Medical News

8 raccomandazioni alle Regioni

Dimenticati, saltati, confusi, assunti in dosi inferiori o eccessive rispetto alle indicazioni del medico: secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 30% al 50% dei farmaci prescritti non sono assunti come dovrebbero. Mentre nell’Unione europea sarebbero ogni anno 194.500 i decessi dovuti a errori nell’assunzione di medicinali, con un costo pari a 125 miliardi di euro l’anno. A fronte del problema che riguarda soprattutto malati cronici e che assumono più medicinali, da parte delle regioni c’è ancora poca informazione e pochi strumenti di supporto al paziente. È la denuncia che arriva dall’analisi sull’aderenza terapeutica realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, presentata oggi a Roma.
Compresenza di più malattie croniche, frustrazione nel non percepire benefici dalle cure, scarsa comprensione sulla terapia da seguire, sono questi i motivi che spingono il paziente a non assumere correttamente farmaci. Ed è su questi punti che si può migliorare, come emerge dall’indagine realizzata con il contributo non condizionato di Servier, attraverso un questionario rivolto agli Assessorati alla salute e operatori sanitari. Per migliorare l’aderenza le 13 Regioni che hanno risposto puntano di più sui medici di famiglia, seguono specialisti, farmacisti e infermieri. Nessuna Regione ritiene prioritario puntare sul care-giver familiare e professionale (come le badanti) e solo Friuli Venezia Giulia, Molise e Trento stanno investendo anche sul ruolo delle associazioni di pazienti.
In generale, si punta ancora troppo poco sull’informazione, con brochure o tutorial. Di qui le 8 raccomandazioni civiche del Tribunale per i diritti del malato, che vedono in testa, spiega il coordinatore nazionale Tonino Aceti, quella di “dare tempestiva attuazione al Piano Nazionale della Cronicità”, “perché chiarisce bene come, oltre a intervenire sull’appropriatezza prescrittiva, le regioni devono creare soluzioni organizzative che favoriscano l’adesione alle prescrizioni”.

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L’Ospedale S.M. Goretti di Latina ha aderito alla campagna annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla promozione della corretta igiene delle mani

La UOC Rischio Clinico, la Direzione Medica di Presidio, l’Unità Operativa di Malattie Infettive, la UOC Farmacia e la Cattedra di Scienze Infermieristiche ha organizzato l’evento “It’s in your hands”: Prevenire la sepsi che si è tenuto nella mattina di sabato 5 maggio 2018 presso l’ingresso dell’Ospedale SM Goretti.
Il lavaggio delle mani rappresenta secondo l’OMS, la misura più importante per prevenire la diffusione delle infezioni, in particolare delle infezioni ospedaliere. Tra queste il quadro clinico più temibile è rappresentato dalla sepsi, la disseminazione dei batteri nel sangue, che può condurre allo shock settico ed alla morte.
La sepsi colpisce ogni anno 30 milioni di persone al mondo causandone la morte in sei milioni di casi.
Il lavaggio delle mani in ambiente sanitario è un pilastro della prevenzione della sepsi, in quanto evita il passaggio dei batteri presenti sulla pelle nel sangue.
Nel corso della giornata, nell’ingresso dell’Ospedale Goretti si sono svolti vari eventi formativi come lezioni frontali teoriche, proiezione di video, dimostrazioni dirette di corretta procedura del lavaggio mani in particolare con l’uso della soluzione alcolica. Operatori e visitatori dell’ospedale sono stati direttamente coinvolti dai volontari partecipanti all’evento con consegna di materiale informativo e distribuzione di campioni di soluzione idroalcolica tascabile.
Il connubio lavaggio mani-prevenzione della sepsi è stato il tema dominante della giornata ed il “take home message” che gli organizzatori dell’evento hanno avuto l’ambizione di diffondere.