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Inaugurati i lavori realizzati nelle scorse settimane alla presenza dell’assessore regionale Saccardi

AREZZO – Inaugurate questa mattina, alla presenza dell’assessore regionale Stefania Saccardi, del sindaco Ghinelli, dell’Arcivescovo Fontana e della Direzione Asl, le sale ristrutturate dell’Endoscopia all’ospedale San Donato di Arezzo. La stretta collaborazione tra gli operatori sanitari, la struttura tecnica ospedaliera e la Direzione Sanitaria, hanno consentito in breve tempo e con efficacia, un’importante ristrutturazione del Servizio. I lavori sono infatti stati realizzati in tre settimane per un investimento di oltre 70 mila euro. Il servizio non è stato interrotto ma trasferito temporaneamente nelle limitrofe salette di chirurgia ambulatoriale “Come buona parte dell’ospedale, queste sale sono rimaste le stesse da quando sono state inaugurate – ha dichiarato il direttore generale Enrico Desideri – Ovviamente la parte tecnologica ha avuto un rinnovo nel tempo, anche perché la durata media degli strumenti è di qualche anno. Ora le sale endoscopiche sono state arricchite con attrezzature che le rendono simili alle sale operatorie: pensili, sicurezza ambientale e anti-intrusione, prese informatizzate utili al trasferimento in rete di informazioni e immagini. Un vero e proprio upgrade strutturale e tecnologico”. Nel dettaglio: i lavori hanno previsto l’installazione, in due sale, di pensile a doppio braccio, uno per l’alloggiamento della colonna endoscopica e uno per il monitor di visualizzazione delle immagini, per garantire sicurezza e facilità di esecuzione degli esami; il ripristino dei massetti e il rifacimento delle pavimentazioni di una delle diagnostiche e dei corridoi; la realizzazione dei rivestimenti e delle protezioni delle pareti delle 2 sale, del corridoio di collegamento delle sale e delle aree osservazione e risveglio. Nelle sale endoscopiche è stata sostituita la distribuzione dell’impianto di climatizzazione per garantirne una miglior efficienza e la futura possibilità di implementarne le portate, oltre che illuminazione e controsoffitto, rendendole completamente sanificabili. Sono state realizzate le infrastrutture di rete dati per consentire il prossimo collegamento delle colonne endoscopiche al sistema RIS (Radiology Information System) Pacs, ovvero un sistema informativo radiologico che gestisce il flusso dei dati legati ai pazienti e per la sorveglianza da remoto dei pazienti in osservazione. E’ stato realizzato il collegamento interno tra le due sale di osservazione post esame per pazienti esterni, per ottimizzare e facilitare l’assistenza da parte del personale infermieristico.
Nelle sale operano specialisti gastroenterologi e chirurghi. In molte circostanze l’Endoscopia è in grado di dare risposte di tipo operativo e non solo diagnostico. Come per altri servizi, l’Endoscopia è un’attività organizzata in rete. Questo garantisce uniformità di carattere scientifico e piena integrazione tra i professionisti. Ulteriori migliorie saranno realizzate con il nuovo anno su indirizzo dei sanitari. Nel corso del 2018, il Servizio di Endoscopia del San Donato ha effettuato 7500 prestazioni. “A breve – ha spiegato Massimo Gialli, direttore del San Donato – si concluderà una gara di appalto per l’acquisizione di sei colonne endoscopiche di nuova generazione per la Asl Toscana sud est: tre di queste colonne saranno collocate qui, nelle nostre sale, rinnovando completamente il parco degli strumenti”.

“Questi lavori, oltre a migliorare la qualità e la sicurezza degli ambienti – hanno dichiarato Angiolo Agnolucci, direttore Endoscopia digestiva e interventistica e Marco Rossi, direttore Gastroenterologia – hanno consentito l’allestimento di una terza sala endoscopica per far fronte con più efficacia alle urgenze che arrivano al nostro ospedale da tutta la provincia nelle 24 ore. Inoltre migliora la gestione dei pazienti ricoverati e contiene le liste di attesa. La dotazione delle sale endoscopiche è in linea con i requisiti strutturali più moderni”. “Sono sempre molto contenta quando vado in giro per la Toscana a inaugurare nuove strutture, nuove apparecchiature, lavori di ampliamento e miglioramento – ha detto l’assessore al diritto alla salute della Regione, Stefania Saccardi – Questi per la ristrutturazione delle sale di Endoscopia sono stati fatti davvero in tempi record, e senza mai interrompere il servizio. Questi lavori e le nuove attrezzature andranno a migliorare l’assistenza per i cittadini e questa è la cosa
più importante. Un augurio di buon lavoro ai gastroenterologi, ai chirurghi e a tutto il personale sanitario che opererà in queste sale”.

