Salvo Falcone, Giornalista Professionista, Direttore Responsabile Medicalive.
Trattamento salvavita per pazienti inoperabili e ad alto rischio. E non è l’unica novità per l’Istituto Mediterraneo per i Trapianti dove si lavora ad un programma teso ad aumentare il numero degli organi disponibili al trapianto
Ridurrà i tempi di ospedalizzazione dei pazienti sottoposti a procedure di cardiochirurgia mini-invasiva come la TAVI Transcatheter Aortic Valve Implantation (TAVI), rafforzerà la procedura di impianto e diminuirà le complicanze post operatorie. Per i pazienti inoperabili e ad alto rischio si aprono nuove frontiere.
Si tratta della nuova valvola aortica con tecnologia a procedura semplificata che sarà impiegata all’IRCCS ISMETT di Palermo, l’Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione, sarà uno dei primi nel Mondo ad utilizzare questa tecnologia particolarmente innovativa.
La valvola di nuova generazione è stata impiantata per la prima volta su un paziente siciliano che presentava una stenosi aortica severa non operabile per via chirurgica. Tecnicamente, spiegano gli esperti, la valvola presenta una “gonnellina” esterna più alta progettata per eliminare i distacchi parziali delle protesi valvolari cardiache, ovvero il leak paravalvolare. Il sistema di introduzione consiste di una nuova guaina espandibile di basso profilo, quello di rilascio è, invece, “on-balloon” ovvero è progettato per il montaggio diretto della valvola sul pallone eliminando la necessità di allineamento della stessa durante la procedura. “Il nuovo sistema – spiega Caterina Gandolfo, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Interventistica di ISMETT – incorpora funzionalità progettate per semplificare e migliorare l’efficacia della procedura di TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation)”. Soddisfatto anche Michele Pilato, direttore del Programma di Cardiochirurgia e Trapianto di Cuore di ISMETT, secondo cui: “La sostituzione valvolare aortica per via percutanea ha rivoluzionato il trattamento della stenosi valvolare aortica. Pazienti inoperabili e ad alto rischio con le tecniche chirurgiche tradizionali, hanno oggi la possibilità di un trattamento salvavita”.
L’applicazione dellaTranscatheter Aortic Valve Implantation, non è l’unica novità riguardante la struttura sanitaria siciliana, dove per la prima volta in una struttura del Sud Italia è stato realizzato, inoltre, un trapianto di fegato da donatore a cuore non battente. Non solo. Sono stati eseguiti anche due trapianti di rene anche questi provenienti dallo stesso donatore. L’intervento si inserisce nel quadro della procedura volta ad avviare anche in Sicilia da parte del Centro Regionale Trapianti e dell’Irccs Ismett di Palermo, un nuovo programma con l’obiettivo di aumentare il numero degli organi disponibili al trapianto. Il trapianto è stato eseguito grazie ad una donazione registrata nella rianimazione dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, guidato da Maurilio Carpentieri. A donare gli organi una donna di 60 anni, affetta da Sla. “Il ricevente –ha spiegato Salvatore Gruttadauria, Direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei Trapianti Addominali subito dopo l’esecuzione dell’intervento – affetto da un tumore del fegato e cirrosi epatica, sta recuperando attraverso un regolare decorso post trapianto”. L’obiettivo complessivo del programma è quello di garantire la gestione di un potenziale donatore di organi con accertamento della morte dopo arresto cardiaco e supporto degli organi prima del prelievo con una tecnica di circolazione extracorporea.
I dati finora disponibili sono incoraggianti e dimostrano la svolta intrapresa.
La Sicilia, infatti, è la sesta regione di Italia, la prima del Mezzogiorno, ad aderire a questo importante Programma del Centro Nazionale Trapianti. Allo stato attuale il programma è attivo in Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte.
Intanto si apprende che la Regione siciliana finanzierà il potenziamento dei laboratori di ricerca e produzione cellulare dell’Ismett a Palermo. Il contributo di oltre otto milioni di euro – rientrante nell’ambito dell’Asse prioritario 1 (Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione) del Po Fesr 2014-2020 – è destinato al potenziamento dell’Infrastruttura di ricerca Gmp Facility (Good Manufacturing Practice), i cui laboratori di ricerca e produzione cellulare sono attivi all’Unità di medicina rigenerativa e terapie cellulari dell’Ismett a Palermo. “L’innovazione e la ricerca – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – sono alla base del nostro futuro anche nel campo delle cure mediche. Contribuendo allo sviluppo dei laboratori Ismett vogliamo consegnare, a ricercatori e medici, strumenti all’avanguardia per aprire nuove prospettive terapeutiche”. L’iniziativa, dall’importo complessivo di 16,4 milioni di euro, è cofinanziata al 50 per cento dall’azione 1.5.1 del Po Fesr, a cui si aggiungono un contributo di sei milioni da parte dell’Istituto mediterraneo per i trapianti e un altro di 2,2 milioni di euro della Fondazione RiMed. “I laboratori finanziati – aggiunge l’assessore per le Attività produttive Mimmo Turano – rappresentano un’eccellenza scientifica finalizzata allo sviluppo di nuovi approcci per il trapianto, la riparazione e rigenerazione degli organi vitali, oltre che alla ricerca di nuove metodologie per la diagnosi e il trattamento delle malattie oncologiche”.