 m e 37 f) nel 2017.
I DECEDUTI FUORI PROVINCIA nel 2017 sono stati 129 (75 uomini e 54 donne) poco più del 5×100 dei deceduti, spesso per patologie che necessitano di centri di cura specializzati non presenti nel nostro territorio.
Un capitolo della relazione si occupa del confronto dei dati della provincia di Ragusa con le altre 8 province siciliane e con 5 province italiane (2 del Nord, 2 del Centro e 1 del Sud) simili per popolazione alla nostra. Questi dati si riferiscono all’anno 2016.
IL RAFFRONTO CON LE PROVINCE SICILIANE pone la provincia di Ragusa (-0,55) al 2° posto per il saldo della popolazione, dopo Catania (- 0,16). Per il terzo anno tutte le province siciliane hanno avuto un saldo negativo della popolazione.
IL RAFFRONTO CON LE PROVINCE ITALIANE prese in considerazione (Cremona, Ferrara, Viterbo, Benevento e Catanzaro) ci pone al primo posto anche in considerazione che tutte hanno un saldo della popolazione negativo molto alto.
Il dr. Gaetano Migliorino, dirigente medico Osservatorio Epidemiologico del Dipartimento, ha presentato i risultati dello screening malattie cardiovascolari, i cui fattori di rischio sono strettamente connessi alle abitudini quotidiane: ipertensione, il fumo di sigaretta, diabete, sedentarietà.

22^ Relazione attività annuale: 2018 sull’anno 2017 e obiettivi contrattuali scheda budget.

Particolari situazioni di pericolo per la salute pubblica dal punto di vista di patologie emergenti o riemergenti rimangono alcune malattie infettive quali il morbillo e la tbc, la prima prevenibile con la vaccinazione e la seconda con la sorveglianza ed il corretto trattamento dei casi.
Il Dipartimento di Prevenzione è la struttura operativa dell’Azienda che ha come missione garantire la tutela della salute collettiva perseguendo obiettivi di promozione e tutela della salute, prevenzione degli stati morbosi e delle disabilità, miglioramento della qualità di vita, dell’ambiente e del lavoro. Si configura come una delle articolazioni dell’Azienda e si rapporta, quindi, con l’organo di direzione. Numerose le azioni volte ad individuare e rimuovere le cause di nocività e malattia di origine ambientale, umana ed animale, mediante iniziative coordinate con i Distretti, con i Dipartimenti dell’ASP, prevedendo il coinvolgimento di operatori di diverse discipline. Garantisce le funzioni di prevenzione collettiva e sanità pubblica, anche a supporto dell’autorità sanitaria locale. Tutte attività che vengono svolte dalle 5 strutture complesse:
Servizio Epidemiologia e Profilassi ( Ep);
Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPRESAL);
Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN);
Igiene degli Ambienti di Vita (SIAV);
Laboratorio di Sanità Pubblica (LSP).
Inoltre, Il Dipartimento di Prevenzione contribuisce alle attività di promozione della salute ed ha il compito di contrastare le principali patologie che colpiscono la popolazione e provocano il maggior numero di decessi, di disabilità o malattie prevenibili attraverso interventi di prevenzione primaria e secondaria.
Le aree cruciali di intervento sono: malattie cardio-cerebrovascolari, malattie neoplastiche e malattie infettive. Le malattie circolatorie – cardio e cerebrovascolari – rappresentano la prima causa di morte in entrambi i sessi. L’obesità e la sedentarietà sono condizioni morbose di rilievo nel determinismo delle patologie cronico-degenerative. Il Dipartimento di Prevenzione predispone, annualmente, la relazione sullo stato sanitario della popolazione che contiene le notizie epidemiologiche necessarie alla strutturazione dell’offerta e alla eventuale attività di prevenzione, primaria e/o secondaria (attività di screening) da implementare attraverso il controllo dei principali fattori di rischio modificabili ed interventi mirati nel contrasto a stili di vita errati (fumo, alcol, scorrette abitudini alimentari ecc.) con la collaborazione dei Medici di medicina Generale, i Pediatri di libera scelta ed altre istituzioni. Elabora e coordina la gestione del Piano Aziendale di Prevenzione.

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Il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon ha nominato Sandro Cinquetti alla guida del Dipartimento di prevenzione a partire dal 1° settembre. Il professionista, che vanta una ricca esperienza nel campo della prevenzione e della sanità pubblica, è stato scelto per le competenze organizzative e gestionali maturate nei suoi trent’anni di attività nei vari ruoli di direttore sanitario, direttore di dipartimento di prevenzione e di struttura complessa.Nel comunicare la nuova nomina il direttore generale Paolo Bordon ha sottolineato: «Abbiamo deciso di individuare con anticipo rispetto alla data del pensionamento del dottor Marino Migazzi il professionista che guiderà il Dipartimento per non lasciare scoperto il delicato settore della prevenzione. Il nuovo direttore, molto noto anche a livello nazionale, vanta un ricco curriculum professionale e una rilevante esperienza nella gestione di servizi pubblici dal momento che ha ricoperto per molti anni ruoli apicali di direttore sanitario e di direttore di dipartimento di prevenzione. Sono sicuro che il dottor Cinquetti darà un importante contributo all’organizzazione dei servizi di prevenzione della nostra provincia per l’importante esperienza gestionale maturata nel suo percorso professionale».
«Un mio personale ringraziamento – ha proseguito Bordon – va a Marino Migazzi, che guiderà il Dipartimento di prevenzione fino al 31 agosto, suo ultimo giorno di lavoro prima del collocamento a riposo, per la collaborazione e professionalità dimostrate in questi anni che ne hanno fatto un punto di riferimento per i servizi territoriali e l’igiene pubblica».