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Inaugurata una Stanza dedicata ai bambini con gravi disabilità. Il cuore del progetto: un percorso multisensoriale per la stimolazione cognitiva ed emotiva

Inaugurata mercoledì 26 ottobre, al San Donato di Arezzo, la Stanza Snoezelen, che si trova accanto alla Cappella dell’ospedale. E’ destinata ai bambini seguiti dal servizio di riabilitazione dello SMIA (Salute Mentale Infanzia Adolescenza) dell’area provinciale di Arezzo: permetterà di migliorare gli aspetti abilitativi/riabilitativi e aumenterà il benessere di molti bambini e delle loro famiglie. In questa stanza, infatti, i piccoli trovano un posto “magico” con luci, suoni, profumi e sapori, per sentirsi parte integrante di un ambiente accogliente e trovare coccole e stimolazioni importanti per la loro crescita emotiva, cognitiva e motoria.
L’approccio Snoezelen è nato in Olanda alla fine degli anni ’70 e prevede la realizzazione di attività rilassanti attraverso stimolazioni sensoriali visive, uditive, olfattive e tattili facilitate dal ruolo funzionale del personale che partecipa a tali attività. L’approccio viene realizzato in ambienti forniti di equipaggiamenti speciali, come proiettori e ruote per produrre effetti visivi, luci e sfere di specchi, strumenti per la musica, materassi ad acqua vibranti e cuscini morbidi, tubi a bolle, fasci di fibre ottiche, ecc. In queste stanze, la natura, la quantità, la disposizione e l’intensità della stimolazione possono essere manipolate e tenute sotto controllo.
“Dal 2012, con la collaborazione delle colleghe Anna Maria Landini e Federica Pauselli abbiamo usufruito della stanza Snoezelen che si trova all’ASP Fossombroni – spiega Silvana Repetti, responsabile della riabilitazione infantile provincia Arezzo – per sperimentare, all’interno di un progetto di studio, l’efficacia in riabilitazione di questa metodologia sui minori affetti da gravi patologie neurologiche. Lo studio è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Asl, nello specifico della U.O. RFT (Riabilitazione Neurologica Infantile e Logopedia Neurologica Infantile); Area Funzionale Neuroscienze – U.O.S. Neurologia Infantile, U.O. Neuropsichiatria Infantile e di altre strutture come l’ASP Vittorio Fossombroni, Istituto Divina Provvidenza Agazzi, Centri Diurni per persone disabili, Falciai, Villa Chiarini, Mosaico (Cooperativa Progetto 5). Il progetto è stato infine approvato dal Comitato Etico della Asl”.
“La letteratura scientifica ha dimostrato che la stanza multisensoriale genera benefici nella maggior parte degli utenti che la utilizzano – ha commentato Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est – Nello specifico si sono registrati importanti miglioramenti in tutte le aree prese in considerazione dallo studio: il comportamento, la motivazione, l’attenzione, la comunicazione/relazione, il benessere e rilassamento. Si evidenzia, inoltre, un miglioramento delle competenze cognitivo e motorie in età pediatrica.
Inauguriamo con grande soddisfazione la stanza Snoezelen per la riabilitazione dei bambini con gravi disabilità, ringraziando Silvana Repetti e tutti coloro, famiglie comprese, che hanno collaborato per la sua attivazione. La Asl Toscana sud est mantiene il suo impegno nel promuovere novità ed eccellenze grazie ai suoi professionisti”.
Sono state proprio le famiglie e gli amici dei bambini seguiti dagli ambulatori di riabilitazione infantile, insieme ad alcune aziende, a donare gli arredi della Stanza, per un valore che si aggira sui 14mila euro.
“L’Azienda ha creduto da subito in questo progetto e siamo stati felici di individuare dei locali all’interno del San Donato – ha spiegato il direttore dell’ospedale, Massimo Gialli – Ritengo sia opportuno, anzi necessario, che vengano innalzati i livelli di attenzione nei confronti di cittadini che si trovano a vivere questa pesante condizione fisica e psicologica. Un bambino con problemi di comportamento, comunicazione e relazione estende il disagio a tutta la sfera familiare. Siamo felici di attivare percorsi che possano fornire supporto e aiuto in queste difficili situazioni. Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito. Da parte nostra, crediamo molto nel progetto e il personale è entusiasta di dare il via a questa esperienza”.
All’inaugurazione erano presenti anche Marcella Biagi e Antonella Lorenzoni, dirigenti del Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione.

