I sempre più frequenti infortuni lavorativi, domestici, durante lo svolgimento di attività motoria e gli incidenti stradali, hanno fatto sì che la branca della traumatologia superasse numericamente l’ortopedia. Molti Ospedali – seguendo il modello americano – si sono evoluti dunque in Trauma Center per l’applicazione di protocolli che, oltre a salvare la vita al paziente, garantiscono la presa in carico dell’arto o degli arti coinvolti. Mano e polso, per la grande importanza che rivestono per la vita di relazione della persona, non devono passare in secondo piano in caso di traumi ad alta complessità.
Se ne discuterà a Bologna il prossimo 16 febbraio nel corso dell’evento scientifico dal tema “Il damage control orthopaedics nella traumatologia della mano e del polso”. Si tratta del 3° congresso sul tema con la responsabilità scientifica del dott. Roberto Urso, specialista in Ortopedia e Traumatologia presso il Trauma Center dell’Ospedale “Maggiore” di Bologna e organizzato da AV Eventi e Formazione. L’evento – in programma presso il Centro Congressi “Eataly World Fico” – ha il patrocinio SICM e la segreteria scientifica è firmata dai dottori Roberto Adani e Alberto De Mas. “Molti Ospedali sono diventati Trauma Center – afferma il dott. Roberto Urso – seguendo l’esempio della scuola americana che per prima ha iniziato l’approccio e la gestione in emergenza-urgenza dove, con priorità d’azione e protocolli studiati appositamente fanno sì che prima venga il salvataggio della vita del paziente, in unione al salvataggio dell’arto o degli arti coinvolti.
Il tutto gestito da un pool organizzativo che deve dimostrarsi una macchina perfetta. Cercheremo di capire – prosegue – se questa perfezione esiste o se alcune modifiche devono essere fatte per migliorare la gestione chirurgico-interventistica di tutti i segmenti ossei coinvolti nel paziente politraumatizzato, nessuno escluso. E l’arto superiore, con mano, polso e tegumenti, con la sua vitale importanza per la vita di relazione dell’uomo, non deve passare in secondo piano. Questa giornata sul Damage Control – conclude il dott. Urso – è dedicata a tutti i colleghi ortopedici che trattano i grandi traumi muscolo-scheletrici, ai giovani medici, ortopedici-traumatologi, medici di medicina d’urgenza, fisiatri, fisioterapisti, infermieri di sala operatoria che si trovano di fronte ad un paziente da trattare, in urgenza per salvare la vita, i grandi segmenti ossei, le mani e i polsi e in differita per il processo riabilitativo e rieducativo alla funzione”.
Clicca qui per rivedere tutti i video del Congresso