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Il giorno 7 giugno p.v., Asl 4 ha organizzato con il personale della Struttura di Dermatologia di Sestri Levante, diretta dalla Dott.ssa Daniela Stradini una “Giornata di prevenzione dei tumori della pelle”.
Con tale iniziativa Asl4 intende sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione dei tumori della pelle.
Le visite saranno gratuite e verranno effettuate nella giornata del 7 giugno all’Ospedale di Sestri Levante, Via Terzi, negli Ambulatori di Dermatologia con il seguente orario: dalle ore 14.00 alle ore 18.00. La prenotazione è obbligatoria e si effettua chiamando la Segreteria della Dermatologia di Sestri Levante nei giorni: 4- 5- 6 giugno, dalle ore 14.00 alle ore 15.00, al numero telefonico 0185 329834. Le prenotazioni si accettano sino ad esaurimento posti.

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In occasione del 13° Simposio internazionale sull’Allattamento al seno e sulla Lattazione di Parigi, Meghan Azad, Professoressa in Pediatria e Salute Infantile presso l’Università di Manitoba (Canada) e Direttrice del gruppo di ricerca sull’asma nell’ambito dello studio Canadian Healthy Infant Longitudinal Development (CHILD), ha presentato nuove evidenze scientifiche tratte da uno studio multidisciplinare, innovativo ed unico nel suo genere, che dimostrano che il latte materno previene l’asma.
In Canada, dove la Prof.ssa Azad vive e lavora, le percentuali di incidenza della malattia sono molto alte: un bambino su sette soffre di asma[ii]. Le ultime ricerche offrono nuove speranze, mostrando evidenze concrete di come l’allattamento esclusivo al seno a livello mondiale riduca il tasso di incidenza di questa malattia nei bambini fino al 40%.[iii] Si tratta del primo studio di questo genere, che coinvolge scienziati di 20 discipline diverse e misura con un approccio prospettico (anziché retrospettivo) un elenco completo di sintomi e attributi nei bambini di età compresa tra zero e cinque anni, nelle loro madri e nei loro ambienti.
La Prof.ssa Azad riconosce il ruolo fondamentale del latte materno estratto per le madri che lavorano. Infatti, in occasione del 13° Convegno internazionale sull’Allattamento al seno e sulla Lattazione, ha presentato le sue ultime scoperte sui componenti bioattivi del latte materno che prevengono l’asma, con l’obiettivo di preservarli ancora meglio durante l’estrazione e la conservazione. “Ci auguriamo che questo studio guidi la ricerca futura sui modi migliori per conservare e somministrare il latte estratto e che renda più consapevoli le politiche sociali al fine di proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento al seno” ha dichiarato la Prof.ssa Azad.
Gli “attacchi” di asma comprimono le vie aeree e causano difficoltà respiratorie. Gli inalatori, lungi dall’essere semplici stampelle psicologiche, sono dei supporti indispensabili per chi soffre di asma, che dipende da questi e da altri trattamenti che aiutano a respirare quotidianamente. Chi soffre di asma cronica dorme di meno, prova maggiore stanchezza diurna, è meno attivo e perde più ore di lavoro rispetto alle persone che non soffrono di questa malattia.
I genitori di bambini che soffrono di asma devono essere particolarmente vigili, soprattutto di notte. Secondo l’OMS, l’asma è la malattia cronica più comune nell’infanzia. È il primo motivo di assenza da scuola e una delle principali cause di ricovero in ospedale.
Per una malattia senza cura, la prevenzione è la migliore medicina. Attualmente, il latte materno può offrire l’unica prevenzione contro l’asma. Durante il 13° Convegno internazionale sull’Allattamento al seno e sulla Lattazione, ricercatori e professionisti sanitari stanno discutendo se sia o meno il momento di ideare un nuovo programma educativo per aiutare in particolare le famiglie con precedenti genetici di asma a comprendere a fondo il sorprendente potenziale del latte materno per prevenire questa malattia cronica.
“Il latte materno rappresenta il migliore alimento possibile per il neonato. Tra i molti ed evidenti benefici dell’allattamento al seno la riduzione dell’incidenza di malattie come la dermatite atopica e l’asma è un aspetto importante – commenta il Professor Mauro Stronati, Presidente della SIN Società Italiana di Neonatologia. – Il lavoro scientifico della Professoressa Azad, confermando l’efficacia del latte materno nel prevenire l’asma e ridurre quindi l’incidenza di questa grave patologia, ci spinge a promuovere sempre di più l’alimentazione con il latte materno come diritto di tutti i bambini e a sostenere l’allattamento al seno per una migliore salute del bambino e della mamma.”