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Un progetto del Calcit per rendere più confortevole l’ospedale e far conoscere questa realtà agli studenti

Anche il reparto di Pneumologia viene colorato dai quadri dipinti dai ragazzi del Liceo Artistico “Pier della Francesca” di Arezzo.
E’ un progetto del Calcit che va avanti ormai da alcuni anni: l’impegno è di rendere più accoglienti e meno formali i luoghi di cura. Già sono otto i reparti dell’ospedale San Donato che hanno beneficiato dell’impegno dei ragazzi. Quest’anno è stata scelta la Pneumologia.
“Rendere più piacevole la degenza in ospedale – ricorda Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit – è sicuramente un nostro obiettivo, ma grazie alla collaborazione con l’Istituto Pier della Francesca possiamo anche fare un’azione educativa. Infatti oggi, 20 ragazzi sono entrati in reparto ed hanno potuto conoscere questa realtà ospedaliera, donando di persona le loro opere”.
“Un grazie da tutto il personale della Pneumologia- commenta Raffaele Scala, direttore del reparto- al Liceo Artistico per aver scelto il nostro reparto. Questi quadri lungo le nostre pareti costituiscono per i pazienti un segnale concreto di accoglienza, in un ambiente noto per essere luogo di sofferenza. Uno stimolo in più per aprire la mente e il cuore dei degenti verso opere d’arte prodotte da giovani autori e allo stesso tempo un’occasione per i ragazzi di conoscere la realtà delle malattie respiratorie. Un ringraziamento particolare al Calcit come “regista” di un evento culturale di significato sociale e intimistico”.

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Giovedì 28 giugno ricorre la Giornata mondiale dedicata alle patologie del pavimento pelvico

Visite gratuite per le donne in occasione della Giornata mondiale dedicata alle patologie del pavimento pelvico e incontinenza urinaria, giovedì 28 giugno dalle 8:30 alle 12:30. Anche quest’anno l’ambulatorio integrato per l’incontinenza urinaria mette a disposizione professionisti che svolgeranno gratuitamente visite uro-ginecologiche presso la Ginecologia dell’ospedale San Donato di Arezzo, previa prenotazione telefonica ai numeri 0575/255326 o 0575/255328.
Quelle dell’incontinenza per un mal funzionamento del pavimento pelvico sono patologie che interessano un gran numero di donne, soprattutto a seguito di eventi particolari che hanno modificato la fisiologia dell’apparato uro-ginecologico come parto naturale, aumento della pressione addominale, menopausa, prolasso o interventi chirurgici.
“Ad Arezzo – spiega Stefano Rosadi, responsabile dell’ambulatorio del pavimento pelvico – le donne che presentano disfunzionalità dell’apparato urogenitale sono circa 1100 all’anno. Ci sono vari livelli di gravità e quindi diverse possibili soluzioni: dalle cure mediche e riabilitative fino agli interventi chirurgici. La valutazione e presa in carico del problema viene fatta dall’equipe: ginecologo, ostetrica e personale di sala operatoria, a seconda della soluzione più idonea per la paziente”.
A volte, basta una rieducazione dei muscoli del pavimento pelvico, effettuata dalle ostetriche con strumenti e corsi specifici in Casentino e Valdarno. Rosadi e la sua equipe, con sedute chirurgiche mensili effettuate ad Arezzo e Bibbiena, intervengono per via transvaginale o laparoscopica. In questi casi la riabilitazione è affidata alle ostetriche nel post operatorio.